“L’omosessualità dovrebbe essere accettata dalla società?”
È questa la domanda al centro di una recente inchiesta condotta dal Pew Research Center, un accreditato centro di analisi su problemi sociali, opinione pubblica e andamenti demografici a livello internazionale. Questa ricerca, condotta nel 2019, ha coinvolto 38.426 persone in 34 diverse nazioni.
I risultati delle analisi indicano che le persone che vivono in Europa occidentale o nelle Americhe tendono ad avere un atteggiamento più tollerante verso la comunità LGBT+, rispetto agli abitanti di Europa orientale, Medio Oriente e Africa Sub-sahariana. I dati riguardanti l’Asia sono piuttosto variegati.
L’omosessualità è sempre più accettata nel mondo…
Dall’inchiesta comunque si evidenzia in generale un aumento del numero di persone secondo cui l’omosessualità dovrebbe essere accettata nella società rispetto agli scorsi anni. Questo, tuttavia, non vale per l’Italia, dove la situazione sembra rimasta invariata dal primo sondaggio, risalente al 2002. Infatti, nel nostro paese, il 75% degli intervistati ha risposto favorevolmente: un valore simile a quello degli Stati Uniti. Se pensiamo però che negli USA il valore riportato nel primo sondaggio si attestava intorno al 50% degli americani favorevoli all’accettazione dell’omosessualità, possiamo notare come in questo paese si siano fatti enormi passi avanti negli ultimi anni. Altri paesi in cui il trend è stato positivo rispetto al passato, sebbene in alcuni di questi il livello generale di accettazione dell’omosessualità sia rimasto basso, sono stati Sud Africa, Corea del Sud, India, Messico, Giappone e Kenya.
Omosessualità in Italia: come è la situazione nel nostro paese
L’omosessualità in Italia è accettata, ma con riserva possiamo dire. Purtroppo, l’Italia è in fondo alla classifica tra i paesi dell’Europa occidentale sulla accettazione dell’omosessualità. Per citare qualche esempio di nazioni a noi vicine, il valore della Spagna si attesta sull’89% di persone favorevoli all’accettazione dell’omosessualità e quello della Francia corrisponde all’86%.
Le differenze nel modo in cui l’omosessualità viene percepita, oltre che a differenze geografiche, sono associate a diverse altre variabili, come età, livello di istruzione e di reddito, genere, orientamento politico e religione. Ad esempio in alcuni paesi, coloro che sono affiliati a comunità religiose tendono ad essere meno tolleranti riguardo all’ omosessualità rispetto a coloro che non fanno parte di nessun gruppo religioso.
Anche l’ideologia politica gioca un ruolo importante nell’accettazione del tema. Sembra infatti che in molti paesi coloro che sostengono partiti populisti di destra siano meno inclini a definire l’omosessualità come accettabile, mentre la controparte di sinistra tenderebbe a riconoscere maggiori diritti.
Atteggiamenti maggiormente positivi sono spesso fortemente correlati al benessere economico del paese. In generale, le persone che si trovano in paesi più sviluppati da questo punto di vista tendono ad accettare maggiormente l’omosessualità rispetto ai paesi meno sviluppati.
Infine, in 22 dei 34 paesi analizzati, i giovani adulti tendono maggiormente a dichiarare che l’omosessualità dovrebbe essere accettata, rispetto alla controparte più anziana.
Omosessualità in Italia: non generalizziamo
È necessario, infine, fare una parentesi sulla statistica per evitare pericolose generalizzazioni: se i risultati dei calcoli probabilistici effettuati sul campione indicano una relazione, ad esempio, tra l’essere religiosi e il non accettare l’omosessualità, ciò non significa che tutte le persone religiose siano omofobe. Non è possibile, inoltre, dedurre alcuna relazione di causalità. Cioè non si può dire che essere religiosi porti ad essere omofobi, o viceversa.
L’unica cosa che possiamo affermare quando si tratta di correlazioni statistiche è che l’andamento dei dati provenienti da questi sottogruppi tende alla non accettazione dell’omosessualità in modo più marcato di quanto non farebbe se le differenze rispetto agli altri gruppi fossero dovute solamente al caso.
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Sara de Sio
Si ringrazia giuditta_san per le illustrazioni originali.
Riferimenti: