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Marsha P. Jonhson – Il valore della memoria LGBT+

The death and life of Marsha P. Jonhson

The death and life of Marsha P. Jonhson è un film documentario di David France del 2017 disponibile su Netflix.

Mentre combatte l’ondata di violenza contro le transessuali, l’attivista del New York City’s Anti Violence Victoria Cruz indaga sulla morte sospetta di Marsha P. Johnson avvenuta nel 1992. Arrivata quasi alla fine della sua carriera, vuole far luce su uno dei casi irrisolti più dolorosi per la comunità LGBT. 

Marsha venne ritrovata tra le acque del molo di Christopher Street con un foro nel cranio. Le indagini della polizia furono superficiali e sbrigative e il caso fu archiviato come suicidio.

La pellicola intreccia le immagini di repertorio con le interviste di Victoria alle persone più vicine a Marsha, come il coinquilino Randy Wicker e la leggendaria Sylvia Rivera. David France ci racconta così anche le loro storie e quella della stessa Victoria. Tutte unite da un filo: la terribile violenza che la transfobia ha scatenato.

Johnson è nata come Malcolm Michaels Jr. il 24 agosto 1945 a Elizabeth, nel New Jersey.

Fervente attivista, autodefinitasi Drag Queen era alta, snella e spesso tendeva ad attirare l’attenzione con i suoi abiti appariscenti, parrucche, tacchi alti di plastica rossa, fiori e frutti finti usati come decori per i capelli.

Il 28 giugno del 1969, un gruppo di omosessuali, transessuali e prostitute, riuniti alla Stonewall Inn, un noto bar gay del Greenwich Village di New York, furono vittime dell’ennesima violenta retata della polizia. Marsha si trovava lì e cominciò ad aizzare la folla per fermare soprusi e oppressioni. La folla rispose e si diede inizio ai Moti di Stonewall. 

Esattamente un anno dopo, Marsha era in prima fila davanti allo Stonewall per dar vita al primo Gay Pride della storia.

Insieme a Sylvia Rivera, nel 1972, fondò la Street Transvestite Action Revolutionaries (STAR), rifugio nato per aiutare le giovani drag queen senzatetto, le donne lesbiche e le persone transessuali.

Nel 1973, Johnson e Rivera furono bandite dalla partecipazione alla parata del Gay Pride dal comitato di gay e lesbiche che stava organizzando l’evento. I membri del comitato affermarono che “non avrebbero ammesso le drag queen” alle loro marce perché “avrebbero dato alla manifestazione una brutta nomea“. 

La risposta di Johnson e Rivera fu marciare con aria di sfida davanti a tutta la parata.

Marsha era un punto di riferimento per molti, infondeva allegria e coraggio. Una donna forte, nonostante le avversità della vita.

Perché visse in un’era di paura, violenza e morte. Il mondo, per i trans, non era un luogo sicuro. Vittime di crimini d’odio, estorsioni, stupri, aggressioni ed omicidi. Abbandonate dalla società, si ritrovavano in una condizione di vulnerabilità estrema.

Tutta la comunità LGBT locale non ha mai smesso di chiedere la riapertura del caso. E di ottenere giustizia anche per tutte le altre trans uccise. 

In quegli anni, gli imputati erano soliti invocare “la difesa da panico”: si tratta di una strategia legale difensiva utilizzata in casi di accuse per aggressione od omicidio nei confronti di persone omosessuali o scambiate per tali nel compimento del reato. Questa follia ha purtroppo garantito ai colpevoli ampi ed ingiusti sconti di pena.

The death and life of Marsha P. Jonhson ha un’atmosfera investigativa, emozionante e nostalgica. Ennesima riprova che la verità supera la fantasia. E che a volte ciò che vediamo sugli schermi, quello che ora è entertainment e trendy è tratto da storie vere. Meno patinate, meno glitterate, colorate solo di nero e di rosso.

David France ci ricorda l’importanza della storia e Marsha P. Johnson quella del coraggio. I dati del Trans Murder Monitoring ci mostrano dati ancora altissimi e spaventosi.

Victoria dice che un fiore appassito muore  e si spera che nella sua vita abbia sparso i suoi semi.

Marsha è stato un fiore. Custodiamo i suoi semi.

Dobbiamo essere coraggiosi, orgogliosi e non permettere al tempo di avvolgere la memoria con un velo di polvere.

Sii orgoglioso, sii coraggioso e non dimenticare mai.