Si inaugura ad Aprile la prima edizione italiana del LGBT+ History Month, un “contenitore” lungo un mese con iniziative dedicate allo studio e alla divulgazione della storia delle soggettività e dei movimenti queer italiani. Quello italiano è solo l’ultimo ad aggiungersi ad una lista di diversi paesi che celebrano la storia LGBTQIA+. Dagli Stati Uniti alla Groenlandia (Giugno), passando per il Regno Unito (Febbraio), l’Ungheria (Febbraio), il Brasile (Giugno) e molti altri.
L’idea di dedicare un mese alla storia queer nasce appunto negli Stati Uniti e si inserisce in una tradizione ben consolidata di mesi dedicati alla storia dei gruppi subalterni. Partita nel Febbraio 1970 con il Black History Month a cui si è aggiunto nel Marzo 1978 il Women’s History Month, entrambi fortemente voluti dai movimenti per i diritti civili e femministi.
Da un’idea di un professore del liceo di St. Luis, Rodney Wilson, stupito dalle lacune dei programmi scolastici, il primo LGBT+ History Month venne indetto nel 1994. Così, come gli altri History Month, anche questo viene abbracciato dai gruppi di attivismo. Essi sono consapevoli dell’importanza della conoscenza e della memoria storica per le proprie rivendicazioni e per il consolidamento dei legami comunitari.
L’iniziativa si è rapidamente diffusa in diversi paesi, coprendo mesi diversi e prendendo nomi diversi. Nonostante ciò mantiene i comuni principi di reclamo della conoscenza e delle narrative storiche in tutti gli Stati.
LGBT+ History Month: tra anniversari e adesioni
Nel caso dell’Italia, la scelta di collocare l’iniziativa ad Aprile è profondamente simbolica. Ricorre, infatti, proprio ad Aprile 2022 il 50° anniversario delle proteste di Sanremo del 1972. Esse rappresentarono la prima manifestazione pubblica dell’attivismo queer italiano. Sempre ad Aprile dell’anno precedente era stato fondato il FUORI da un nucleo di attivisti torinesi uniti dalla comune necessità di rivendicare diritti per le soggettività LGBTQIA+ in Italia.
Dietro alla proposta di creare un LGBT+ History Month italiano troviamo diversi attivist* e storic*. Qui figurano Chiara Beccalossi (storica, University of Lincoln) e Alessandro Ponzio (storico, University of Saskatchewan). Inoltre, anche l’attivista, collezionista ed esperto di cultura queer Luca Locati Luciani.
Ad aderire, con proposte di eventi ed iniziative, sono stati diversi comitati Arcigay e altri gruppi di attivismo, come ad esempio il MIT. Una lista completa delle realtà aderenti, sia gruppi che singoli, è presente sul portale web dell’History Month.
Sullo stesso portale sono inoltre presenti consigli di lettura e visione e liste di risorse per chi volesse approfondire il tema della storia LGBTQIA+ italiana, oltre che dei profili biografici dedicati ad attivist* storic* come Mario Mieli, Aldo Mieli, Mariasilvia Spolato e Marcella di Folco.
Creare spazi per conoscere e conoscersi
Quale sarà il successo effettivo delle iniziative locali e nazionali che prenderanno corpo nel corso del prossimo mese è ancora presto per dirlo ma l’intenzione è chiara così come la chiamata all’azione. La storia delle soggettività e dei movimenti LGBTQIA+, ancora poco conosciuta nel nostro paese e spesso totalmente esclusa dai programmi scolastici, rappresenta infatti una conoscenza indispensabile. Altrettanto importante è quindi creare spazi di rappresentazione e divulgazione per la “nostra” storia, che siano collettivi o individuali, a dispetto del silenzio imposto che ancora la circonda.
Sarà interessante vedere a conti fatti che cosa verrà fuori da questa iniziativa. Sicuramente il grande numero di adesione fa ben sperare! Inoltre, la coincidenza con due anniversari importanti potrà di certo giocare un ruolo non indifferente. L’importante sarà riuscire a portare la storia queer italiana al centro delle discussioni pubbliche, idealmente anche al di fuori dei confini della comunità LGBTQIA+.
Le danze si apriranno ufficialmente il 30 Marzo alle ore 19.00 con una diretta sulla pagina facebook dell’iniziativa.
Ziggy Mercuzio
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