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50 anni di Sanremo: storie di ieri, storie di oggi

Sono iniziate, pochi giorni fa, le celebrazioni del cinquantesimo anniversario delle proteste di Sanremo del 1972. Esse culmineranno sabato 9 Aprile con il primo Sanremo Pride. Ma cos’è successo a Sanremo e perché merita così tante celebrazioni?

Il 5 Aprile 1972 si aprì presso il casinò sanremese la prima edizione del Congresso internazionale di Sessuologia organizzato dal CIS (Centro Italiano di Sessuologia). Il tema trattato fu “Comportamenti devianti della sessualità umana”. Comportamenti “devianti” che includevano anche varie sfumature dell’arcobaleno queer. Esse, infatti, erano ancora annoverate tra le malattie mentali elencate dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) e dall’International Classification of Diseases (IDC).

Come sottolinea Maya De Leo in Queer. Storia culturale della comunità LGBT+, a destare particolarmente l’attenzione fu la presenza dello psichiatra Lopez Ibor, proveniente dalla Spagna franchista che due anni prima aveva introdotto norme fortemente repressive nei confronti degli atti omosessuali. La preoccupazione che il congresso potesse fornire una base scientifica per la creazione in Italia di leggi simili a quelle spagnole fu uno dei fattori che portò alla mobilitazione.

A muoversi fu il FUORI! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano), che aveva riunito attorno ad una pubblicazione omonima la vivacità di un nuovo attivismo che vedeva la costituzione di un fronte di liberazione omosessuale anche in Italia. Fronti analoghi stavano già avvenendo in altri paesi occidentali. Il 5 Aprile, sono quindi una quarantina di attivist* a protestare fuori dalle porte del Casinò al grido di “Psichiatri, siamo venuti a curarvi”. Una quarantina di persone LGBTQIA+ e alleate provenienti dall’Italia ma anche da Francia e Regno Unito che per la prima volta fecero pubblicamente sentire la propria voce.

Sanremo nel 1972 fu definita la “Piccola Stonewall italiana”

Le proteste di Sanremo rappresentarono quindi la prima uscita pubblica e visibile dell’attivismo LGBT+ italiano. Ci fu anche il supporto di altri movimenti europei come il Gay liberation front (Glf) britannico e il Front homosexuel d’action révolutionnaire (Fhar) francese. Il FUORI! si era costituito l’anno precedente, nel 1971, a Torino. Sono stati i fatti di Sanremo a portarlo al centro del discorso pubblico in Italia ed in Europa.

Gli eventi accaduti a Sanremo, nonostante la scala relativamente ridotta, rappresentano quindi uno dei primi passi di questo attivismo sul suolo italiano verso il riconoscimento pubblico. Il tutto portò all’apertura di nuovi spazi di lotta e di azione che sono al tempo stesso nazionali ed inseriti in dinamiche transnazionali.

Sanremo fu definita la “Piccola Stonewall italiana”. Una definizione che per quanto suggestiva va però presa con la consapevolezza della diversità di scala e di impatto dei due eventi e soprattutto dell’enorme divario tra i contesti. Al contempo, è inevitabile constatare quanto i fatti di Sanremo, spesso dimenticati e poco conosciuti, abbiano di fatto dato forma all’attivismo queer italiano come lo conosciamo ora.

L’orgoglio torna a Sanremo

Come menzionato in apertura, celebrazioni per questo importantissimo anniversario si stanno tenendo in questi giorni in diverse parti d’Italia. Soprattutto, quale modo migliore per fare memoria se non un Pride? Si terrà infatti, sabato 9 Aprile, il primo Sanremo Pride, organizzato nella città ligure dal Coordinamento Arcigay Liguria (che comprende Imperia, Savona e Genova) e da Arcigay Cremona, Arcigay Cuneo e Arcigay Brescia. Il corteo dalle 15.30 si muoverà per le strade sanremesi a partire da piazzale Pian di Nave.

Sempre il 9 Aprile aprirà i battenti una mostra presso il Palafiori “Sanremo Pride 1972-2022 | Una Comunità in Mostra” che si inaugurerà con una conferenza dalle 10.30. La mostra è stata possibile grazie alla collaborazione di realtà e soggettività locali e nazionali, oltre che ad una campagna di crowdfunding.

Tutto il mese di Aprile sarà inoltre dedicato alla storia LGBTQIA+ italiana, grazie alla prima edizione italiana di un LGBT+ History Month.

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