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Giorno della speranza, o giorno del trauma?

Giorno della speranza, o giorno del trauma? Un gruppo di studenti americani si aspettava d’imparare di più sul loro futuro, mentre sono stati portati ad una funzione di una chiesa anti-LGBTQIA+. Scopriamone di più.

Giorno della speranza, o giorno del trauma al Living Faith Christian Center?

Per 2.100 studenti di una scuola locale dell’East Baton Rouge Parish, una fiera universitaria si è trasformata in una giornata traumatica. Martedì 20 Settembre gli studenti, molti prossimi al diploma, hanno scoperto di essere stati accompagnati a un evento chiamato “Day of Hope” nel Living Faith Christian Center. Secondo alcune notizie è stato studiato per inculcare una serie di questioni anti-LGBT+ a sfondo sessuale: in gruppi di maschi e femmine, hanno costretto gli studenti a partecipare a discussioni; alcuni genitori hanno anche testimoniato che i ragazzi trans sono stati vittime di bullismo.

“Alcuni hanno versato dell’acqua sulla testa dei ragazzi transgender senza alcuna ripercussione”, dichiara Brittany Bryant, madre di un ragazzo trans presente. “Hanno parlato di stupro e del perdono del colpevole, suicidio, leadership di preghiera e molti altri argomenti controversi. Avevamo ragazze nei bagni a piangere per ciò che dicevano”.

Il giorno del trauma ha solo incentivato la separazione dei sessi biologici

Molti ragazzi sanno cosa aspettarsi da una fiera universitaria: un giorno libero, una chiacchierata con dei rappresentanti, si compila qualche pre-iscrizione e si mangia qualcosa. Ma in questo “Day of Hope” nessun evento era stato menzionato sul poster promozionale. La professoressa Bryant, che quel giorno era presente, è stata molto chiara: i ragazzi restavano fuori sotto al sole, mentre le ragazze venivano disciplinate. Suo figlio, un ragazzo trans, è stato anche giudicato per essere rimasto fuori; lei, già sospettosa, è andata ad ascoltare la “chiacchierata”.  Un altro genitore ha scritto su Facebook riguardante sua figlia: “Giorno della speranza? Più come il giorno del trauma. Hanno pregato per mia figlia, le hanno detto che doveva rimanere astinente, le hanno parlato del suicidio, e che in caso di violenza domestica dovrebbe perdonare il suo aguzzino anche se non è dispiaciuto”.

Quando le ragazze sono state scortate fuori, è stato il turno dei ragazzi, per una così chiamata “vera discussione”. La docente ha anche scritto che il “boys talk” non era altro che sfide fisiche, cosa che le ragazze evitavano. “Fin dall’inizio non è stato discusso alcun argomento, ma partecipavano ad una competizione machista per soldi“, ha rivelato. “Si sfidavano con delle flessioni per vincere di più. Sono stati esaltati e incoraggiati“. Dopo questo già indescrivibile comportamento, ai ragazzi non è stato concesso di mangiare se non firmando prima una petizione a supporto della rielezione di un consigliere locale. Inoltre, gli impedivano di andare al bagno.

Ma come ha risposto l’organizzatore della giornata?

La parrocchia di East Baton Rouge ha risposto il giorno dopo così: “l’evento è stato strutturato per aiutare gli studenti a esplorare quali opzioni sono disponibili, oltre a consentirgli di partecipare a sessioni di breakout e attività. Fornendo attività divertenti a scopo educativo, questo evento è stato un’elevazione (…) Non vediamo l’ora di vedere cosa i nostri studenti continueranno a ottenere con le risorse e le conoscenze acquisite“. Insomma, una totale negazione dell’accaduto.

Quali sono le conseguenze di questa storia?

I genitori non sono stati gli unici ad esprimersi, e sebbene avessero paura di parlare, sentivano di dover portare alla luce la storia. Per fortuna, molti membri di TikTok ne discutono tramite video e commenti, tra cui Ariella Elm, che ha raccolto 375mila visualizzazioni in un giorno. Sfortunatamente, questo ci dimostra che la mancata sensibilizzazione porta ad eventi del genere, supportati dalle scuole. Senza un’opportuna educazione sessuale e delle identità di genere, giorni come questo sono all’ordine del giorno. E chissà, con la nostra situazione politica attuale, noi potremmo anche essere i prossimi.

 

Aeden Russo

Fonte: Rawstory

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