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Tra diritti e disinformazione: il percorso ad ostacoli del certificato europeo di filiazione

Lo scorso martedì, alla vigilia dell’8 Marzo, è iniziato l’iter parlamentare anche in Italia della proposta di regolamento europeo avanzata dalla Commissione EU lo scorso Dicembre. La proposta in questione prevederebbe il riconoscimento in tutti gli stati membri dei figli delle coppie gay riconosciuti come tali in uno dei Paesi dell’unione Europea. Questo permetterebbe la creazione di un certificato europeo di filiazione che travalichi i confini nazionali.

Un percorso che pur riguardando diritti di base e avendo al suo centro il miglior interesse del minore, si promette però ad ostacoli soprattutto in quei paesi in cui lo spauracchio arcobaleno continua a venir impugnato senza motivo dalle destre. Come l’Ungheria, come la Polonia, come l’Italia.

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Adoption and Third Party Reproduction — Postpartum Wellness Center / Boulder

La proposta che arriva dall’Unione Europea, e che richiede l’approvazione di tutti gli stati membri, permetterebbe ai milioni di minori figli di coppie composte da persone dello stesso sesso di godere degli stessi diritti in tutto il territorio europeo. Consentendo quindi di evitare rischi legali e lungaggini burocratiche ogni volta che si oltrepassa il confine verso uno stato che non riconosce determinate forme famigliari.

La creazione di un certificato europeo di filiazione consentirebbe di riconoscere quindi l’appartenenza famigliare dei minori su tutto il territorio europeo. Questo sarebbe possibile nonostante ad oggi i regolamenti dei singoli stati in fatto di genitorialità siano spesso molto diversi. Come riporta Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobalenouna famiglia formata da due madri o da due padri in Francia, Spagna, Germania e in tutti i diciannove Paesi europei che già la riconoscono come tale, non deve e non può smettere di esserlo quando varca un confine e arriva in paesi come Ungheria, Bulgaria, Polonia, Romania o Italia che non hanno una legislazione a favore dell’omogenitorialità“.

La destra italiana tra opposizione e disinformazione

Prevedibilmente questa proposta, che ricordiamolo riguarda i diritti di base dei minori ad essere riconosciuti come parte delle proprie famiglie e a essere protetti da eventuali discriminazioni, sta incontrando l’ostruzionismo della destra italiana.

Non sorprende, infatti, che dalla destra siano già arrivate accuse di essere una sorta di cavallo di troia europeo per consentire l’approvazione della tanto temuta gestazione per altri o addirittura il riconoscimento di coppie formate da persone dello stesso sesso. Accuse infondate e non inerenti a quanto previsto dalla nuova proposta di regolamento.

Piuttosto, non si tratta altro che di becera disinformazione che si insinua a livello europeo passando per i partiti e le lobbies di destra e pro-life. Come sempre, i gruppi che si nascondono dietro al “qualcuno pensi ai bambini” si dimostrano disposti a proteggere solo alcuni minori mettendo in discussione i diritti di base di altri.

 

Fonti: Ansa; Europa Today; Rainews; La Repubblica

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