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Stavolta, vi prego, basta! L’ennesimo caso di misgendering sulla stampa italiana

Sì è discusso molto negli ultimi giorni dei fatti avvenuti a Sarzana (SP). Nella cittadina ligure, infatti, sono stati rinvenuti, in meno di 48 ore, i corpi senza vita di due donne. Le vittime sono state identificate come la sex-worker Nevila Pjetri e la parrucchiera Camilla Bertolotti.

Oltre al triste fatto di cronaca nera, c’è qualcos’altro che rende ulteriormente amara questa tragica vicenda. Purtroppo, si è dovuto assistere all’ultimo, l’ennesimo, caso di misgendering di una persona trans da parte dei media italiani. In questo caso a farne le spese è stata una delle due vittime, la parrucchiera Camilla, donna trans, la cui scomparsa era stata precedentemente segnalata dagli amici. Di nuovo, quindi, si è assistito a titoli di giornali che utilizzano il maschile o che riportano il suo deadname, ancora purtroppo riportato all’anagrafe. A questo poi si aggiunge l’utilizzo improprio del termine trans che, ricordiamolo, sarebbe un aggettivo e non un sostantivo.

Sarzana donna trans uccisa: Misgendering sui giornali. Per quanto ancora?

Si tratta, dunque, dell’ennesima forma di invalidamento dell’identità e dell’autodeterminazione delle persone trans*. Una forma di violenza sottile quanto insidiosa e pesante per chi ne è vittima, in questo caso la memoria di Camilla. Se è ancora presto per stabile il movente della sua morte, sicuramente questo è un ulteriore livello di violenza transfobica.

Certo, si potrebbe parlare di errore, di ignoranza da parte del giornalismo. Ma davvero è ancora il caso, nel 2022, di continuare a scusare questa ignoranza? Sicuramente, data la mole di informazioni oggi giorno disponibili, se non motivata dall’odio, si tratta quanto meno di negligenza e disonestà intellettuale. È così difficile, mi chiedo, costruire narrazioni trans*? È così difficile informarsi? Ascoltare le persone e l* attivist* trans* che da anni si battono per la corretta informazione?

Sicuramente è frustrante doversi ritrovare a ripetere e ribadire gli stessi discorsi e vederli di continuo non venir ascoltati. Così come lo è non solo doversi preoccupare della discriminazione e della violenza ma anche di come i giornali riporterebbero la nostra morte qualora dovessimo esserne vittime.

Queste sono preoccupazioni quotidiane per le persone trans* ed in particolare per le persone transfemminili, come dimostrano le tristi statistiche pubblicate annualmente in onore del Trans Day of Remembrance. Persone trans* come Camilla, che hanno tutto il diritto di essere ricordate e di esserlo con il loro nome.

 

Ziggy Ghirelli

 

Fonti: Il Fatto quotidiano; Quotidiano.net