I cori omofobi negli stadi sono diventati sempre più frequenti e il governo inglese ha deciso di renderli illegali.
Non avete idea di quante volte mi sono dovuto sentir dire: “Ah sei gay e ti piace il calcio?!”
Oppure: “Sei omosessuale e giochi a calcio?! Come mai?”
O ancora: “Ma davvero fai il Fantacalcio?! Non credevo che i gay lo facessero.”
Si ragazzi, è così: sono omosessuale e mi piace il calcio. Sia guardarlo in televisione che giocarlo.
E pensate un po’…gioco anche a Fantacalcio! Non sono un invasato, sia chiaro, ma mi diverte.
Vi giro a voi un quesito, visto tutte le volte che lo avete fatto con me: non pensate sia il caso di finirla con queste domande da cavernicoli?
Qualche settimana fa vi avevamo raccontato della lettera anonima che un giocatore della Premier League inglese, ha inviato alla fondazione Justin Fashanu.
Una lettera emozionante, piena di verità e anche di paura.
Paura di essere se stessi, paura di amare una persona del tuo stesso sesso e il terrore di essere preso di mira dal pubblico.
Proprio quel pubblico che è pronto ad esultare se fai goal, ad osannarti, ma che è altrettanto solerte a ricoprirti di insulti omofobi se sbagli un passaggio o, ancora peggio, se giochi nella squadra avversaria.
Perché utilizzare questi inutili ed insentibili cori? Che motivo c’è?
Nessuno. Ed infatti, il Governo inglese, ha deciso di prendere provvedimenti per l’immediato futuro.
Cori omofobi negli stadi: il Governo inglese decide di porre fine
a questo scempio rendendoli illegali.
I cori omofobi negli stadi non si potranno più fare (finalmente e per fortuna) per volere del Governo inglese.
Il Governo, conservatore, del Regno Unito si impegnerà per vietare cori omofobi negli stadi.
Per far si che questo avvenga, sembrerebbe che il Governo si sia reso disponibile a multare le società che permettono ai loro tifosi di intonare cori omofobi.
Parrebbe, inoltre, che se si riesce ad identificare le persone che hanno cantato tali cori, la multa venga estesa anche ai singoli tifosi specifici.
Una giusta decisione, perché il calcio, ma lo sport in generale, deve essere alla portata di tutti e non come esempio di virilità, mascolinità o viceversa.
Un altro calcio all’omofobia e un passo importante verso le persone LGBTQ+, per la totale inclusione.
Mentre il Governo del Regno Unito si impegna per vietare i cori omofobi, in Italia, la Commissione di Giustizia approva un emendamento discriminatorio che parla di convincimenti, scelte, pluralismo e che potrebbe legittimare cori omofobi.
Negli U.K. sono arrivati a proporre (giustamente) di multare chi intona determinati cori.
Nel nostro paese, invece, dobbiamo ancora ottenere una legge che condanni l’omotransfobia a livello generale e continuano a giocare con le vittime di omofobia con emendamenti assurdi.
Perché dobbiamo sempre lottare il doppio degli altri per non essere discriminati e ottenere pari diritti?
Simone D’Avolio