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Buoni propositi di capodanno. Che fine hanno fatto?

Siamo quasi a febbraio. Tecnicamente dovremmo vedere i primi risultati di quello che ci eravamo proposti di fare con l’arrivo del nuovo anno. E invece…

Abbiamo iniziato la dieta? E la palestra? Abbiamo fatto coming out con papà? Abbiamo mantenuto fede alla promessa fatta con la nostra dolce metà? O più probabilmente ce ne siamo già dimenticati e non è cambiato un emerito ca##o?

Ogni anno, sempre la stessa storia. Partiamo carichi, convinti, sicuri ma… resta tutto nella nostra testa e non si concretizza mai. Il punto è che non sono i nostri desideri a guidarci, a spingerci ad agire in linea con quanto vorremmo ottenere o raggiungere. I nostri desideri ci fanno solo sognare, nient’altro. A muoverci quotidianamente, in realtà, è la nostra inerzia. Gli stessi pensieri, le stesse parole, le stesse azioni, con le stesse persone, negli stessi posti, con gli stessi desideri e timori nella mente, lo stesso identico copione di sempre ci fa vivere giorni, settimane, mesi come fossero fotocopie. 

Eppure dovrebbe essere chiaro oramai: gli esseri umani cambiano solo se spinti dalla volontà di fare quello che non hanno voglia di fare. Magari perché spaventati o insicuri, ma non è questo il punto. Per noi persone non eterosessuali un esempio potrebbe essere il nostro coming out. Abbiamo aspettato che dall’esterno arrivasse un segnale di “via libera”, che in alcuni casi è arrivato davvero ma in tanti altri no. Eravamo spaventati e insicuri ma siamo cambiati nell’istante in cui abbiamo detto qualcosa che per una vita avevamo temuto di dire anche a noi stessi. Abbiamo aspettato il momento giusto e molti di noi, subito dopo, si sono pentiti solo di non averlo fatto prima.

Il trucco per essere felici a lungo termine è semplice: più ci imponiamo di fare quello che sappiamo di dover fare (come, ad esempio, dichiarare il nostro orientamento sessuale), più ci avviciniamo a diventare la persona che vorremmo essere. Più contrastiamo quei pensieri, quelle parole e quelle azioni che partono in automatico, più smettiamo di fare quello che sappiamo che non dovremmo fare (nasconderci, avere una doppia vita, fingere), più evolviamo, cresciamo, miglioriamo. Altrimenti, se ne parla dopo l’estate. E poi dopo Natale. Poi dopo Pasqua, anzi famo Pasquetta. Finisce che se ne parla sempre ma non si cambia mai. E se non si cambia mai, ci si abitua all’inerzia. Così l’inerzia si alimenta grazie a se stessa.

L’essere umano si decide a cambiare davvero non in vista di una ricompensa ma solo quando vede la sua comoda inerzia in pericolo. Quando sopraggiunge una crisi che mette a repentaglio la sua comfort-zone, quando un cambiamento inaspettato dall’esterno lo obbliga a rivedere certe sue posizioni e a rifare i conti con un nuovo oste. Bisogna prendere coscienza di questo e decidere se prendere le redini del cambiamento o subirlo. Nel primo caso diventiamo padroni di noi stessi, nel secondo schiavi delle circostanze. La scelta spetta solo a noi. In qualunque mese dell’anno, ogni settimana, tutti i giorni. 

Alessandro Cozzolino, life coach