Bologna: coppia gay uccisa a coltellate dall’inquilino

Luca Monaldi, 54 anni, e Luca Gombi di 50, entrambi di Bologna, sono stati uccisi dal coinquilino a coltellate. Dietro questa faccenda, una storia piena di paura e minacce. La coppia era unita civilmente ed era molto riservata. Rimasti disoccupati avevano deciso prima di subaffittare una stanza a quello che credevano un amico e poi di vendere il loro appartamento per far quadrare i conti. Da qui la tragedia.

Sono le 5.30 del mattino del 2 Giugno e da un appartamento di Bologna, in Piazza dell’Unità, si  sentono urla e grida d’aiuto che però non vengono subito udite. Quando i vicini chiamano le forze dell’ordine sono le 6.40 e,  per i due uomini, è già troppo tardi. Sono stati ritrovati in salotto: abbondanti tracce di sangue, coltelli da cucina sul pavimento, Gombi aveva ricevuto diversi fendenti all’addome, Monaldi era stato sgozzato. I due uomini stavano pianificando un trasferimento in campagna e avevano già trovato un acquirente per la loro casa, ma l’affare poteva concludersi solo dopo lo sgombero dell’immobile.

Un crimine efferato compiuto dal loro inquilino  Gennaro Maffia, 48enne disoccupato ma con regolare contratto di affitto, avevano trovato un accordo economico: 20.000 euro per la rescissione anticipata del contratto.

Coppia gay uccisa a coltellate a Bologna: la ricostruzione del caso dopo i primi minuti dal delitto

Secondo la ricostruzione del caso attraverso le telecamere di sorveglianza, Maffia dopo il duplice delitto, sarebbe rimasto in casa per circa mezz’ora, poi avrebbe preso un taxi diretto all’aeroporto Marconi dove avrebbe acquistato in contanti due biglietti: uno per Madrid, l’altro per Barcellona, città in cui si è imbarcato e dove è stato infine arrestato dalla polizia spagnola. Gli inquirenti italiani, coordinati dal pm Tommaso Pierini, hanno lavorato ininterrottamente: in sole 11 ore è stato emesso un mandato di arresto europeo.

Secondo la squadra mobile, il movente del delitto sarebbe legato a rancori crescenti e a un presunto ammanco di denaro ( ricordiamo che i due erano disoccupati da un po’ di tempo). Durante un colloquio in banca, pochi giorni prima, Maffia avrebbe accusato uno dei padroni di casa, minacciando: “La pagheranno”. La mattina del delitto il suo cellulare era spento e, sul luogo del crimine, è stato ritrovato un borsello con tracce di sangue ora all’esame della scientifica. L’uomo è attualmente detenuto a Barcellona, in attesa di essere interrogato dalle autorità spagnole e poi estradato in Italia.

 

Raph

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