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I colori del Pride: la bandiera ally

Perché non iniziare questo mese del Pride parlando della bandiera ally? O meglio, la bandiera dedicata alle persone alleate della comunità LGBTQIA+, se vogliamo dirla in italiano. Vediamo quindi qual è il significato della bandiera ma anche chi sono gli alleati della comunità.

Alleati della comunità LGBT+: chi sono

Si parla di ally/allies (ovvero alleato/alleati in italiano) quando ci si riferisce a quelle persone che non fanno parte della comunità LGBT+ ma la sostengono e supportano la causa. Ci sono persone che nella sigla LGBTQIA+ ritengono che la lettera “A”, oltre a riferirsi alle persone asessuali/aromantiche, possa anche includere gli allies. Le interpretazioni possono essere differenti, quella di chi sta scrivendo è che gli alleati della comunità sono alleati della comunità e non parte di essa. Non serve far parte della comunità LGBT+ per sostenere la causa, così come non serve essere un panda in via d’estinzione per sostenere le cause animaliste.

Come essere un buon alleato della comunità

Non esiste una “guida ufficiale del buon alleato”, ma ci possono essere alcuni spunti utili per essere veramente alleati della comunità LGBT+.
Essere alleati:

  • è scomodo: significa sostenere la causa anche in momenti e situazioni non è così comodo e scontato farlo
  • significa saper ascoltare: al centro ci sono le persone della comunità LGBT+ che subiscono discriminazioni e non chi le sostiene, bisogna ascoltare il loro punto di vista per poterle supportare
  • è un processo continuo: non si è alleati solo durante il mese del Pride, ma tutto l’anno
  • non è una performance: l’obiettivo non è quello di farsi dire quanto si è bravi a sostenere la causa, far parlare di sé, ma usare il proprio privilegio e la propria voce per sostenere la comunità LGBT+

Ma la bandiera etero?

Ogni tanto in maniera ciclica c’è chi se ne esce dicendo che durante il Pride bisognerebbe celebrare anche le persone etero. In realtà le persone etero vengono “celebrate” e normalizzate tutto l’anno e non c’è neanche bisogno di rivendicare il fatto di essere eterosessuali e/o cisgender, perché sono già considerati la “normalità” da tutte le persone.

È pieno di relazioni tra persone eterosessuali in ogni film, libro, serie tv, racconto, programma televisivo, canzone, ristornante, bar, cinema e qualsiasi altro posto dove ci sono persone (o vengono rappresentate in qualche modo). Quando in uno solo di questi contesti è presente una relazione tra persone non eterosessuali (o anche solo una persona transgender) spesso scoppia l’inferno.

Capite quindi perché c’è il mese del Pride e non il mese dell’ “etero Pride”? Perché ogni giorno, mese, anno, è sempre un gigantesco “etero Pride”. Questo non significa dover andare a cancellare le persone etero, ma dare visibilità a chi solitamente ne ha meno (e che quando ce l’ha è sempre un problema per molte persone).

La bandiera ally

Durante il mese del Pride, quindi, più che doversi preoccupare di dover sventolare una bandiera per richiamare la propria eterosessualità è più utile preoccuparsi di far capire alle persone che si sostiene una determinata causa. Gli alleati della comunità possono quindi sfoggiare la loro bandiera ally, che sostanzialmente dice: io sono qui che sostengo la comunità anche se non ne faccio parte, fatelo anche voi!

Sì, perché il ruolo degli alleati è fondamentale nella lotta per i diritti: la comunità LGBT+ è una minoranza e ha bisogno anche del supporto degli alleati per le proprie cause. Vediamo quindi, come è composta la bandiera ally. La base è una bandiera a strisce bianche e nere, che è la bandiera etero. A questa però si aggiunge una “A” di alleato (ally in inglese) con i colori arcobaleno, simbolo della comunità LGBT+.

Non si tratta quindi di sventolare una bandiera per rivendicare il proprio orientamento sessuale, perché l’eterosessualità non è mai stata messa in discussione. Si tratta di sventolare una bandiera per supportare una causa che si sostiene.

 

Fonte: Queerintheworld.com