Anti-gender, il nostro termine preferito. Meglio approvare mozioni di questo tipo che affrontare veramente i problemi di oggi. Vi porto io dritti al punto.
Anti-gender, ce lo mettiamo tra gli aggettivi dell’italiano medio
Oramai l’abbiamo imparato a memoria cosa significa realmente essere “italiano”. La definizione corrente prevede: essere bianchi, assolutamente. Cisgender, perché non si diffondesse mai la cultura “woke” di questi tempi. Qui siamo assolutamente anti-gender. Eterosessuali, giustamente, non esiste altro orientamento sessuale. Facciamo anche ignoranti, maschilisti e violenti, giusto per chiudere il cerchio. E quindi cosa fa l’italiano, a questo punto, quando ha stabilito la sua sovranità imposta? Decide di crescere la nuova generazione secondo questi sani principi, ma mi sembra ovvio! E come lo fa? Andando a dire tutta una serie di cose ai bambini, da bravi narcisisti patologici senza sale in zucca.
Anti-gender è la mozione della Lega, in aggiunta
Questa premessa per commentare allegramente quello che il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso ha ben voluto dire contro la cosiddetta “propaganda gender nelle scuole“. Fa ridere già così, ma mettiamo in chiaro i diversi punti. La commissione Cultura della Camera ha voluto approvare la risoluzione anti-gender spinta a spada tratta dalla Lega e da suoi simili. Il primo firmatario è proprio il gentil Sasso. E con le spalle coperte da Pro Vita e l’affiancamento di Fratelli d’Italia, oramai mi sembra scontato chi può decidere dei nostri corpi e delle nostre vite. Al momento non è ancora chiaro che farà nel concreto questo divieto.
Iniziamo a visionare cos’è stato detto
Allora facciamo tanti piccoli passi per analizzare ciò che ha detto il sottosegretario all’approvazione. “Abbiamo ribadito il nostro no al tentativo di coinvolgere bambini di 6 anni in una deriva ideologica che non ci piace“. Gentilissimo, ma chi aveva intenzione di farlo! Prima di tutto non parliamo di ideologia, ma della vita di persone, che nel totale non sono nemmeno l’1% degli italiani (parliamo della comunità transgender nello specifico). In più nessuno è interessato qui a “plagiare le giovani menti”. Se avesse fatto educazione sessuale a scuola lo saprebbe, ma guardi un po’, magari è proprio questo il problema? Che nessuno insegna a questi bambini del proprio corpo e di come funziona? Meglio diffondere le teorie complottistiche anti-gender invece.
Contro l’Europa e fermamente anti-gender
Andiamo un pochettino più avanti, magari ci arriviamo piano piano. Il gentilissimo Sasso continua dicendo che “per noi non è opportuno che delle drag queen entrino nelle classi dei nostri figli e li indottrinino dalla più tenera età. Abbiamo detto no all’UE che vuole destinare milioni ai corsi Erasmus, DragTivism, come strumento di propagazione di questo ‘dogma’, e in Italia ci opporremo in qualsiasi modo alla pericolosa ideologia woke“. Mi hanno fatto male gli occhi solo a leggerlo. Direi di procedere a piccole parti, perché il messaggio qui inizia ad essere estremamente di destra e va tradotto da tutto questo anti-gender.
Definiamo prima il lavoro di una drag queen
Le drag queen sono performer. È come voler vietare ai clown di andare negli ospedali perché farebbero del male alla psiche dei bambini meno fortunati. Di sicuro il loro lavoro non è indottrinare, al massimo insegnare, e per fortuna non quelle porcherie anti-gender vostre. Sono uno dei più bei esempi di cultura LGBTQIA+, e mostrano ai giovani che anche persone cis, etero o di diversa identità di genere e/o orientamento sessuale possono fare cose tipicamente “femminili”, passatemi il termine. E cosa c’è di male se un ragazzo poi vuole diventare stilista, o truccatore, vedendo cosa fanno? O se una ragazza decidesse di fare teatro, stand-up comedy, o cose così? Vi assicuro che i bambini non ci badano proprio al “diventare” gay o trans, non è nel loro interesse.
Adesso evidenziamo il vero problema, non quello sostenuto dai fan anti-gender
Potrei andare avanti all’infinito, ma cerchiamo di proseguire. Se l’Italia effettivamente usasse i fondi per la cultura e l’insegnamento sarebbe un miracolo. Quante strutture scolastiche sono fatiscenti, mal fornite e mal gestite? Quanti istituti inagibili troppo al lungo, senza corpo docenti o alunni? Per non parlare della criminalità giovanile che sta andando alle stelle. Uno studente con disabilità non è giusto stato aggredito fuori scuola da dei coetanei in Sicilia? A Milano non c’è stato un pestaggio brutale di sette ragazzi contro altri due? E a Napoli un sedicenne non è stato picchiato da una coetanea? Per non parlare di tutti quegli assalti a mano armata di cui ho letto negli ultimi mesi, subito all’inizio dell’anno scolastico. E direi che il vostro fanatismo anti-gender questa cosina qui la sta alimentando.
Chiudiamo brevemente questo punto
Quindi, riassumiamo questi ultimi due punti. Per il sottosegretario Sasso è più importante impedire la diffusione della cultura e del sapere piuttosto che arginare i problemi di violenza e criminalità, esacerbati anche e soprattutto dalla cultura anti-gender. Perché alla fine si riduce tutto a questo: mettiamo un bel fiocco sulla nuova generazione, perché più brutta di così non si poteva presentare. Sempre meglio continuare a far uscire i ragazzi ignoranti, che non sanno studiare, con alle spalle un decennio di bullismo e cyberbullismo, siano carnefici o vittime di ciò. Tanto qui non ci sono dei chiarissimi segnali che c’è qualcosa che non sta funzionando, assolutamente.
Andiamo avanti per questa ideologia anti-gender
Ma volessimo andare avanti nel discorso anti-gender “Noi difendiamo i bambini”? Perché continua, eh già. “Proteggeremo a tutti i costi il diritto dei bambini di vivere serenamente la bellezza dell’infanzia, lontana da questa visione che li vorrebbe schiavi di una iper-sessualizzazione“. Perché la loro infanzia giustamente è bellissima! Non siamo appena usciti da un lockdown mondiale, con falle nel sistema di tutte le tipologie. Non stiamo privando loro di poter vivere nei continui attacchi della destra italiana, ignorando i veri problemi del nostro Stato. Quando se ne accorgeranno che qui i giovanissimi sono già iper-sessualizzati, e non per questa ragione?
Ma vi rendete conto di qual è la realtà dei fatti?
Vorrei tantissimo che uno vedesse cosa viene pubblicato sui social dei minori. Perché, genuinamente, come si mostrano non è affatto normale. Non perché non debbano esprimere ciò che sono e pensano, per carità. Ma quando ancora andavo a scuola noi ci divertivamo con i filtri con le faccine, facevamo stupide gare di ballo ed eravamo ragazzi. Adesso per i più piccoli è una competizione alla foto più performante e più modificata di tutte. Quanto si è magri, belli, ordinati, con i vestiti alla moda e sempre in tendenza. Mai una foto scomposta, si deve essere perfetti. Non ci darei manco 25 anni a questi ragazzi, ma di più. Questa è la vera realtà, ed è influenzata dai pregiudizi e dagli standard da scatola chiusa che si stanno diffondendo a macchia d’olio. Non quella che questi teorici anti-gender vogliono spacciarvi per vera.
E qui sta la vera base anti-gender
I ragazzi si iper-sessualizzano non perché le drag queen o quei “deviati” LGBTQIA+ ci mettono il loro malsano zampino. Sono così perché nessuno gli ha insegnato cos’è rispettare il proprio corpo. Che significa sessualità, come si vive, come ci si protegge dai predatori. E questo vale per i ragazzi quanto per le ragazze, come anche il resto delle persone non conformi. Nessuno sta insegnando più loro cos’è un atteggiamento predatorio, la cultura del possesso, come esprimere le proprie delusioni e frustrazioni. Preferite influenzarli negativamente ancor di più con i vostri discorsi anti-gender. Perché è sempre più facile aggredire verbalmente e fisicamente, umiliare l’altro, lasciare questi ragazzi nella violenza e nell’intolleranza. Però non rendetevene mai conto di tutto ciò, meglio trovate un capro espiatorio.
Conclusione del commento
Chiudiamo questo lunghissimo discorso con l’ultima parte di questo messaggio dalle dubbie intenzioni. “E se qualcuno pensa di sostituirsi alle famiglie, magari con sedicenti esperti provenienti da associazioni LGBTQIA+, nell’educazione di bambini di 6 anni, troverà sempre nella Lega un muro insuperabile“. Beh, complimenti e congratulazioni. Non c’è bisogno di sostituire le famiglie perché tanto state impedendo di formarsene di nuove. E che nessuno vada a dire ad una donna cosa deve fare del proprio utero! Perché se lo volesse prestare per concepire per altri è un reato universale, ma se venisse fecondato per uno stupro è compito suo partorire questo bambino non voluto e crescerselo senza aiuti dello Stato! Anzi, che venga indottrinata dagli obiettori di coscienza fino al crollo psicologico! Poi pensate sempre a continuare la catena d’odio con un discorso anti-gender di chiusura, mi raccomando.
I veri muri insuperabili li crea l’ideologia anti-gender
Sfogo a parte, ma veramente una persona cis etero pensa di saperne di più di un “sedicente esperto proveniente da associazioni LGBTQIA+”? Lo vedo come hai fatto un buon lavoro fino ad ora nel crescere i tuoi figli dall’alto dei tuoi discorsi anti-gender. Uccidono le donne perché loro possedimento, attaccano i coetanei armati perché li sfidano nella gara a chi è più macho e più uomo. Ma sì, dai, il vero problema sta sempre nella brutta e cattiva comunità LGBTQIA+. Non nel difficile accesso all’educazione, che poi diventa parziale come edulcorata da una valanga di misoginia, omotransfobia e pregiudizio. Se magari i bambini venissero veramente educati non si troverebbero dei veri muri insuperabili davanti, costretti a chiudersi in ciò che non sono.
Sentiamo invece la campana giusta
Vorrei sentire adesso dei commenti sensati a tutta la questione anti-gender. Partiamo da Cecilia D’Elia, capogruppo PD in commissione Cultura e Istruzione del Senato: “L’approvazione nella commissione della mozione Sasso contro una presunta ideologia gender è l’ennesima riprova dell’ipocrisia di questa destra. Si strumentalizza un tema delicato e importante come quello dell’educazione all’affettività e del contrasto alla violenza e sulle discriminazioni, per attaccare i diritti e boicottare i progetti di contrasto agli stereotipi di genere. Fratelli d’Italia e la maggioranza si pongono così dalla parte sbagliata in una battaglia di civiltà, che riguarda tutto il paese, tutte e tutti i cittadini, bambini e bambine in primis. Un approccio, il loro, ideologico, che mortifica le tante realtà e le scuole, che per fortuna sono molto più avanti“.
Per i fan anti-gender consiglio questo paragrafo
Continuiamo con Lella Palladino, sociologa, fondatrice della cooperativa sociale Eva (che in Campania gestisce 5 centri antiviolenza e 3 case rifugio) e vice presidente della fondazione Una nessuna centomila: “La costruzione dell’identità di genere, gender in inglese, è un processo che coinvolge tutti gli esseri umani, inevitabilmente, dalla nascita in poi. Impedire di parlarne nelle scuole non intacca minimamente questo processo. Invece impedisce di affrontare quegli stereotipi e pregiudizi sessisti che sono alla base della discriminazione e della violenza maschile contro le donne, come della violenza nei confronti delle persone LGBTQIA+. Questa mozione ci dice di una maggioranza che mentre si indigna per l’ennesimo femminicidio, chiude le porte al cambiamento culturale che va necessariamente costruito fin dalla più giovane età se si vuole davvero provare a prevenire la violenza“.
Dedichiamo uno spazio anche ad Alessandro Zan
Vorrei lasciare anche le parole di Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria PD e portavoce del DDL Zan quando fu: “Oggi la destra, al primo giorno di lavoro delle commissioni parlamentari dopo la pausa estiva, si affretta a votare una risoluzione della Lega contro una fantomatica ideologia gender, ma non è altro che l’ennesimo attacco alle persone LGBTQIA+ italiane, esattamente come avviene in Ungheria e in Bulgaria. In un’Italia dove le liste di attesa per curarsi si allungano sempre di più proprio per i tagli della destra, dove i salari rimangono al palo e il reddito reale delle famiglie crolla, la maggioranza non trova niente di meglio di cui occuparsi che continuare la crociata contro i diritti. È evidente che la destra italiana è ormai completamente scollata dalla realtà”.
Chiudiamo questa diatriba anti-gender così
Infine concluderei il discorso anti-gender con Marta Rohani, responsabile Scuola nella segreteria nazionale di Arcigay: “A pochi giorni dalla notizia del suicidio di un giovane omosessuale a Palermo e dall’aggressione omofoba di un uomo a Cremona, la Commissione Cultura della Camera approvato la risoluzione Sasso e la proposta di legge Ravetto tracciando la strada verso una legge anti-LGBTQIA+ italiana simile a quelle approvate in Russia e in Ungheria, che metta al bando dalle scuole qualsiasi contenuto legato alla cosidetta ideologia gender. Allora lo ribadiamo: l’ideologia gender, per la prima volta citata in un documento ufficiale del parlamento italiano, non esiste, è un’invenzione della destra e dei movimenti ultra cattolici. Esistono invece percorsi di educazione alle differenze, alla sessualità e all’affettività, avviati in alcune scuole, e che tentano di trasmettere il rispetto delle differenze culturali, etniche, religiose, di genere, di orientamento sessuale e di abilità, come elemento fondamentale per la costruzione di una società inclusiva e democratica”.
Gentilissimi capi del governo italiano, ci diamo un attimino una svegliata? Perché vi siete abbelliti di stronzate senza senso e state perdendo l’obiettività.
Aeden Russo
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