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Torino: ragazzo omosessuale costretto a ‘prove di virilità’

Torino ragazzo gay costretto a prove di virilità dalla famiglia

A Torino un ragazzo omosessuale è stato costretto a “prove di virilitàdalla famiglia che non ne accetta le tendenze omosessuali. La storia ha coinvolto un quindicenne, costretto a dar prova del proprio essere uomo. Le prove in questione hanno per la verità poco di mascolino e molto di tossico. Già, perché svegliarsi nel cuore della notte per correre in strada non ci rende più uomini, così come non farlo non ci rende meno uomini. Questa è solo una delle prove di questa pratica d’urto comminate al giovane dai genitori, convinti di “correggerne” i comportamenti.

Il padre del ragazzo avrebbe combinato per quest’ultimo un incontro a sfondo sessuale con una coetanea, con lo scopo di far avere un’esperienza eterosessuale al giovane. Alle umiliazioni che il quindicenne avrebbe dovuto subire si aggiunge poi l’aver dovuto leggere il proprio diario davanti ai familiari, con annessi pensieri intimi. Questi alcuni dei soprusi che il ragazzo ha in seguito confessato alla psicologa della scuola, che ha di conseguenza allarmato i servizi sociali. Gli stessi genitori tramite il proprio legale hanno peraltro ribadito la propria posizione, mascherata dietro al nome di “comportamenti educativi”. Resta ignoto a quale educazione si faccia poi riferimento.

Le prove di virilità per il ragazzo omosessuale di Torino e l’intervento della procura

La risonanza della storia è stata grande a Torino. La storia del ragazzo omosessuale costretto a “prove di virilità” ha infatti necessitato l’intervento della procura, dopo i servizi sociali. In particolare, la procuratrice dei minori Emma Avezzù ha lanciato un preciso allarme per l’aumento di violenza e discriminazione familiare ai danni di giovani omosessuali. Come riporta l’articolo apparso su lavocetorino.it, la procuratrice ha dichiarato:

Prima il fenomeno era più nascosto, ora i giovani sono più liberi, ma in casa rischiano di essere puniti”. E ha aggiunto: ”Il rifiuto dell’omosessualità è un fenomeno trasversale: i casi riguardano italiani e stranieri, con livelli culturali e sociali di ogni tipo”.

I genitori del ragazzo rischiano adesso di vedersi tolta la potestà sul proprio figlio che è stato temporaneamente allontanato dal nucleo familiare per decisione dei giudici.

Questa storia ci ricorda per l’ennesima volta quanto l’eterosessualità sia data per assunta, come una linea di default. Non appena poi ci si discosta da essa, si parla di accettazione e di difficoltà dei genitori. Come sempre, la risposta più equa giace probabilmente sull’impervia strada del rispetto altrui. Forse, se iniziassimo a pensare che la nostra libertà finisce dove inizia quella del prossimo (figli compresi), non ci sarebbe “prova” che regga per dimostrare di essere abbastanza maschi o meno (o magari è meglio parlare di prove blu e prove rosa, già che ci siamo?).

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