Il 12% di chi fa l’escort ha già fatto domanda per il bonus dell’Inps, ecco perchè.
A riportare la notizia è stato Escort Advisor, il sito di recensioni di escort più visitato in Europa che ha avviato un sondaggio interno ai suoi iscritti. E’ emerso così che tra i suoi utenti, il 12% ha ammesso di aver fatto immediatamente domanda all’Inps per farsi accreditare gli ormai celeberrimi 600 euro una tantum, mentre un altro 14% sta seriamente pensando di farne richiesta.
Ma davvero chi fa l’escort ha diritto ai buoni Inps?
Il mestiere più antico del mondo, in Italia, è una professione legale, ma non è regolamentata, benché nel 2016 la Cassazione abbia stabilito che si tratti di una categoria di professionisti da considerare alla pari degli altri lavoratori autonomi.
Com’è possibile allora, che così tante escort abbiano fatto domanda per il bonus Inps?
In realtà, come si evince dai racconti di alcune delle protagoniste intervistate, la domanda presentata all’Inps è collegata ad un’altra attività parallela esercitata dalle persone interessate. L’huffingtonpost riporta la testimonianza di Katiuscia: “Sono riuscita a chiedere il buono Inps, non in quanto escort ma perchè lavoro anche come lavapiatti in un ristorante”.
Ecco svelato l’arcano.
Se da una parte troviamo persone responsabili come Katiuscia, che con sacrificio decidono di interrompere la propria attività, dall’altra riscontriamo che sono ancora numerosi gli annunci di incontri a pagamento (e non), e interessano sia gli etero che i gay.
Tra questi ci sono certo persone irresponsabili, ma anche persone piegate dalla necessità.
Se infatti la prostituzione diventa sempre di più una libera scelta, sia per gli uomini che per le donne, c’è ancora chi la pratica per reale necessità, magari anche in età molto avanzata.
Anche queste persone purtroppo rientrano tra gli “invisibili” di un decreto ancora perfettibile, e il loro problema riguarda tutti.
Chissà che questa non sia l’occasione giusta per regolarizzare finalmente anche in Italia, il mestiere più antico del mondo.