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MICROAGGRESSIONI: cosa sono e perché non sottovalutarle

In questo articolo parleremo di una subdola forma di oppressione che purtroppo è presente spesso in vari contesti quotidiani. Le Microaggressioni sono comportamenti che consistono in brevi offese verbali, comportamentali o ambientali frequenti nel linguaggio comune che comunicano offese e/o insulti ostili, dispregiativi o negativi spesso rivolte a persone appartenenti ad una minoranza (persone LGBTQ+, disabili, extracomunitarie…).

Perché “micro”?

Ma allora perché chiamarle “micro”? La risposta è che gli aspetti centrali di questo tipo di offesa sono proprio la non-consapevolezza e l’Involontarietà con cui esse vengono perpetrate. La presunta “naturalezza” di tali atti è radicata nel Razzismo, nell’Eterosessismo ed in generale negli Stereotipi che contraddistinguono la nostra società, che hanno l’effetto di far passare queste offese come legittime opinioni personali, scherzi bonari o per la semplice espressione del senso comune. Un esempio potrebbe essere: “Per me, quello tra due uomini non è vero sesso”, oppure: “Guidi proprio bene per essere una donna!”. Ciò provoca un effetto paradossale: chi offende reagisce offendendosi quando gli si fa notare che quanto ha detto è offensivo!

Ma approfondiamo di più la questione: D. W. Sue, professore di psicologia alla Columbia University, illustra chiaramente questo fenomeno nel suo libro “Microaggressions in everyday life“. In questo testo, l’autore spiega come i nostri pregiudizi e stereotipi esistano su un continuum di Consapevolezza cosciente. Una persona apertamente razzista, ad esempio, userà epiteti razziali, crederà coscientemente nell’inferiorità delle persone di colore e le discriminerà deliberatamente. Anche le persone meno razziste (o meno consapevoli di esserlo), però, rischiano di comportarsi involontariamente in modo sottilmente discriminatorio nei confronti di persone di colore, donne ed altre minoranze.

Secondo Sue e collaboratori, le microaggressioni esistono in tre forme:

Piccole, ma pericolose

Quello delle microaggressioni è un argomento di grande interesse per la Psicologia clinica, poiché la natura frequente di tali eventi comporta un costo emotivo importante, e questo è ben evidenziato nel libro di Sue, in cui egli riporta la sua personale esperienza di asioamericano. L’autore descrive le microaggressioni come dannose perché influiscono sulla capacità di funzionare e prosperare in vari contesti, impoverendo il destinatario sia spiritualmente che psichicamente.

Ma come evitare queste aggressioni, involontarie per definizione? Secondo Sue nessuno di noi è libero da Pregiudizi razziali, di genere e di orientamento sessuale ereditati dai nostri antenati e dalle società. Siamo tutti vittime in un modo o nell’altro da un processo di condizionamento sociale che ci ha intriso di pregiudizi, paure e stereotipi sugli altri. Per rispondere efficacemente ed empaticamente a tale dolore, dobbiamo riconoscere i nostri pensieri e pregiudizi inconsci. La conoscenza di sé, è il primo passo per raggiungere tale consapevolezza, necessaria per “funzionare efficacemente in una società democratica pluralista.

Sara de Sio

Si ringrazia giuditta_san per le illustrazioni originali

 

Riferimenti:

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