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Il suicidio non basta. Vogliono di più.

A 24 anni non ce l’ha fatta più e ha deciso di dire basta. Così, un giovane di Cologno, ha tentato di suicidarsi lanciandosi da un’impalcatura a Sesto San Giovanni e, solo grazie all’allarme lanciato tempestivamente da una sua amica, il giovane è stato fermato in tempo dalle forze dell’ordine e si è evitato il peggio. Cosa lo ha spinto a un simile gesto? Il peso del bullismo, delle vessazioni e degli insulti che quotidianamente lo soffocavano. Il ventiquattrenne è omosessuale e la sua quotidianità era diventata un incubo dal quale ha cercato di scappare, scegliendo la strada più tragica. L’ultima strada percorribile: il suicidio.
Leggendo le varie testate che hanno riportato la notizia, non ci sono grossi colpi di scena o punti di vista alternativi. Ciò che è (tristemente) interessante leggere sono i commenti alla notizia: là dove il dolore e la disperazione hanno prosperato sino a spingere un giovane a tentare di togliersi la vita, hanno trovato terreno fertile i soliti campioni di testosterone, i veri maschi alpha che non hanno avuto nemmeno il doveroso umano rispetto per il protagonista di questa tragedia sfiorata. Ma il campione indiscusso per il peggior commento di sempre va, senza dubbio, a colui che ha trovato strano che questo tentativo di suicidio sia arrivato proprio a ridosso della presentazione del decreto contro l’omofobia, insinuando sottotraccia una trama complottista degna di una mente infinitamente povera.
Nel frattempo Salvini desidera proporre un disegno di legge contro l’eterofobia perché, se ai gay è concesso essere difesi con una legge che, addirittura, sembra privilegiarli, allora anche gli etero ne sono meritevoli. Eppure non si legge di gente suicida, aggredita, picchiata o gambizzata perché eterosessuale, ma evidentemente Salvini sa cose che noi non sappiamo e, nella sua verde Padania, anche gli etero sono soggetti a rischio.
Ha avuto una piccola eco anche quel medico chirurgo che, con il paziente sotto anestesia, si è lasciato andare a un liberatorio “ma tu guarda se devo perdere tempo a operare ‘sto frocio di merda“. Commento per il quale l’anestesista presente in sala lo ha denunciato. C’è da presumere che se fosse stato un paziente etero nulla sarebbe stato detto. Ma nei commenti a questa notizia c’è chi, in maniera ben poco velata, difende il medico che, a tutti gli effetti, è libero di dire la sua a un paziente che non può nemmeno rispondergli o scegliere di non essere operato da un individuo simile.
Durante la pandemia c’è stato un momento, forse il più tragico, in cui abbiamo pensato che dopo il covid saremmo stati migliori, più altruisti, più sensibili, più empatici. E invece siamo diventati peggio di ciò che eravamo prima di questo disastro sanitario: più egoisti, cinici, intolleranti, gretti, aridi. Lo si vede guardando, leggendo e toccando il tessuto sociale, ormai marcescente. Chi ha vissuto il bullismo e/o un tentato suicidio riceve queste notizie come una coltellata. E coloro che le commentano in maniera becera non si rendono minimamente conto di quanto male fanno e di quanto in basso possano far precipitare in un lampo non solo la propria presunta intelligenza, ma la loro umanità.
Siamo in un’epoca profondamente triste dove l’egoismo e l’egocentrismo eclissano tutto il resto. Possiamo anche avere un Salvini che fa le sue sparate per guadagnarsi qualche titolo di giornale e una popolarità a suon di polemiche, ma il danno vero lo fanno coloro che i suoi messaggi li sentono senza ascoltarli e cercano di metterli in pratica nel quotidiano senza criterio, così, giusto perché glielo ha detto il Capitano. L’analfabetismo funzionale ha raggiunto livelli che sfiorano l’indecente e il desiderio incontrollabile di dire la propria, sempre e comunque, senza nessuna remora o vergogna, sta spaccando a picconate il senso di comunità. Di umanità.
Sarebbe bello avere una ricetta per tornare a essere più decenti, perché è proprio la decenza a latitare ultimamente. La decenza di avere una coscienza che si risveglia e si scuote davanti ai suicidi, che si indigna e reagisce davanti a un medico che sproloquia, che si mette a ragionare e si oppone con forza a un parlamentare che cavalca l’ignoranza e la paura. Invece no: hanno detto che più veemente riesci a inveire contro qualcuno, più sei forte e più trionfale sarà la vittoria. Si sono dimenticati di dirvi che alla fine non vince nessuno e perdiamo tutti. Nessuno escluso. E la nostra umanità è tutto ciò che ci dovrebbe rendere unici e irripetibili.