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Fase due: locali gay a rischio

Con la fase due riaprono i bar, ma solo con modalità da asporto: che cosa ne sarà dunque di quel momento di socializazione tipico dei luoghi d’incontro Lgbtq+?

 

Parte ufficialmente in tutta Italia, la tanto attesa fase due, così attesa così ancora poco chiara. Fra dubbi e incertezze, qualcuno di noi tornado (seppur con misure diverse) al proprio lavoro, si sarà accorto dei primi bar finalmente con le saracinesche alzate e con il loro immancabile profumo di brioches appena sfornate e caffè caldo. Ecco allora che quel gesto che tanto davamo per scontato, come fare colazione, concedersi un caffè con un collega dopo pranzo o meglio ancora un aperitivo con un amico, diventano ora momenti ancora più preziosi ma anche fortemente a rischio.

Perchè se da una parte, torniamo ad appagare il nostro lato “goloso”, dobbiamo però fare i conti con il divieto di sostare all’interno dell’esercizio commerciale, potendo quindi consumare i prodotti solo in modalità da asporto. A questo punto però, viene da domandarsi che cosa ne sarà del nostro lato sociale, vale a dire di quel momento di spensieratezza, fatto di chiacchiere e socializzazione che proprio tali ambienti ci davano? Che ne sarà del primo appuntamento per un aperitivo da conoscenza? Che ne sarà di quei posti come bar e pub gay, dove ci si poteva recare anche da soli proprio perchè certi che avremmo potuto trovare compagnia?

Se da una parte vediamo una ripresa o quanto meno una ripartenza economica, quello che viene a mancare, ancora, in questa fase, è proprio la sfera sociale, il potersi incontrare seduti ad un tavolo, il conoscersi e il raccontarsi. Valori questi, che inevitabilmente ci trasmettevano tutti i luoghi in cui andavamo a consumare un drink ma a maggior ragione i posti tipici delle gay street, come bar, ristoranti e pub.

Se viene dunque a meno, la possibilità dell’incontro, che ne sarà di questi luoghi? Quanto ancora gli imprenditori di questi settori dovranno attendere per una vera ripresa? Riusciranno a resistere? E quanto ancora la popolazione Lgbtq+ dovrà attendere per la propria vita sociale?