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Non c’è pace per le carriere alias: Il caso del Liceo Marco Polo

Non c’è pace per le carriere alias e per le scuole che hanno interesse a preservare il benessere delle persone trans* che le frequentano. Questa volta a venire colpito è il Liceo Marco Polo di Venezia la cui decisione di adottare le carriere alias nel 2021 è finita nel mirino addirittura di un partito di maggioranza. Infatti, due esponenti di Fratelli d’Italia, Anita Menegatto e Andrea Barbini con deleghe a “Istruzione” e “Famiglia e valori non negoziabili”, hanno accusato direttamente la preside dell’istituto Maria Rosa Cesari di “Falsità ideologica“, in una mail dai toni chiaramente intimidatori.

Carriere alias, la risposta della scuola

Fortunatamente questi metodi degni di un bulletto di bassa lega non hanno ottenuto l’effetto sperato. Infatti, è stata la preside stessa a sottolineare come le carriera alias sia stata approvata all’unanimità dal consiglio d’istituto nel 2021. Ha inoltre sottolineato alla stampa quanto le modalità e i toni chiaramente intimidatori della mail siano stati altamente inappropriati e irrispettosi del ruolo svolto dalla scuola. Ha concluso dicendo che a contenevano informazioni sbagliate.

Infatti, come già avevamo ricordato anche in passato, la carriera alias è e rimane uno strumento solamente interno agli istituti. Non figura, quindi, su nessun documento ufficiale a circolazione esterna. Di conseguenza, cadono completamente le accuse perseguibili di falsità ideologica e sostituzione di persona mosse da FdI all’istituto. Inoltre, unanime è stata la risposta del corpo studentesco. Esso ha reclamato e sottolineato l’importanza di uno strumento come la carriera alias, che finora è stato utilizzato da 6 persone trans frequentanti l’istituto. Quindi un buco nell’acqua per i delegati di FdI e l’ennesima dimostrazione di quanto certe posizioni siano ormai dal lato sbagliato della storia.

Soprattutto, viene da chiedersi se la delega all’istruzione più che ad esercitare toni da Ventennio non serva a sistemare i veri problemi che da decenni piagano la scuola italiana tra attività senza fondi, edifici che crollano e abbandono scolastico. O se i “valori non negoziabili” non includano il benessere psicofisico delle nuove generazioni. Ma si sa, la ricerca della coerenza è un vano esercizio.

 

 

Fonte: Open