Un padre ha pagato un bandito, duemilacinquecento euro, per spezzare le mani al proprio figlio gay e picchiarlo
L’obiettivo dell’uomo era quello di distruggere fisicamente e professionalmente il ragazzo che, con quelle mani, è diventato un affermato chirurgo nella città di Torino.
La tragica vicenda è iniziata nel 2016 quando, il quarantenne chirurgo, è stato paparazzato al mare, in Francia, con un attore molto famoso.
Queste immagini finite anche su qualche giornale scandalistico, hanno turbato il padre e da lì sono iniziate le persecuzioni nei suoi confronti e ai danni anche della mamma.
Il padre che ha pagato il bandito per far spezzare le mani al figlio gay, infatti, prima di arrivare a compiere tale gesto, ha minacciato e picchiato la moglie.
La donna, madre della vittima quarantenne, dopo quarantadue anni di matrimonio ha deciso di separarsi per le violenze domestiche che continuava a subire.
Dopo questa triste vicenda, l’aguzzino, nel 2017, ha assoldato un uomo per massacrare il compagno del figlio e poi lo ha ingaggiato per seguire i movimenti della coppia.
Per fortuna, se così vogliamo scrivere, il ‘bandito’ che era stato contattato non se l’è sentita di commettere tale crudeltà.
“Un giorno esco dallo studio e mi avvicina un tizio. Mi dice che mio padre l’ha pagato per spezzarmi le mani. Mi dice anche che non ha nessuna voglia di farlo, gli sono sembrato un bravo ragazzo e non vuole rovinarmi la vita. Abbiamo finto un’aggressione. Così da poter fornire a mio padre delle prove fotografiche. Lo stesso per le ruote dell’auto: Io e mia madre avevamo preso due auto nuove e mio papà aveva pagato quell’uomo per bucarci le gomme”.
Padre paga bandito per spezzare le mani al figlio gay: l’uomo assoldato avvisa il ragazzo che ha sporto denuncia nei confronti del genitore
Dalle dichiarazioni riportate in calce e che abbiamo trovato sul sito ‘dagospia.com’, nello specifico, si può notare come il padre che ha pagato il bandito per spezzare le mani al figlio gay, si sia trovato di fronte a un ‘criminale’ che non aveva alcuna voglia di compiere tale reato.
Il chirurgo ha avuto paura di denunciare il padre, per timore di ritorsioni o che, magari, potesse compiere atti di portata ancora peggiore.
Finalmente, però, nel 2018 ha trovato la forza di denunciare il proprio genitore.
“A maggio 2018. All’inizio non volevo, avevo paura. Per più di due anni ho vissuto sotto scorta. I miei amici mi venivano a prendere e mi riportavano a casa. Li tenevo costantemente aggiornati sui miei spostamenti. Avevo paura anche solo ad andare in giardino, perché temevo che qualcuno potesse saltare la recinzione.
È vero, quell’uomo pagato per picchiarmi mi aveva avvisato, ma un altro avrebbe fatto lo stesso. Prima non ho avuto il tempo di fermarmi. Dovevo essere forte per difendere mia madre, il mio compagno. Mi sembrava che nessuno mi ascoltasse, che nessuno mi credesse. Qualcuno mi ha anche accusato di portare avanti una ripicca contro papà.
Perdonarlo? Lasciamo perdere quello che è successo a me. Non posso perdonare quello che ha fatto a mia madre e al mio compagno. Un genitore può non comprendere la vita di un figlio, può non condividerne le scelte, ma una tale violenza non ha giustificazione. Mi sono interrogato tante volte sulle sue azioni. Forse gelosia, forse invidia. Forse non sopportava che sfuggissi al suo controllo. Io come mia madre”.
Il padre omofobo condannato a soli due anni: rivedere legge sull’omotransfobia!
Il padre omofobo che ha pagato un bandito per spezzare le mani al proprio figlio perché omosessuale è stato condannato.
Purtroppo, cari lettori, la sentenza del giudice del Tribunale di Torino è assai amara.
L’aguzzino, infatti, ha patteggiato una pena e dovrà scontare solo due anni di reclusione e senza risarcire alcun danno.
Mentre alla Camera la legge sull’omotransfobia è stata approvata con l’articolo 4 (ex art. 3) che prevede il ‘Salva idee’ o ‘salva omofobi’, alle persone LGBT, in Italia, succede questo.
E mentre i media non hanno passato questo triste episodio di cronaca nera e ennesimo di omofobia in televisione, siamo qui a chiedere una maggiore tutela da parte della politica, tutta, e di rivedere tale DDL. Così com’è, infatti, non protegge proprio nessuno.
Noi, nel nostro piccolo, non possiamo che esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla vittima così come ha fatto il Partito Gay – Lgbt+ Solidale, Ambientalista e Liberale.
Simone D’Avolio