AIDS, dalla scoperta del virus dell’HIV alla possibilità di un vaccino
– 1981 > Cinque uomini 30enni di San Francisco sono colpiti da una rara malattia polmonare. La stessa non ha ancora un nome. Alla fine del 1985, ogni Paese del mondo certifica almeno un caso di AIDS: sono oltre 20mila i casi a livello globale. La patologia ancora non ha cure. L’HIV, il virus da cui viene scaturita la “nuova” malattia, deriva dal relativo virus di immunodeficienza delle scimmie (SIV), che infetta alcuni primati in Africa. Vi sono prove che esseri umani che partecipano ad attività di caccia e di vendita di pelli di scimmia, abbiano contratto occasionalmente il SIV.
– 1987 > La prima cura disponibile si chiama Azt (azidotimidina). Esso è un farmaco che viene approvato in pochissimo tempo, ovvero 20 mesi. La cura costa 8mila dollari all’anno, può causare importanti effetti collaterali e non basta da sola.
– 1992 > La malattia viene indicata come la principale causa di morte tra gli uomini americani di età compresa tra 25 e 44 anni.
Dal 1996 (circa) parte la svolta
– 1996 > La Food and Drug Administration (FDA) americana approva il primo inibitore della proteasi, inaugurando l’era della terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART). La terapia è basata sulla somministrazione di più farmaci in grado di sopprimere in maniera efficace la carica virale del virus nel plasma, riducendo il rischio di trasmissione di HIV.
– 2012 > Nasce la Prep (profilassi pre-esposizione). Ciò consiste nell’assunzione di farmaci anti HIV al fine di ridurre significativamente la capacità di infettarsi.
– 2016 > Viene lanciata la campagna “U = U” (Undetectable = Untrasmittable), in base alla quale una persona con HIV in terapia efficace, con viremia non rilevabile, non trasmette il virus. Cambia così la vita per le coppie sierodiscordanti, quelle cioè in cui un partner è sieropositivo e l’altro no.
– 2021 > Ugur Sahin e Ozlem Tureci, immuno-oncologi co-fondatori di BioNTech, l’azienda che ha sviluppato il vaccino anti-Covid per Pfizer, annunciano che con la tecnica dell’mRna messaggero sarà possibile sconfiggere anche tumori e HIV.
– 2022 > Parte la sperimentazione di un vaccino anti-Aids basato sulla stessa tecnologia mRna utilizzata per i vaccini contro il Coronavirus. Lo studio di Fase 1 su mRna-1644 è sponsorizzato da Iavi e si svolgerà in quattro sedi negli Stati Uniti. In questa fase saranno reclutati 56 volontari adulti sani e Hiv-negativi. Nello studio, 48 partecipanti riceveranno una o due dosi di mRNA-1644, 32 di loro riceveranno il boost mRNA-1644v2-Core. Altri otto volontari riceveranno solo il richiamo immunogeno. Per sicurezza, i partecipanti saranno monitorati per sei mesi dall’ultima vaccinazione.
Esiste un Vaccino contro l’AIDS? Ecco perché è così difficile trovarlo
Il virus neutralizza continuamente le risposte immunitarie aggirandole. Tutti gli approcci tentati finora non sono stati efficaci nel tentativo di creare un vaccino, compresi i vaccini adenovirus (che usano un virus vivente ma reso inoffensivo per veicolare parte del dna di un altro virus, nel caso specifico quello dell’hiv, per scatenare una risposta immunitaria).
E’ purtroppo un virus molto sfuggente. Entro il 2030 le Nazioni Unite hanno deciso di porsi degli obiettivi:
- Porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili
- Ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento e promuovere benessere e salute mentale
- Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’utilizzo di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol
- Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili. Proteggere la sanità pubblica e, in particolare, fornire l’accesso a farmaci per tutti
- Aumentare considerevolmente i fondi destinati alla sanità e alla selezione, formazione, sviluppo e mantenimento del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo, specialmente nei meno sviluppati.
- Rafforzare la capacità di tutti i Paesi, soprattutto dei Paesi in via di sviluppo, di segnalare in anticipo, ridurre e gestire i rischi legati alla salute, sia a livello nazionale che globale.
Mancano “solo” 8 anni alla data che le Nazioni Unite si sono prefissate per risolvere le numerose problematiche legate ai virus e alle malattie trasmettibili. La speranze è che si riescano a rispettare le scadenze così come sono state inserite in agenda.
Raph