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Comunità LGBT+: come il Covid-19 ha influito sui giovani arcobaleno

La pandemia globale da COVID-19 è un evento collettivo e storico che ha avuto gravi ripercussioni economiche, sociali e psicologiche su ognuno di noi. In questo articolo, proveremo ad analizzare le particolari criticità che tale situazione potrebbe aver causato alle persone appartenenti alla comunità LGBT+.

Come già trattato qui, le persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Queer o Questioning (LGBTQ+) sono sottoposte, da un punto di vista psicologico, a forme di stress e vulnerabilità peculiari del loro status di minoranza sessuale. Ciò si traduce in svantaggi di tipo socioeconomico e, da un punto di vista epidemiologico, è stata largamente documentata la maggiore incidenza di problemi psicologici in questa popolazione (1). Tale vulnerabilità potrebbe essersi accentuata a seguito dell’emergenza sanitaria e sociale causata dalla recente pandemia mondiale.

Comunità LGBT+ e Sostegno Sociale

L’isolamento sociale è il primo dei problemi con cui le persone LGBT+ hanno dovuto confrontarsi. Infatti, sebbene questa situazione abbia riguardato persone di ogni genere ed orientamento sessuale, è importante ricordare che la comunità LGBT+, come ogni altra Minoranza, crea reti di sostegno sociale al proprio interno laddove questo non è disponibile nelle istituzioni tradizionali (ad esempio, la famiglia). La letteratura scientifica indica che il Sostegno sociale può attenuare lo stress, ridurre la Depressione e migliorare il benessere (5). Tra le persone LGBTQ+ in particolare, è stato riscontrato come la connessione alla comunità arcobaleno attenui l’impatto dello stigma, con effetti protettivi per la depressione ed il Suicidio (6).

Adolescenti a rischio

La chiusura di scuole ed università, inoltre, ha costretto molti Studenti fuorisede LGBTQ+ a fare ritorno nelle abitazioni delle proprie famiglie che, purtroppo, sono talvolta luoghi in cui non potersi esprimere liberamente. Il lockdown rischia quindi di ridurre le interazioni sociali positive disponibili e di aumentare quelle negative. Una ricerca condotta da gayhelpline.it (2) nel mese di Aprile 2020 su un campione di 2445 persone LGBT+, ha evidenziato questa criticità. Nella fascia di età 12-18 anni, infatti, ben il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver subito durante la quarantena episodi di Discriminazione e Violenza, di cui il 19% riferiti a violenze gravi. La maggioranza di questi episodi avvenivano in famiglia. Il 77% degli intervistati, inoltre, non ha detto ai propri familiari di essere lesbica, gay, bisessuale o transgender, ed il 43% non lo ha detto a nessuno, neanche al di fuori della famiglia. La situazione descritta da questa inchiesta era ancora più grave per gli adolescenti Trans: oltre il 50% subiva discriminazioni e violenze ed il 20% violenze di grave entità.

Questi dati sono decisamente allarmanti se consideriamo che i giovani adulti LGBT+ che riferiscono alti livelli di rifiuto dai genitori hanno otto volte più probabilità tentare il suicidio e sei volte più probabilità di riportare alti livelli di depressione (7).

Distanza fisica non è sinonimo di isolamento sociale

Per affrontare i potenziali impatti sociali negativi del distanziamento sociale, è necessario dunque compiere sforzi per garantire che i giovani LGBTQ sappiano di non essere soli e si sentano incoraggiati a cercare sostegno e connessioni sociali attraverso mezzi accessibili da remoto. Distanza fisica non è sinonimo di isolamento sociale. Anche se le associazioni LGBTQ+ si sono trovate costrette a spostare l’erogazione dei propri servizi online, la connessione alla propria comunità è comunque possibile grazie a i dispositivi elettronici, divenuti l’unico modo per accedere a risorse di salute mentale affidabili, gratuite e affermate, come ad esempio https://www.gayhelpline.it/ , https://www.agedonazionale.org/ , https://www.cassero.it/attivita/telefono-amico/ , https://speakly.org/#/ , http://anzianilgbt.blogspot.com/.

 

Alcune iniziative positive sono state intraprese, come quella delle associazioni Alfi Napoli-Le Maree, Antinoo Arcigay Napoli e ATN, che, collaborando con il sindaco, sono riuscite a mettere a disposizione 25 posti letto per ospitare donne e persone LGBT+ vittime di violenza domestica.

È importante tenere in considerazione le sfide che la comunità LGBTQ+ deve affrontare a livello collettivo ed individuale, così da poter agire efficacemente per prevenirle ed affrontarle.

 

Sara de Sio

Si ringrazia giuditta_san per le illustrazioni originali

 

Riferimenti:

  1. Russell, S. T., & Fish, J. N. (2016). Mental health in lesbian, gay, bisexual, and transgender (LGBT) youth. Annual Review of Clinical Psychology, 12, 465– 487.
  2. http://www.gayhelpline.it/news.asp?id_dettaglio=3110
  3. Salerno, J. P., Williams, N. D., & Gattamorta, K. A. (2020). LGBTQ populations: Psychologically vulnerable communities in the COVID-19 pandemic. Psychological Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy, 12(S1), S239-S242.
  4. https://www.thetrevorproject.org/2020/04/03/implications-of-covid-19-for-lgbtq-youth-mental-health-and-suicide-prevention/
  5. Cohen, S. (2004). Social Relationships and Health. American Psychologist, 59(8), 676-684.
  6. Kaniuka, A., Pugh, K. C., Jordan, M., Brooks, B., Dodd, J., Mann, A. K., … & Hirsch, J. K. (2019). Stigma and suicide risk among the LGBTQ population: Are anxiety and depression to blame and can connectedness to the LGBTQ community help? Journal of Gay & Lesbian Mental Health, 23(2), 205-220.
  7. Ryan, C., Huebner, D., Diaz, R. M., & Sanchez, J. (2009). Family rejection as a predictor of negative health outcomes in white and Latino lesbian, gay, and bisexual young adults. Pediatrics, 123(1), 346-352.
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