Pochi giorni fa si è votato per la fiducia al Governo Meloni. Nell’aula del Senato è intervenuta anche la Senatrice Alessandra Maiorino del MoVimento 5 Stelle. Con una (estrema) destra che pensa ad alzare il tetto massimo al pagamento in contanti, nonostante gli innumerevoli problemi in cui perversa l’Italia, anche per quanto riguarda i diritti civili, e una sinistra del tutto immobile e che cerca di capirci qualcosa, l’unica che ha speso parole concrete per la comunità LGBT+ è stata proprio la protagonista di questo articolo.
Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle ricorda che Fontana ha chiamato “schifezze” circa il 15% della popolazione italiana
Questa è l’intervista che abbiamo voluto fare alla Senatrice Alessandra Maiorino (M5S), visto quanto è accaduto nelle ultime settimane. Il Governo Meloni si è formato da pochissimo tempo, eppure è già molto frizzante l’aria che si respira in Parlamento.
Prima di partire con le domande ci teniamo a ringraziare la Senatrice per la disponibilità e, soprattutto, per aver ricordato a questo “nuovo” Governo che le persone che fanno parte della comunità LGBT+ sono circa il 15% della popolazione italiana. Fabrizio Marrazzo del Partito Gay LGBT+ Solidale Ambientalista e Liberale lo ha ribadito più volte che le persone arcobaleno sono molte. Mai nessuno, però, lo aveva fatto notare alle istituzioni, esprimendo contenuti concreti, nemmeno quei partiti che si sono definiti per anni progressisti.
Intervista ad Alessandra Maiorino, Senatrice M5S
1- Cosa ne pensa della scelta di Meloni di farsi chiamare “IL Presidente”? Non trova alquanto contradittoria questa scelta? Per anni, infatti, ha fatto campagne elettorali urlando che è UNA donna, UNA madre (ecc.), rivendicando l’articolo femminile, e ora che poteva esserne orgogliosa di quell’articolo sceglie il maschile?
“La scelta di Giorgia Meloni di optare per il maschile è chiaro indice di paura. Una paura di duplice natura: personale, in quanto teme che identificandosi istituzionalmente come donna possa perdere autorevolezza presso i suoi e presso il suo seguito, e politica, in quanto optare per il femminile avrebbe significato dar ragione a chi da sempre chiede una cosa semplice, addirittura banale: rispettare la grammatica italiana. Invece, nel delirio ideologico “anti-gender” persino la grammatica è diventata una questione politica. Ma la scelta ideologica, come ho sottolineato in aula, è quella di chi impone il maschile alle donne, non di chi usa il maschile per gli uomini e il femminile per le donne. Ci si arriverà finalmente un giorno. Probabilmente lo shock del “signor Presidente del Consiglio Giorgia Meloni” darà, paradossalmente, una bella spinta proprio in questo senso“.
2- Pensa che il Disegno di Legge di Gasparri possa minare in modo concreto al diritto di una donna di accedere all’aborto in modo sicuro?
“Non solo. Qualora venisse approvato, minerà concretamente il diritto all’aborto di tutte le donne, ma anche solo parlarne lo mina. Lo stigma, la pressione culturale, la disinformazione circa ciò che realmente stabilisce la legge 194/1978 e su cosa sia un feto dal punto di vista scientifico sono quasi altrettanto pericolose dell’approvazione del testo di legge Gasparri. C’è un crescente clima di ostilità verso il diritto all’autodeterminazione della donna, le sue scelte circa la maternità e il suo corpo. Anzi, questi temi sono stati quasi sepolti dalla propaganda ingannevole del voler “tutelare la vita dal concepimento alla morte naturale”, che mascherata da un messaggio veicolato in positivo, nasconde invece repressione e regressione gravissime. Nasconde la volontà di violare diritti umani delle donne fondamentali“.
L’intervista alla Senatrice continua…
3- Fontana chiamò “schifezze” le persone LGBT+ che, come ha anche detto lei, sono circa il 15% della popolazione italiana. Pensa che con questo governo e questa destra i diritti della nostra comunità possano essere in serio pericolo? Come pensa e pensate in quanto Partito di fare opposizione per difenderli?
“Purtroppo, il pericolo è concreto. Le scelte delle persone al Governo e di quelle a ricoprire le più alte cariche dello Stato sarebbero state diverse se non ci fosse stata l’intenzione di mettere in discussione conquiste fondamentali per la dignità delle persone LGBT+. Tra i tanti (o le tante) che avrebbero potuto indicare, hanno scelto proprio Lorenzo Fontana. Se non è un messaggio questo, allora non so quale lo sia.
Come Movimento 5 Stelle ci siamo mossi con grande anticipo per arginare questa deriva che era già chiara. Prima presentandoci alle elezioni con un programma in materia di diritti civili, parità di genere e tutela delle persone LGBT+ che è il più avanzato e concreto dell’intero panorama politico italiano. Poi, lanciando la proposta dell’intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti delle persone LGBT+. Questo sarà uno strumento fondamentale per consentire un coordinamento trasversale nell’opposizione e nella proposta di azioni positive da intraprendere.
Ho sempre sostenuto che sui diritti non bisogna piantare bandierine, perché zavorrano il processo di avanzamento dei diritti stessi. Purtroppo, non sono stata ascoltata. Troppo spesso alcuni partiti (uno in particolare per la verità) si sono comportati come i depositari esclusivi della tutela dei diritti. Ciò ha creato un danno enorme proprio ai soggetti più bisognosi di certe tutele e al Paese intero. Infatti, è rimasto al palo. Altri hanno tenuto un atteggiamento a dir poco ambiguo. Pensiamo al comportamento di Italia Viva verso la legge contro l’omolesbobitransfobia (la cosiddetta “legge Zan”, per restare in tema di bandierine), che ha aperto la falla attraverso cui poi la destra ha avuto gioco facile ad infilarsi per affossarla a voto segreto. Una pagina vergognosa.
Vigileremo, anche all’interno dell’intergruppo, perché simili comportamenti non si ripetano nell’area dei partiti che si definiscono progressisti. Se c’è un ambito sul quale non possono esserci divisioni è proprio quello dei diritti. Essi, insieme ai temi ambientali, possono essere il collante da cui partire per una ricostruzione di un campo progressista autentico, forte e senza ambiguità. Se si rema tutte e tutti dalla stessa parte, prima o poi ci si incontra“.
Legge sul fine vita, rafforzamento Legge 194 , 164/82 e tanto altro…
4- Quali sono i vostri programmi in termini di diritti civili, LGBT+ e non?
“Nel nostro programma politico abbiamo la legge sul fine vita, il rafforzamento della legge 194 sull’interruzione di gravidanza, l’inserimento dell’educazione emotiva e sessuale nelle scuole (è pertinente ai diritti civili perché questi insegnamenti hanno anche una forte valenza preventiva verso discriminazione e violenza), la revisione della legge 164/1982 per la rettificazione del genere, il matrimonio per tutte le coppie comunque composte con l’estensione di tutti i diritti e i doveri oggi limitati alle sole coppie eterosessuali coniugate: quindi adozioni e riconoscimento dei figli, apertura della procreazione medicalmente assistita a tutte le donne senza discriminazione alcuna, continuità per il fondo grazie al quale sono finanziati sportelli di ascolto e centri rifugio per persone LGBT+ discriminate o in condizioni di fragilità.
Quello che noi immaginiamo e vogliamo costruire è un modello di società dove c’è posto per tutte e per tutti, e nessuno debba fingere di essere qualcos’altro per evitare problemi. Abbiamo inserito il “diritto di amare ed essere amati nel rispetto delle identità sessuali e di genere” nella nostra Carta dei Principi e dei Valori non perché siamo dei romantici, ma perché sappiamo quanto importante sia per ogni essere umano essere riconosciuto e amato: da questo dipende il tipo di individuo che ciascuno di noi sarà“.
Alessandra Maiorino spiega il microfono chiuso a Scarpinato e ci informa che a Berlusconi è stato concesso di parlare senza essere interrotto
5- Cosa ne pensa del fatto che La Russa ha chiuso il microfono a Scarpinato quando stava parlando dei rapporti tra Forza Italia e la Mafia? A mio modo di vedere è sembrato un atto applicato di “Fascismo 2.0”, non crede?
“In realtà i microfoni si staccano automaticamente dopo il tempo fissato. Certo, il fatto che in quel momento stesse parlando di Dell’Utri quale fondatore di FI e della sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa fa impressione. Ma io credo che ancora più significativo sia il fatto che invece il senatore Silvio Berlusconi sia stato lasciato libero di parlare per tutto il tempo che ha voluto senza fastidiose interruzioni. Un presidente del Senato deve essere imparziale, distaccato, neutrale. Ma questo La Russa non può esserlo e ha anche già dichiarato che non lo sarà mai. Anche per questo la sua nomina è indicativa della postura politica che questo governo intende tenere“.
Ringraziamo ancora Alessandra Maiorino per averci rilasciato questa intervista. Di seguito troverete il suo intervento.