Aggressione, suicidio, il racconto dello Stato Italiano. Questo è quello che ci rimane da dire, tutto ciò che stringiamo a noi. Ve ne racconto.
Aggressione e suicidio: i fatti di Torino e Torre del Greco
Oramai siamo al punto di non ritorno. Ci siamo arrivati tanto tempo fa, ma stiamo riscrivendo i limiti della violenza e della tolleranza. Ecco quello che succede quando, a due anni da questa parte, al governo sale l’estrema destra: odio, discriminazione, aggressione, morte. Non è quello che ci saremmo aspettati nel 2024, eppure è tutto ciò che ci rimane andando avanti. Vi parlerò di un’azione violenta a Torino circa 5 giorni fa, e del suicidio di un giovane 16enne di Torre del Greco. Perché quando i nostri media non ne parlano deve pur rimanere un portavoce di ciò che accade nel nostro Paese.
Il racconto di Jainel rimasto fuori dai media
Nello scorso weekend la pagina I’mQueerAnyProblem? ha potuto segnalare l’ennesima aggressione queerfobica. La vittima è un 30enne di Torino, Jainel, un orafo. Dopo aver festeggiato il suo compleanno con il suo compagno, al rientro verso la macchina è stato aggredito. “Volevo solo avvisare di fare attenzione, nonostante si esca in un ambiente safe, da dietro l’angolo ti può arrivare un pugno dritto in faccia“, queste le parole di Maskara -il suo nome d’arte da drag queen. E così i social ancora una volta denunciano violenza, perché nessuno vuole far vedere nasi rotti e mani sporche di sangue se sono di una persona LGBTQIA+.
Aggressione nel torinese: com’è accaduto?
Jainel ha raccontato di come i suoi due aggressori siano apparsi all’improvviso da dietro un prefabbricato. I due, entrambi sulla ventina, si sono semplicemente limitati a prenderlo a pugni. Non una parola, non un’offesa, ma i gesti ne valgono più di mille. Maskara e il compagno non hanno neanche compiuto alcuna azione “incriminante”, non c’è stata singola motivazione per quest’aggressione. Non che serva. Questo per dimostrare che alle persone LGBTQIA+ basta semplicemente esistere in uno spazio pubblico per essere vittime di violenza.
Cos’hanno fatto i passanti, come hanno reagito?
E i due aggressori? Quando il compagno di Jainel ha chiesto loro spiegazioni del gesto sono rimasti in silenzio. Dopo poco i fatti si è avvicinato loro una terza persona. Chiaramente ignara della situazione come dell’aggressione appena subita, avrebbe chiesto cosa fosse successo. Si sarebbe poi allontanata assieme ai due ventenni. Non una scusa, non un’azione contro di loro. Il gesto ha scosso così tanto Jainel che il pronto soccorso l’ha visitato solo il giorno seguente, chiaramente rimasto in shock emotivo.
Aggressione queerfobica: cosa rimane a Jainel
Per Jainel la prognosi non è stata così seria come poteva essere. 3 giorni, per fortuna nessuna frattura o ferita grave dopo l’aggressione. Ma non è questo il punto. Grazie ad un registro tenuto da omofobia.org sono stati registrati circa 158 atti violenti, con il 42% non aggressivi, 38% aggressioni plurime e 18% singole. Appaiono nel grafico anche due suicidi e un omicidio. Jainel si aggiunge a questi, ma non è solo un numero. È l’ennesima dimostrazione che c’è qualcosa che non va in questo Paese, qualcosa di serio.
Suicidio a Torre del Greco: la vittima
Solo il giorno dopo l’aggressione contro Maskara ecco il gesto estremo. Un ragazzo del Pantaleo, vittima per gli ultimi duri mesi di bullismo bifobico e abilista, ha deciso che era meglio morire. È stato trovato la mattina del 25 Settembre nel liceo che frequentava. A causa della sua disabilità poteva entrare prima a scuola. Probabilmente per colpa di una sorveglianza scarseggiante ha avuto modo di accedere al secondo piano, presumo dove fosse la sua aula, per gettarsi dalla finestra. Il suo corpo è stato trovato dai ragazzi all’ingresso della prima ora.
Lo shock di chi ne parla
Nonostante sia stato trasportato urgentemente in ospedale, le sue condizioni erano troppo gravi e, secondo fonti interne, non ce l’avrebbe fatta. La notizia è arrivata da un mio coetaneo su Facebook. Così commenta: “Dimostra una retrogradezza di Torre del Greco e dei paesi vesuviani che la gente si dimentica o vuole deliberatamente ignorare, annegati nella pizza, nei fritti, storditi dai mandoli, foto ricordo e tutte quelle amenità tipiche dei posti turistici“.
Aggressione e suicidio vanno di pari passo
Mi piange il cuore a sapere che un 16enne abbia potuto pensare che la morte fosse la soluzione ai suoi problemi. Che la scuola, che dovrebbe essere un luogo sicuro di apprendimento, sia stata invece la fonte principale dei suoi problemi. Anch’io ho sofferto tanto di bullismo, anche da parte del personale docente più impreparato di tutti. Ho iniziato a non frequentare più, a nascondermi nei bagni, a piangere tutte le notti. Invece adesso i ragazzini 13enni si accoltellano, passando direttamente all’aggressione dei propri pari, perché “hai guardato la ragazzina che ho adocchiato io”, i 16enni si uccidono perché questo mondo è troppo. Ma vi rendete conto di quello che gli state insegnando?
La causa siete tutti voi che non fate niente
Per tutti quelli che credono che le violenze omotransfobiche non c’entrino con l’educazione, io vorrei farvi presente questo. Il clima di odio sistematico nel quale state crescendo la futura generazione sta invece portando esattamente al peggiore dei casi. Sta formando una nuova ondata di criminali violenti, per di più minorenni. Sta letteralmente uccidendo ragazzi, e non parlatemi della legge del più forte, perché non c’è nulla di normale in questo. Questo Paese si sta autodistruggendo con le sue retoriche, e tutti rimangono ad occhi chiusi e orecchie tappate di fronte all’evidenza. Un ammasso di muli sospinto dall’inerzia e cieco all’aggressione, impassibile al suicidio.
La normalizzazione dell’aggressione violenta
Oggi se sei queer e respiri meriti un pugno in faccia. Domani se sei queer e provi ad andare a scuola meriti di essere odiato fino alla morte. Cosa ci aspetta nel futuro? Che state insegnando ai giovani di questo Paese? Ve lo dico io. State dando loro intolleranza, violenza, maschilismo e giustificazioni. Vi ricordo che il frutto di queste vostre idee pericolose sono solo criminali come Filippo Turetta. State crescendo tanti piccoli suoi sosia, persone malate di egocentrismo e possessione, che si fanno strada con la cieca violenza per poi andare a piangere da mammina e papino. Siate migliori.
La censura causa anche questo
Volete togliere “l’ideologia gender” e la “propaganda gay” dalle scuole e dagli ambienti di lavoro. E cosa state avendo in cambio? Persone che agiscono violentemente senza provocazione. Bambini che portano coetanei ad ammazzarsi perché “è un deviato”. Aprite gli occhi. Qui state giocando con le vite umane, ma non avete un briciolo di rimorso? Non vi vergognate ad entrare così nelle vite altrui, a puntare le dita senza vedere le altre quattro che tornano dritto verso di voi? Le vedete le vostre mani sporche del nostro sangue, o preferite seguire ciecamente una leader che nulla ha in zucca se non tutto fumo?
Anche oggi c’è sempre qualcosa che mi spaventa di più. Ho ancora più paura ad uscire di casa. Non ho le forze per dire nient’altro. Mi viene da piangere.
Aeden Russo
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