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Transgender aggredita per strada a Torino: la sua colpa è stata camminare a braccetto con il fidanzato

Ragazza transgender aggredita a Torino per strada con il suo fidanzato

Nella periferia di Torino, lo scorso 7 maggio 2021, una transgender è stata aggredita mentre stava camminando sotto braccio con il proprio fidanzato. Sembra essere questa la colpa che ha avuto Silvia, vittima dell’aggressione transfobica: Camminare accoccolata al suo fidanzato. 

A scatenare l’ira dell’aggressore, ubriaco secondo la vittima, parrebbe essere stata la naturalezza, come è giusto che sia, con cui lei e il fidanzato stavano passeggiando. Prima sono iniziati gli insulti. Avete presente i classici “fro*i” e “ricc*ioni“, termini su cui la comunità LGBT+ dovrebbe riderci su? Esatto, proprio quelli. Proprio quelle parole di cui Pio e Amedeo non si sono scusati.

Ovviamente, le parole hanno un peso e infatti, come spesso accade, sono il preludio alla violenza e subito dopo aver utilizzato questi termini l’uomo è passato ai fatti cercando di sferrare calci e pugni alla coppia. Come apprendiamo da ‘TPI‘, però, per fortuna l’aggressore era ubriaco e quindi non è riuscito a colpire i due ragazzi. 

Prima di leggere le parole che le vittime hanno rilasciato, è doveroso ricordare che il DDL contro l’omotransfobia va migliorato prima di essere approvato. È indispensabile, infatti, che l’articolo 4 presente nel DDL Zan, che agevola le discriminazioni e le parole come quelle scritte sopra, venga rivisto o addirittura tolto. Tutto questo va fatto con urgenza perché non c’è più tempo. Bisogna fermare queste aggressioni e bisogna farlo sul nascere.

Transgender aggredita a Torino: “Fr*ci di me*da! Vi ammazzo!”

Quel giorno che la ragazza transgender è stata aggredita a Torino è uscita senza spray al peperoncino, perché ha pensato che Torino è migliorata negli anni e che ora è molto più lgbt+-friendly. Vi starete chiedendo perché ha uno strumento del genere nella borsa? Semplice: È già stata aggredita qualche anno fa e vivendo in una giungla medievale si deve difendere.

“Io e il mio ragazzo siamo andati a cena fuori – racconta Silvia, la vittima dell’aggressione – Io ero vestita al femminile, ma senza tacchi o gonna. Indossavo un semplice jeans, una felpa e un po’ di trucco. Passeggiavo a braccetto con il mio fidanzato, quando un ragazzo si è alzato di scatto e ci ha urlato “fr**i di merda! Io vi ammazzo!”. Io l’ho guardato in faccia e lui mi ha detto ‘non mi devi neanche guardare perché ti ammazzo! Devi stare muto…’ Parlandomi al maschile, nonostante io fossi truccata, vestita al femminile e con il reggiseno” continua Silvia

Ha provato a tirarmi un calcio ma era ubriaco e io l’ho schivato. In quel momento non sapevo se mi avrebbe colpita, perché stava proprio a fianco a me. Noi abbiamo fatto finta di niente, abbiamo cercato di mantenere la calma, in fondo eravamo soltanto a 200 metri dall’albergo, però era un punto isolato, non c’era in giro nessuno a parte noi. Lui continuava a urlarci dietro ‘fr**i! Fr**i di me**a! Vi ammazzo! Non dovete dire niente!”

Sulla vicenda è intervenuta anche la sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino, esprimendo solidarietà alla vittima e ribadendo che ci vuole una legge che tuteli le persone LGBT+. Trovo che si perda molto tempo a esprimere vicinanza, anziché fare i fatti. Insultare non è libertà di parola.

 

 

Simone D’Avolio

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