Aumentano ancora i rischi per le persone LGBTQIA+ in Russia, di nuovo al centro di una nuova misura restrittiva da parte del governo di Putin. Una nuova misura che, a dire il vero, ancora non sembra ufficializzata ma che voci di corridoio e fonti interne danno ormai come inevitabile. Si tratterebbe infatti dell’estensione ad ogni fascia di età del divieto di “promozione di relazioni sessuali non tradizionali“, in vigore nel paese nei confronti dei minorenni dal 2013.
A manifestare questa intenzione è stato, tra gli altri, Alexander Khinshtein delegato alle comunicazioni della Duma tramite i suoi canali Telegram. Questo porterebbe ad un’ulteriore inasprimento delle condizioni della comunità queer in Russia, paese che la più recente indagine Ilga piazza tra gli ultimi posti in Europa per diritti, accettazione e sicurezza.
La precaria situazione delle persone LGBTQIA+ in Russia
La legge attuale, entrata in vigore nel 2013, prevede il divieto di diffusione di informazione sulle tematiche LGBTQIA+ ovunque possano essere accessibili ai minori. Oltre che a prendere di mira qualunque rappresentazione di relazioni diverse da quelle eterosessuali. Il divieto è stato impugnato per proibire pride e anche punire attivist* LGBTQIA+.
Ad alimentare il clima di odio e diffidenza nei confronti delle persone queer è anche la nuova costituzione, varata nel 2020. Qui infatti viene chiaramente ed esplicitamente indicato il matrimonio come un’unione uomo/donna, impedendo quindi qualunque richiesta di riconoscimento per matrimoni egalitari.
L’estensione della legge del 2013 che si paventa in questi giorni, porterebbe ad un’ulteriore inasprimento della già precaria situazione delle persone LGBTQIA+ in Russia. Infatti, anche e soprattutto per la vaga definizione di “promozione” e “propaganda” il rischio è che le persone queer russe si ritrovino completamente escluse dalla vita pubblica.
Per quanto la nuova misura ancora non sia stata ufficialmente annunciata, le notizie trapelate non lasciano ben sperare anche a fronte dell’attuale situazione bellica. Si rischia inoltre un effetto domino, considerate le misure già esistenti in paesi quali la Polonia e la crescente intolleranza in molti paesi europei e non solo.
Purtroppo, ci si muove su un terreno instabile e sempre più accidentato dove non sembra esserci posto neanche per il più cauto ottimismo.