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Ancora omofobia in Veneto: bocciata la mozione Veneto Pride

Omofobia in Veneto: il Consiglio Regionale respinge le mozioni per sostenere il Pride e non solo. La regione si fa protagonista di un’altra brutta pagina del grande libro dell’omofobia del nostro Paese, non sostenendo il Pride e accompagnando il tutto con delle parole vergognose.

Omofobia in Veneto: bocciata la mozione Veneto Pride

Per prima cosa il Consiglio Regionale ha bocciato la mozione per dare sostegno al Pride. La mozione chiedeva di partecipare in maniera ufficiale come Regione alle parate dei Pride che si tengono nelle città della regione. In secondo luogo, si chiedeva di illuminare con i colori della bandiera arcobaleno la facciata di Palazzo Balbi, sede ufficiale del Presidente della Regione Zaia e della Giunta Regionale. Anche questa è stata bocciata. “Il sostegno si fa in un altro modo” potrebbe pensare qualcuno. Sì, allora come? Proposte, idee? Oppure, semplicemente si continua a non fare nulla promuovendo di fatto uno status quo dove le persone della comunità LGBT+ vengono costantemente discriminate? “Non siamo omofobi, MA…”

Bocciata anche la richiesta di aderire alla Rete READY

Il capitolo non si chiude qui, ad aggiungere ulteriore carne al fuoco è anche la bocciatura da parte del Consiglio Regionale per l’adesione alla rete RE.A.DY. Si tratta della “Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”, come riporta il sito.

Come indicato sempre sul sito è “uno spazio non ideologico di incontro e interscambio di esperienze e buone prassi finalizzate al riconoscimento e alla promozione dei Diritti Umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender (LGBT).” La rete promuove un incontro annuale tra tutti gli enti per scambiarsi buone prassi e farsi conoscere, oltre che un evento comune per la Giornata contro l’omofobia, bifobia e transfobia. Questi incontri si terranno comunque, ma la Regione Veneto non sarà fra gli enti che parteciperanno, almeno per il momento.

Ciliegina sulla torta: frasi omofobe durante il dibattito

Purtroppo non è finita qui, perché la bocciatura è stata condita con delle oscene frasi omofobe durante il dibattito. Le frasi arrivano da Joe Formaggio, consigliere regionale di Fratelli D’Italia (poteva essere di qualsiasi partito, e invece…), già protagonista di affermazioni passate chiedendo di far pagare “una tassa ai gay perché non si riproducono“.

Nel dibattito, il Consigliere Regionale in risposta alla mozione, dice che non ha “nulla contro omosessuali, gay, lgb eccetera” ma che “non dobbiamo portarli al circo”. Dice anche “è vero che è passato Natale e siamo in periodo di Carnevale” e che “siamo un po’ ridicoli, fare una richiesta del genere”. Poi aggiunge che voterebbe a favore se ci fosse un emendamento che dice che in quella giornata si vestono tutti gli assessori della Giunta da drag queen. Aggiunge poi, che ci vuole “un po’ di serietà” e “vi ricordo l’aula dove siete e prima di presentare certe oscenità (sì, l’ha detto davvero, ndr) insomma pensateci qualche volta in più”.

In poche parole, per Joe Formaggio i Pride sono una carnevalata, un circo e un’oscenità, segno che chi siede in Consiglio Regionale ha deciso di lasciare che i suoi pregiudizi omofobi gli offuschino la mente, senza andarsi ad informare realmente su cosa è il Pride e perché è così. Nel caso a qualcuno serva una rifrescata di memoria e perché “carnevalata, circo e oscenità” non abbiano senso correlati al Pride, si può andare a recuperare il nostro articolo sui moti di Stonewall e l’inizio del Pride.

Insomma, dal 1023 è tutto signori! Ah no, scusate, sarebbe il 2023 in realtà. Forse ancora qualcuno non l’ha capito perché troppo impegnato a cercare di tassare i gay.

 

Fonti: trevisotoday; Rete RE.A.DY.; L’arena.it

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