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La forma di Ciro

Conosciamo tutti Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore. Purtroppo li conosciamo non perché hanno fatto una importante scoperta scientifica o perché siano medaglie d’oro in qualche disciplina olimpica, ma perché sono i tristi protagonisti dell’ennesima vicenda omofoba avvenuta proprio qui in Italia, a Caivano. Sappiamo che Maria Paola non è sopravvissuta all’agguato che il suo stesso fratello le ha teso. Maria Paola non c’è più, ma Ciro sì, lui è sopravvissuto. Ed è su di lui che sono stati puntati tutti i riflettori: il fatto che sia ancora vivo dopo una vicenda che ha dell’abominevole è questione da poco e, infatti, è stata presto messa in un cassetto. I media vogliono invece indagare sulla sua sessualità perché sembra vada alla grande parlarne sui giornali e nei talk show, in quei salottini squallidi dove chiunque può dire ciò che preferisce, anche se l’argomento sono le mutande di un altro.

Ma Ciro è un uomo? E’ una donna? E’ un trans? O unA trans? Come si chiamano quelli così? O forse è meglio chiedere come si chiamano quellE così? E’ lesbica? O è un gay? Ognuno ha detto di tutto e il contrario di tutto. Sembra che il desiderio di guardare al microscopio la sessualità degli altri, sia così pruriginoso che non vi si può proprio resistere. Sono nate polemiche, discussioni, controversie senza pensare per un solo istante che nessuno vuole si discuta così barbaramente della propria sessualità e della propria intimità. Con che diritto, poi? A che titolo? A maggior ragione il silenzio sarebbe stato d’obbligo, specialmente dopo un evento che ha visto Ciro restare orfano del suo unico grande amore. A Ciro nessuno ha chiesto niente, ma erano tutti pronti a dare la propria definizione di Ciro, come se fosse importante, come se la dignità di Ciro dipendesse da quanto i giornali e i media sancivano. Come se definirlo in qualsiasi maniera fosse socialmente utile, come se questo avrebbe, in qualche maniera, lenito il suo dolore. Ma invece questa rincorsa a CHI-E’-COSA è stato solo un modo INQUALIFICABILE per allontanare l’ignorante paura di ciò che non si conosce e che non si capisce. E’ stato terribile vedere come una persona, dopo aver visto morire sotto ai suoi occhi la sua compagna, si sia ritrovata sdraiata sui tavoli operatori degli opinionisti che cercavano di spiegare cosa Ciro fosse e come fosse meglio definirlo e quali desinenze usare per parlarne. Con la stessa leggerezza con cui si beve una tazza di thè. L’italiano medio non ha perso occasione per uscire allo scoperto riconfermandosi offensivo, mediocre, gretto, insensibile, barbaro.

Ma dal coro si sono levate due voci in particolare suscitando particolare indignazione nella comunità LGBT+. Arcilesbica Nazionale non ha potuto esimersi dall’andare nello specifico delle certificazioni che servono per potersi dire “un uomo”. Così hanno scelto di farsi sentire con questo post: “La transessualità non si autocertifica, ci sono passi da fare ben precisi. Il fatto al momento non smentito è che Cira Migliore ha documenti e corpo femminili, non ha mai iniziato alcun percorso di transizione. In caso questo venga ufficialmente rettificato, provvederemo a chiamarlo Ciro, trans ftm, da femmina a maschio.[…]” Pertanto hanno sancito che la mano omicida che ha ucciso la sua compagna Maria Paola fosse misogina e non omofoba. Nessuno sa perché si siano precipitate a sottolineare che, a loro dire, Ciro fosse a tutti gli effetti ancora biologicamente donna, come se in quel momento fosse importante, come se in quel frangente non potessero limitarsi alle condoglianze (seguite poi in calce al loro post). Qualche giorno dopo hanno cercato di rettificare quanto sopra con uno scritto più esaustivo, ma sembra che il danno sia fatto e sono infinite le risposte gonfie di rabbia e indignazione.

E’ arrivata poi un’altra ondata nera dopo le dichiarazioni di Imma Battaglia, attivista storica e impegnata, ora moglie di Eva Grimaldi, ospite a “Oggi E’ Un Altro Giorno”. Durante la trasmissione, la Battaglia ha dichiarato “Se fossi stata più fragile e se avessi voluto per forza trovare un posto nella società, è molto più facile diventare quello che tutti ti dicono, cioè un maschio. È più facile essere maschio, camuffarsi da maschio, piuttosto che dire che non mi devi più chiedere chi sono e cosa sono. Sono nata così come sono e basta!” Certamente ha ben chiaro il concetto che nessuno deve interessarsi della sessualità degli altri e, per questo, le si può solo dar credito. Ma è impossibile non restare di sasso davanti alla superficialità con la quale ha affrontato il tema della transizione, momento fondamentale e di rinascita nella vita di ogni persona transessuale, con gioie e dolori annessi e connessi. Pensare che chi sceglie questa strada lo faccia per una qualche fragilità, piegata dal desiderio degli altri di vederti trasformare in ciò che tutti ti dicono di essere o che credono tu sia, è quanto di più vicino alla fantascienza ed è un errore non da poco. Ha parlato di sé e, con tutta probabilità, ha proiettato nella vicenda di Ciro e Maria Paola qualcosa di suo e solo suo e da qui l’uscita infelice. Va detto, però, che quando trattiamo temi come questo, le parole vanno scelte e la delicatezza e il rispetto sono d’obbligo. Se non ci fosse il calendario a ricordarcelo, potremmo quasi dire che queste dichiarazioni sono state fatte nei primi anni ’80. Ma siamo sempre nel 2020.

Al di là di tutto, sarebbe un gran bel passo avanti non questionare più la sessualità di nessuno visto che è qualcosa di intimo, privato e personale che non riguarda in nessun modo il nostro quotidiano. E anche qualora ci fossero i presupposti per dover per forza indagare a fondo a favore di telecamera, sarebbe comunque bene porre le domande giuste, tenendo sempre presente l’entità dell’argomento. E nel caso di Ciro, una volta dichiarato il suo sentirsi un uomo, era il caso di rispettare il suo sentire e deporre lenti di ingrandimento, i microscopi, le certificazioni e i manuali e lasciare gli squallidi opinionisti nei loro salotti a parlare di argomenti seri e impegnativi del loro livello, come il Grande Fratello o Tempation Island.

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