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Eurovision: il trionfo della canzone di Jean-Claude Pascal che racconta l’amore tra due uomini

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A volte le memorie sorprendono e non fa eccezione di certo storia dell’Eurovision: il trionfo della canzone sull’amore tra due uomini presentata a Cannes da Jean-Claude Pascal ce lo dimostra.

Parliamo, per la precisione, della sesta edizione dell’Eurovision Song Contest, che proprio in quell’anno vide la vittoria del Lussemburgo. A rappresentare il paese, fu la canzone “Nous Les Amoureux”, cantata dal già citato artista nativo di Parigi. La modernità di questo brano non fu percepita da tutti nel lontano 1961. Il singolo si presenta a un primo ascolto con un sound vagamente jazz, anche piuttosto comune per l’epoca. Il testo, tuttavia, era ed è pregno e parlava di un amore difficoltoso e combattuto.

Nous les amoureux. On voudrait nous séparer. On voudrait nous empêcher. D’être heureux. Nous les amoureux. Il paraît que c’est l’enfer. Qui nous guette. Ou bien le fer et le feu. Noi amanti. Vorrebbero separarci. Vorrebbero impedirci di essere felici. Noi amanti. Pare ci aspetti l’inferno oppure il ferro e le fiamme.

D’altronde quale storia d’amore potrebbe avere come ultima aspettativa quella di ferro, fiamme e inferno? È ben chiaro che l’orientamento sessuale dei soggetti in causa ne sia la motivazione. Le parole usate, peraltro magistralmente intessute, sono disposte in modo tale da non far trapelare il sesso delle persone in questione.

Il testo presentato all’Eurovision nel 1961: il trionfo dell’amore tra due uomini

L’intarsio testuale non cela però del tutto il fatto che si tratti di un amore tra persone dello stesso sesso. Un amore, questo, che non può essere vissuto alla luce del sole e di cui la società si fa beffe:

C’est vrai, le imbéciles et les méchants. Nous font du mal, nous jouent des tours. Pourtant rien n’est plus evident. Que l’amour. […] Le soliel brille pour nous.

Proprio così, gli stupidi e i cattivi ci fanno del male e ci prendono in giro. Tuttavia, nulla è più chiaro che l’amore […] il sole brilla per noi.

Jean-Claude Pascal era lui stesso dichiaratamente omosessuale. Il cantante avrebbe solo in seguito riconosciuto un doppio significato al testo presentato all’Eurovision: il trionfo della canzone sull’amore tra due uomini si sarebbe poi convertito per lui in un trionfo artistico. Il senso più profondo era quello di dar voce a una minoranza, veicolando un barlume da tramandare alle generazioni che sarebbero sopraggiunte:

Mais l’heure va sonner. Des nuits moins difficiles. Et je pourrai t’aimer. Sans qu’on en parle en ville. C’est promis. C’est écrit. Ma verrà un tempo di notti meno difficili. E ti potrò amare senza che se ne parli in città. È una promessa, è scritto.

 

Gli stessi “imbéciles” non sono a quanto pare ancora estinti (com’era l’omofobia che non esiste?). Altrettanto inestinguibile è la voglia di questi stessi di far del male. Ma a non essere cambiato è anche il sole, che splendendo rende l’amore più brillante, più forte.

La canzone di Jean-Claude Pascal e l’esibizione del 1961 annunciano l’imminente rivoluzione del movimento gay. Questo testo avrà l’onere di rappresentare un manifesto programmatico, foriero di una lotta visionaria e tutt’oggi necessariamente in vita. Null’altro di vero se non l’arte che si fa tramite di un messaggio sociale, incarnando una necessità di espressione, com’era dal principio dei tempi.

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