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È per il tuo bene

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È per il tuo bene è una commedia del 2020 diretta da Rolando Ravello. Remake della pellicola spagnola Es por tu bien del 2017. Disponibile su Amazon Prime Video.

La trama

È per il tuo bene” è la storia di tre cognati, tre padri di famiglia, che entrano in crisi quando le rispettive figlie si fidanzano.

C’è Arturo (Marco Giallini), avvocato ricco e conservatore che non sa come comportarsi quando la figlia scappa con un’altra donna proprio il giorno del suo matrimonio. C’è Sergio (Giuseppe Battiston), irascibile operaio con problemi di autocontrollo che deve fare i conti con il fidanzato della figlia, di trent’anni più grande di lei e praticamente suo coetaneo. E poi c’è Antonio (Vincenzo Salemme), che deve superare i suoi pregiudizi quando la figlia inizia a uscire con un giovane rapper.

I tre decidono di unire le forze per sbarazzarsi in qualche modo di questi scomodi nuovi partner.
Tuttavia, proprio quando i loro piani stanno andando a buon fine, si rendono conto, con l’aiuto delle relative mogli (Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi, Valentina Lodovini) di star facendo del male alle figlie e, quindi, rimediano ai loro errori.

È per il tuo bene: una commedia contro i pregiudizi?

L’uscita del film è stata preceduta da una forte polemica riguardo il presunto sessismo rinvenuto nella locandina.

Sul cartellone, infatti, appaiono solo i nomi dei protagonisti maschili, mentre quelli delle donne risultano misteriosamente scomparsi.

Medusa poi si scuserà giustificando l’accaduto come una «svista» dovuta alla fretta.

La vicenda è incentrata su questi tre padri insicuri, inadeguati, attaccati allo status quo, alle apparenze e a quella borghesia che tengono a rappresentare.
Ma sono le tre donne, madri, mogli che riescono a mantenere una linea di comunicazione con le figlie, che mantengono la calma, che cercano una soluzione.

E che non si lasciano soggiogare. Possiamo davvero chiamarle “spalla”?

Un cast sicuramente di eccezione (troviamo anche Matilde Gioli, Alice Ferri, Eleonora Trezza, Lorena Cesarini, Alberto Lo Trozzo e il rapper Biondo) per un film che vuole abbattere i muri del pregiudizio.

In un paese però che ci crede davvero che un rapper sia automaticamente un consumatore di marijuana e che l’omosessualità sia contagiosa.

E proprio sull’omosessualità si spinge di più, considerata la disgrazia peggiore. Ridicolizzando un diritto ottenuto con fatica e sofferenza: il matrimonio è infatti rappresentato come una festa di compleanno di una bambina di dieci anni.

Ammirevole il tentativo di inclusione, ma bisogna lavorare ancora un po’ per una rappresentazione veritiera e credibile della realtà gay.

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