Site icon GayPress.it

Disability Pride: cos’è e perché è importante

Si è tenuta domenica 3 Luglio la prima edizione del Disability Pride a Milano. La manifestazione, organizzata dal gruppo Abbatti le Barriere, ha visto un programma di iniziative riunite sotto lo slogan “Corpi differenti, menti divergenti, esistenze irriverenti“. Filo conduttore è stata proprio l’esigenza di porre al centro le esistenze e le voci delle soggettività disabili, già protagoniste di un attivismo di lungo corso anche se spesso dimenticato.

Proprio per questo motivo abbiamo deciso oggi di approfondire il tema del Disability Pride e della sua importanza. Come infatti vedremo oggi un discorso queer non può assolutamente prescindere dal discorso sulla disabilità.

Disability Pride: che cos’è?

Abbiamo accennato in apertura all’iniziativa tenutasi a Milano il 3 luglio, la cui data non è casuale. Infatti, si inserisce nel corso del Disability Pride Month, che copre tutto il mese di luglio. Similmente a quanto avviene per il mondo LGBTQIA+ a Giugno, il mese di Luglio celebra le esistenze e gli attivismi disabili in tutte le sue forme e commemora un importante anniversario storico.

Il 26 Luglio 1990 venne infatti firmato dal presidente George H.W. Bush l’Americans with Disabilities Act. Una legge che per la prima volta proibiva nero su bianco la discriminazione sulla base di abilità/disabilità. Questo atto, seppur importante, è stato però preceduto da decadi di attivismo da parte delle soggettività disabili. In particolare, sempre al 1990 a Marzo risale una marcia a Washington organizzata proprio per chiedere l’approvazione dell’Americans with Disabilities Act. 

La protesta vide la partecipazione di circa un migliaio di persone. Tra queste una 60ina di attivist* che percorsero la famosa scalinata della Capitol Steps strisciando, proprio per mettere in evidenza come l’inaccessibilità degli spazi pubblici escluda dalla vita sociale e politica le persone disabili. La marcia incontrò l’opposizione violenta delle forze dell’ordine, concludendosi con l’arresto di 104 persone.

Disability Pride: perché è importante?

Il Disability Pride non può non interessare anche all’attivismo queer e non solo per una “vicinanza” di mese. Innanzitutto, si tratta in entrambi i casi di lotte intersezionali che non possono prescindere l’una dall’altra.  Si tratta infatti di due gruppi subalterni allo stesso sistema di oppressione, basato sulla figura del maschio bianco cis-etero abile e neurotipico. Un sistema che esclude corpi, neurologie, sessualità e generi che non riesce a normare.

Inoltre, le persone disabili come ogni altra persona hanno un rapporto con il genere e la sessualità che non deve per forza incasellarsi nella cis-etero-normatività. Di conseguenza esistono tantissime persone che sono sia LGBTQIA+ che disabili. Persone che molto spesso fanno fatica a trovare spazi di parola e rappresentazione. Da un lato una società cis-etero patriarcale che dipinge le persone disabili come angeli senza sessualità e se proprio proprio eterosessuali.

Dall’alto il mondo LGBT+ si è spesso dimostrato poco inclusivo ed accessibile per le soggettività disabili. Gli stessi Pride sono stati spesso criticati per i percorsi impraticabili o per gli eventi troppo pesanti a livello sensoriale per le persone neurodiverse. Sono punti su cui l’attivismo queer deve riflettere e che non può sottrarsi dall’affrontare. “Non c’è liberazione per nessun*, se non c’è liberazione per tutt*” non è solo uno slogan, ma deve essere una filosofia su cui costruire il futuro delle nostre lotte.

Riconoscere e celebrare il Disability Pride Month e dare spazio alle voci disabili, neurodivergenti, spoonies etcetc, è solo un passo avanti tra i tanti ancora da compiere!

Buon Disability Pride a tutt*!

Fonti la Repubblica; Milano; Today; thewom; Disability Pride Network

Exit mobile version