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Diritti due anni dopo: cosa ha ricordato il Milano Pride

diritti due anni dopo: cosa ha ricordato il Milano Pride urgenza di garantire i diritti alle persone lgbtqia+

A gay couple kiss during a march on International Day Against Homophobia at the Gabriela Mistral park in Quito, Ecuador, Thursday, May 17, 2012.(AP Photo/Dolores Ochoa)

Lo stop è stato lungo ma finalmente una voce comune ha potuto manifestare per i diritti due anni dopo: cosa ha ricordato il Milano Pride è l’urgenza di un intervento in tema di diritti. A una settimana dalla parata del capoluogo lombardo, svoltasi il 2 luglio, facciamo il punto. Dopo due anni i temi rimasti invariati, da discutere e soprattutto da portare in piazza sono ancora troppi.

Al Milano Pride hanno partecipato circa 300mila persone, secondo gli organizzatori, che hanno sfilato al fianco dei carri con bandiere, maglie e accessori a tema arcobaleno. Un simbolo, questo, che grida a gran voce una sola necessità: riconoscere i diritti delle persone lgbtqia+ e azzerare il pericolo della discriminazione.

Voi esultate, noi moriamo”. Il riferimento alle immonde manifestazioni di gioia della destra italiana di ottobre 2021, nonché alla tragica morte di Cloe Bianco è chiaro. C’è una destra in Italia che utilizza i diritti umani per trarne del consenso elettorale e questo è da considerare un crimine. In altri paesi i diritti umani sono un patrimonio di tutti.

Una cosa da ricordare per la parata di quest’anno è la negazione del patrocinio da parte della Regione Lombardia. Questo ci fa capire che la strada per i diritti è sempre lunga. Sarebbe stato importante, infatti, dare la dimostrazione di un cambio di passo visto i continui episodi di omofobia. La Regione in questione non aveva una ragione concreta per negare il Patrocinio.

Diritti due anni dopo: il Milano Pride ha ricordato l’importanza di darsi una voce

Alla parata del 2 luglio la rappresentanza è stata varia: sindacati, associazioni, centri sociali, brand e, ovviamente, famiglie arcobaleno. “Siamo qui per i diritti di tutti. I diritti sono privilegi se valgono solo per pochi”, dicono Barbara e Chiara, madri di Leonardo. Presenti anche i Giovani Cristiani Lgbt+, secondo cui “Dio non ficca il naso tra le lenzuola”.

Il Milano Pride fa parte del movimento Onda Pride, che unisce tutte le parate d’Italia. Gli organizzatori spiegano che “l’esigenza della nostra comunità di far avanzare le proprie istanze, di far sentire la sua voce a dare orgogliosamente visibilità ai suoi volti è più forte e necessaria che mai”. Darsi una voce comune, forte e unita è una missione per la comunità lgbtqia+. Questo, per fare fronte comune contro le aberrazioni che subisce chi sceglie semplicemente di essere se stesso ogni giorno in Italia, senza distinzione di luogo.

È stato emozionante tornare a manifestare per i diritti due anni dopo: cosa ci ha ricordato il Milano Pride è però che siamo ancora in ritardo. In ritardo rispetto all’Europa, in ritardo verso i diritti civili, in ritardo quanto a umanità. Darsi una voce comune è fondamentale, così come manifestare e mostrarsi per come si è, orgogliosamente. Il pride è ogni giorno, per ogni persona che prende posizione per non farsi schiacciare dalla violenza (fisica e non).

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