Ennesima discussione sul DDl Zan. Durante la conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto di fermarsi sul Decreto Omotransfobia a seguito della nota del Vaticano. Al contrario, M5s-Pd-Leu e Italia Viva hanno espresso la volontà di portare in aula il Disegno di Legge di contrasto all’omofobia.
Prima di andare a leggere cosa è successo, è doveroso precisare che la posizione più netta su tale DDL è stata presa dal Partito Gay – LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale. Proprio in questo comunicato stampa, riportato anche sul sito del Movimento, è stato ricordato come già questo Decreto sia un compromesso. Non a caso, secondo il PG SAL, andrebbe rivisto per essere migliorato e non per essere maggiormente affossato come pare abbia richiesto il Vaticano. Il Partito in questione, inoltre, è stato anche il primo a ricordare che l’Italia è uno Stato laico e che non dovrebbe prendere “ordini” della Chiesa.
DDL Zan: ecco perché potrebbe essere calendarizzato la settimana del 13 luglio
Sulla questione legata al DDL Omotransfobia e al Vaticano si è anche pronunciato il premier Draghi che a voluto sottolineare che:
“L’Italia è uno Stato laico quindi il Parlamento è libero di discutere e legiferare” e ovviamente lo fa “nel rispetto della Costituzione e degli accordi internazionali per cui possiede gli strumenti per le verifiche preventive in Parlamento e successive con la Corte costituzionale”.
Matteo Renzi ha aggiunto, inoltre, che:
“La legge Zan non viola il Concordato e la nota verbale del Vaticano è un errore. Le leggi le scrivono i parlamentari, non i cardinali”. “Un’entrata a piedi uniti di questo tipo riporta indietro le lancette dell’orologio a 5 anni fa, prima delle Unioni Civili. Dico che è un autogol da politico, perché riapre uno scontro Stato-Chiesa di cui non si vedeva il bisogno, ma anche da cattolico – spiega – perché non possiamo fare l’errore di ridurre il messaggio del Vangelo a mero fatto etico.
Come credente sono dispiaciuto per lo scontro tra pezzi di Vaticano e pezzi di Cei, come politico difendo la laicità delle istituzioni”. Se cambiare il Ddl Zan deciderà in libertà il Parlamento, non il Vaticano. Italia Viva ha già votato alla Camera e voterà in Senato. Ma suggerisco prudenza: se con il voto segreto va sotto su un emendamento, la legge rischia di essere affossata.”
In particolare i dem ne hanno proposto la calendarizzazione in Senato la settimana del 13 luglio. Visto il mancato accordo nella conferenza dei capigruppo, la calendarizzazione sarà votata in Aula il 6 luglio. Tutto ciò se il Vaticano non ha qualcosa da ridire. Si scherza eh…o forse no. 😉
Cogliamo l’occasione per ricordare alla “nostra” cara Chiesa che non ha più potere temporale dal 1870. Aggiornatevi, grazie.
Raph