Il DDL Zan è stato affossato al Senato a seguito della ‘tagliola‘ voluta da Fratelli d’Italia e Lega (Nord). Con 154 favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti si è bloccato un Disegno di Legge che avrebbe tutelato molte persone. Tale Legge, infatti, avrebbe tutelato gli LGBT+ e anche maggiormente donne e disabili.
Sapere cosa succederà adesso che il DDL Omotransfobia è stato definitivamente ucciso è molto difficile. Già in precedenza, infatti, vi avevamo spiegato che tale proposta di Legge era frutto di una mediazione al ribasso. Come era stato approvato alla Camera, nello specifico, non tutelava concretamente le persone LGBT+. Gli articoli 4 e 7, che sono stati voluti dal centro-destra e che il centro-sinistra ha approvato, erano decisamente discriminatori.
Proprio dopo l’affossamento della proposta di Legge in questione si è espresso il Partito Gay LGBT+, Solidale Ambientalista e Liberale.
DDL Zan affossato, Marrazzo del Partito Gay: “Partiti hanno disatteso le promesse”
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay LGBT+, si è espresso in merito e ha ribadito che i Partiti hanno disatteso le promesse fatte durante il periodo elettorale. In realtà non è la prima volta che dei Partiti fanno promesse che sanno di non mantenere solo per farsi votare. La domanda, infatti, è: perché continuiamo a credere nelle loro parole e a dare loro fiducia votandoli? Sarebbe opportuno che tutta la comunità LGBT+ dia un forte segnale. Solo così, forse, si potrebbe ribaltare in qualche modo la situazione.
Le parole di Fabrizio Marrazzo del Partito Gay LGBT+ Solidale Ambientalista e Liberale
“(…) La discussione sulla proposta di legge contro l’omotransbifobia viene di fatto messa su un binario morto con il rinvio voluto da Fratelli di Italia e Lega e votato da 154 senatori. La notizia non ci stupisce, ma ci addolora. I partiti, tutti, hanno aspettato di finire le elezioni per bocciare di fatto la legge.
Un iter della legge tutto sbagliato. Il relatore Zan sin dall’inizio ha iniziato una mediazione alla camera dove PD, M5S e LEU hanno un ampia maggioranza, menomando e svilendo la legge. Non ha voluto inserire la propaganda di odio, che oggi esiste per le persone nere ed ebree, che vieta ad esempio le offese online.Inoltre, ha favorito anche mediazioni che rendevano pericolosa la legge come l’art. 4 che consentiva di chiamare le persone Lgbt+ malate e inferiori e poi l‘art 7 con cui veniva ostacolata la formazione. In quest’ultimo caso, infatti, si prolungava e complicava il percorso per la richiesta dei corsi contro l’omotransfobia, che significa in sostanza impedirli.Il tutto è finito con una scarsa capacità di mediazione nella giornata del 27 ottobre, che ha portato alla morte di quello che era rimasto della legge. Questo ci spiega perché la legge è stata rimandata a dopo le elezioni, cosi potevano illudere gli elettori. Noi chiederemo a tutti coloro che si sono spesi per i diritti della nostra comunità LGBT+ di sostenerci nelle nostre battaglia di civiltà per ottenere diritti (…)”