Arriva direttamente da Kiev la notizia che l’attuale pandemia scatenata dal Coronavirus sia, in realtà, responsabilità degli omosessuali. Ed è stato lo stesso Dio che, finalmente libero da impegni, ha flagellato l’umanità intera proprio per punire certe condotte sessuali. Così diceva Mychajlo Antonovy Denysenko, patriarca della chiesa ortodossa ucraina qualche tempo fa. Ma come si suol dire, “le vie del Signore sono infinite” (e sembra che portino tutte al Covid) e soprattutto, sembra che Dio stia giocando a dadi divertendosi non poco, visto che lo stesso patriarca è risultato positivo al virus. Probabilmente ci deve essere un errore: o il coronavirus non guarda in faccia nessuno e colpisce indiscriminatamente oppure tutti i positivi erano e sono apertamente o segretamente omosessuali (e così il predicatore vedrebbe confermata la sua perentoria tesi).
Stando a dichiarazioni come questa, sembra che gli omosessuali abbiano grandi responsabilità sulle sorti del pianeta. Troverebbero finalmente la giusta e dovuta comprensione coloro i quali si sono scagliati veemente contro la “potentissima Lobby Gay”: pare che un manipolo di omosessuali sia il solo e unico responsabile di tutti i flagelli naturali e non.
Poco tempo fa, anche il ministro della salute israeliano Litzman aveva visto nel Covid-19 una punizione divina per l’omosessualità (anche Litzman è poi risultato positivo al virus). Ad aprile, durante il lockdown, fu il nostrano Arcivescovo Viganò a svelare un piano punitivo a suon di Coronavirus a causa degli omosessuali (ma per non essere discriminatorio, ha ammesso che l’ovvia ragione del Coronavirus erano anche persone divorziate e donne colpevoli di avere abortito). Nel 2016, padre Giovanni Cavalcoli aveva detto ai microfoni di Radio Maria che anche i terremoti sono una punizione per le condotte omosessuali (affermazione che ha rivendicato con forza fino alla cancellazione del suo programma). L’uragano Sandy? Colpa dei gay: parola del cappellano John McTernan. L’Australia va in fiamme? Manco a dirlo, è colpa dei gay: lo dice il rugbista Folau in un lungo e spiacevole intervento (è lo stesso che ha perso un contratto milionario dopo aver dichiarato su Instagram che i gay sono condannati all’inferno, a meno che non si pentano della loro condotta del tutto amorale). Potremmo andare avanti a elencare le calamità naturali degli ultimi 150 anni e troveremmo sicuramente qualcuno che ha visto nella comunità LGBT+ il colpevole.
Sembra proprio che Dio abbia smesso di spiare e giudicare tutti coloro che si masturbano (rendendoli successivamente ciechi) e ha iniziato a puntare il dito contro una sola tipologia di persone (regalandoci, però, disastri e pandemie in cui la pagano tutti).
In effetti, leggendo e ascoltando le parole dei personaggi di cui sopra, sembra che la colpa, in fin dei conti, non sia solo degli omosessuali, ma di coloro che li sostengono, che non li discriminano e che vivono lontani dai pregiudizi. E i loro discorsi, non sono forse un vero e proprio invito a iniziare a prendere le distanze, a discriminare e isolare taluni soggetti onde evitare che Dio si arrabbi e mandi a tutti indiscriminatamente un’altra catastrofe? Non è chiaro, quindi, quanto ci sia di religioso o spirituale nell’invitare qualcuno a non amare il suo prossimo, chiunque esso sia. Amare è troppo? Va bene, ci si accontenta volentieri anche del rispetto reciproco.
Quando l’evoluzione prende piede e le minoranze emergono, quando si spinge e si lotta per i propri diritti per evitare fratture sociali e discriminazioni, la religione arriva e tira un po’ le redini, nello stesso momento in cui la civiltà inizia a correre, quando il progresso non solo scientifico, ma umano e morale prende piede. E così è sempre stato (probabilmente il Sig. Galileo Galilei potrebbe raccontarci lunghi aneddoti a riguardo) e questi personaggi riescono sempre e comunque ad avere una platea abbastanza folta, pronta ad ascoltare e accogliere il verbo, senza farsi domande. Poco importa se, dalle loro parole, chi li ascolta passa ai fatti. Generano odio, partoriscono violenza, auspicano discriminazioni, emarginazione, umiliazioni. E la puzza di Medioevo torna a farsi sentire.
Ma mai dare contro o dubitare di chi indossa un abito talare o una mitra: loro sono uomini di Dio e figuriamoci se Dio si sbaglia. Non sia mai. Auguriamo a Mychajlo Antonovy Denysenko (e a quelli come lui) di guarire quanto prima. Non solo dal Covid.