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Sundance Film Festival 2023: indipendenti e arcobaleno!

Si aprirà tra poco meno di un mese, il 19 Gennaio per l’esattezza, l’edizione 2023 del Sundance Film Festival, forse il più celebre festival di cinema indipendente che si svolge ogni anno a Park City, Utah, USA. Quest’anno nella fittissima line-up annunciata il 7 Dicembre e composta da 99 titoli non si sono fatti mancare storie e temi queer, con pellicole provenienti da ogni parte del mondo Italia inclusa. In particolare, ad attirare l’attenzione è il focus posto sulle narrative trans e di genere non conforme, sia autobiografie e documentari che fiction. Abbiamo selezionato a seguito alcuni titoli particolarmente interessanti, che rendono l’idea dell’interesse del cinema indipendente verso le storie queer!

Dall’Italia al Pakistan a New York: i titoli queer più interessanti al Sundance film festival 2023

Salta subito all’occhio, scorrendo la line-up, la presenza di un titolo in italiano già famigliare a chi abbia seguito il premio Queer Lion dello scorso Festival del Cinema di Venezia. Si tratta de “L’immensità“, film del 2022, diretto da Emanuele Crialese. Ambientato nella Roma degli anni ’70, racconta la storia di Andrea, dodicenne transmasc che cerca di affermare la propria identità, e della sua famiglia disfunzionale e a tratti soffocante. In particolare, il film si presenta in parte come riflessione sui ruoli di genere, sociali e famigliari e in parte come sguardo nostalgico all’infanzia dello stesso Crialese, lui stesso persona trans.

Sempre incentrato su e raccontato da un’ottica transmaschile è lo statunitense “Mutt” di Vuk Lungulov-Klotz. Ambientato nel corso di una singola giornata a New York, il film ha come protagonista Feña, ragazzo trans che si ritrova a dover intraprendere di nuovo relazioni perse nel corso del tempo e del suo percorso di affermazione di genere.

Ambientato a New York è anche il documentario “The Stroll“, che presenta il Meatpacking District della Grande Mela raccontato dagli occhi delle sex workers trans di colore che lo abitano. Passato e presente si fondono nelle loro storie intrecciate dalla regia di Kristen Lovell e Zackary Drucker, affrontando temi quali le discriminazioni sistemiche, la gentrificazione e la lotta per i diritti.

Setting completamente diverso invece quello del pakistano “Joyland“, lungometraggio di debutto di Saim Sadiq e già vincitore della Palma Queer al Festival del Cinema di Cannes. Accompagnato da innumerevoli polemiche in patria, il film si concentra su una famiglia conservatrice della classe media di Lahore ed in particolare sul figlio minore Haider, innamoratosi della danzatrice trans Biba.

Wrestling, ricordi e rock’n roll: le vite queer al centro del Sundance

Tra i titoli incentrati sulle storie queer non potevano inoltre mancare anche titoli incentrati sulle vite LGBTQIA+, sia attraverso documentari che biopic, di cui presenteremo qui una piccola selezione. Tra i documentari spicca “Little Richard: I Am Everything” diretto da Lisa Cortes, che va a rintracciare le radici nere e queer del rock attraverso un ritratto del musicista Little Richard. Al secolo Richard Wayne Penniman, è stato negli anni ’50 uno dei padri del Rock and Roll la cui importanza è stata spesso trascurata a causa del suo essere persona nera, queer e poco conforme ai ruoli di genere e agli standard morali della società.

In Messico, invece. ci porta il biopic “Cassandro” di Roger Ross Williams incentrato sul luchador omosessuale Saúl Armendáriz che tra gli anni ’80 e ’90 conquistò il pubblico con il nome d’arte Cassandro, “il Liberace della Lucha Libre“.

Commovente si prospetta “Fairyland“, pellicola di debutto di Andrew Durham tratta dal memoir di Alysia Abbot. Ripercorrendo i ricordi, la pellicola mostra i cambiamenti e le sfaccettature degli ambienti queer e bohemien della San Francisco degli anni ’70 esplorati attraverso la relazione tra la giovane protagonista ed il padre, poeta ed attivista queer.

 

Diversità di sguardi e voci

Una line-up interessante quindi, che conferma la vocazione alla diversità e all’originalità che hanno sempre caratterizzato il Sundance Film Festival 2023, nonostante le pressioni crescenti di Hollywood e del cinema mainstream. Soprattutto, dimostra l’interesse crescente della settima arte, soprattutto se indipendente, nel rappresentare le storie queer nonostante gli ostacoli che questa scelta ha previsto in passato (e non solo).

Ancora più significativo è come, soprattutto nelle tematiche trans, si veda una crescente preponderanza delle narrative own voice che vedono le persone trans sia davanti che dietro alla macchina da presa. Una tendenza che tra l’altro si mette in netto contrasto con il clima di crescente transfobia istituzionalizzata e non che sta investendo gli Usa.

Pur tenendosi in uno Stato “rosso” (ovvero a maggioranza repubblicana) come lo Utah, la scelta del Sundance è chiara. Le narrative queer meritano di essere raccontate e raccontate da chi con i dettami della società cisetero-patriarcale deve fare i conti ogni giorno. E soprattutto, le narrative queer meritano una piattaforma di rappresentazione anche se in rottura con le correnti politiche.

 

Ziggy Ghirelli

 

Fonti: Sundance Film Festival

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