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Quarantena criminale

“State a casa” è il mantra di queste settimane.

Da Barbara D’Urso al “comico” Vincenzo De Luca, da Giulia De Lellis fino ai tiktoker, è tutto un coro di: “Restate a casa”.

Da settimane siamo reclusi tra le nostre mura domestiche scoprendoci pizzaioli, pasticcieri, cantanti, ma anche virologi, showman, cittadini esemplari e patrioti.

Tuttavia, questa clausura non è soltanto fatta di pizza e ciambelloni. A pagare per primi il prezzo di un’Europa agonizzante e di un virus che ci vuole segregati, ci sono sempre “loro”: gli invisibili.

Loro lo sanno che cantare o fare le dirette su instagram non gli darà né il pane, né l’aria. Vivono numerosi ma in poco spazio, hanno poca luce e lavoravano “alla giornata”. Per molta gente sono brutti e trasandati, il loro italiano è stentato, sono ignoranti, eppure sono donne e uomini che hanno diritto ad avere voce ed a mangiare, come tutte le minoranze.

Così, dopo giorni di quarantena, emergono le prime storie horror, le location sono le case dei nostri vicini, i protagonisti sono mamme decapitate e partner accoltellati. Siamo poi passati dall’horror al poliziesco, in cui gli attori principali, affamati e incazzati, assaltano i supermercati, mentre le loro gesta finiscono sui social tra il disappunto di tutti. Commenti di gente per bene, che anzichè proporsi in aiuto di chi ha bisogno, si riunisce in branco  sui social contro chi osa ribellarsi alla fame.

Del resto, l’Italia borghese e quella della classe media, sembrano appassionarsi sempre di più alle nuove puntate de “Il decreto” con il gaio Giuseppe Conte. Invece, la classe più povera, pare non comprenderne l’appeal e vorrebbe tornare a vedere “Queen Mary” in tv, e il Napoli giocare. Chissà poi perchè?

La verità forse, è che gli invisibili non esistono nei decreti e neanche nei moduli per i buoni spesa.  Magari c’è chi è proprietario di un immobile abbandonato o sfitto, di un capanno ma non di una casa, e pertanto non ha diritto al buono spesa (vedi foto). Ci sono terremotati, anziani soli e senza internet, incapaci di chiedere ciò che spetta loro, uomini e donne che guadagnavano a giornata, carcerati, oppure persone che hanno il pudore di non domandare aiuto e che intanto si lasciano morire, come nel caso della coppia del video che segue, a cui hanno tolto anche i figli. Ma si sa, la politica guarda ai grandi numeri.

L’escalation di violenza, presumibilmante crescerà a dismisura in tempi molto brevi. La povertà alimentarà la manovalanza della criminalità piccola e grande, non più per un Rolex o un cellulare, ma per fame e per amore di un figlio o un anziano genitore.

 

 

 

L’auspicio è che le manifestazioni di solidarietà continuino a restare vive a lungo e che aumentino nell’attesa che la politica perfezioni le sue strategie economiche e di sostegno alle persone.

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