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‘Rivoluzione’ in Polonia: alcune regioni ritrattano e non si dichiarano più ‘LGBT+ free zone’

In Polonia alcune regioni ritrattano e non si dichiarano più ‘LGBT+ free zone‘. La situazione nello Stato dell’est Europa per la comunità arcobaleno non è una delle più rosee, soprattutto a partire da Giugno 2020. Da quella data, infatti, già cento municipalità (un terzo del totale) e cinque voivodati si sono dichiarati contro le persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trans.

La situazione dura già da più di qualche anno e il 18 dicembre 2018 il Parlamento Europeo aveva dichiarato di essere a favore di una condanna per più di ottanta di queste zone. Inoltre, nel luglio 2020 le Corti Amministrative Provinciali della stessa Polonia avevano dichiarato quelle zone come “nulle, vuote e discriminatorie”.

Alcune regioni della Polonia ritrattano sulle ‘LGBT+ free zone’ dopo che l’UE ha bloccato i fondi

La situazione in Polonia per la comunità LGBT+ e le donne è sempre più difficile. Da questo settembre, però, pare che qualcosa sia cambiato, in particolar modo per la comunità arcobaleno locale. Il tutto è partito perché sono stati negati da Bruxelles i fondi europei ad alcune regioni dello Stato dell’est Europa, poiché violano la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

A seguito di questa decisione dell’Unione Europea, magicamente da qualche settimana alcune regioni della Polonia hanno ritrattato e si sono rifiutate di dichiararsi ‘LGBT+ free zone’. Hanno avuto forse paura di perdere i fondi europei? Tra queste regioni: Swietokrzyskie, Lublin, Podkarpacki e Malopolskie.

Che sia strategia o scelta, per la comunità arcobaleno è un piccolo passo avanti. In Italia, intanto, ricordiamo che il ddl Zan è bloccato in Senato.

 

Raph

 

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