Il Senatore della Lega (Nord) Simone Pillon ha tirato fuori, nuovamente, delle perle sull’aborto. Oltre ad essere ossessionato dalle persone LGBT+, il ‘nostro’ Simo ha anche la fissazione di voler decidere quello che una donna dovrebbe fare. Di seguito, infatti, trovate il suo pensiero che con tanto orgoglio ha deciso di condividere sui propri account Social.
” Dobbiamo puntare all’obiettivo ‘aborti zero’. Occorre aiutare le donne che vogliono abortire perché si trovano in difficoltà economiche e sociali mediante coraggiosi aiuti economici da garantire alle mamme con gravidanze impreviste o a rischio, perché possano scegliere sempre la vita per il loro bambino. Dobbiamo sostenere la maternità, altrimenti il nostro Paese non avrà un futuro”.
Mascherata dietro a questa affermazione, che sembra voler semplicemente difendere il diritto alla vita, c’è tanta misoginia. Il personaggio in questione non è nuovo a queste affermazioni alquanto controverse, anche per quanto riguarda la comunità LGBT+. Infatti, nell’aprile del 2019 viene condannato in primo grado dal Tribunale di Perugia per il reato di diffamazione nei confronti del circolo LGBT Omphalos di Perugia, affiliato ad Arcigay e del suo responsabile dell’area giovanile. Trentamila euro di risarcimento.
Nel 2021 è stato accusato di sessismo. Questo dopo aver dichiarato che “le femmine hanno maggiore propensione per le materie legate all’accudimento mentre i maschi sono più portati per le materie tecniche“. Affermazione avvenuta dopo che un’università di Bari aveva deciso di abbassare le tasse scolastiche in alcuni corsi per incentivare l’iscrizione delle studentesse. Ha anche accusato la facoltà di essere cultrice del gender, richiamandosi alla sostenuta teoria del gender che, ovviamente, non esiste.
Nell’anno passato non è stato “accusato” solo in questa o poche altre circostanze. Insomma, un personaggio che ha fatto parecchio parlare di sé in modo non di certo positivo. Personalmente non ho mai capito le affermazioni di Pillon e nemmeno come faccia a pensarle. Non riesco ad immaginarlo serio quando ne parla, come se stesse raccontando una barzelletta.
Simone Pillon di nuovo contro l’aborto: ecco cosa dice la L. 194/1978
La Legge 194 consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione. Tra il quarto e il quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica. La Legge 194 istituisce, inoltre, i consultori come istituzione per l’informazione delle donne sui diritti e servizi a loro dovuti, consigliare gli enti locali, e contribuire al superamento delle cause dell’interruzione della gravidanza.
La legge stabilisce che le generalità della donna che ricorre all’IVG rimangano anonime. Il ginecologo può esercitare l’obiezione di coscienza. Tuttavia, il personale sanitario non può sollevare obiezione di coscienza allorquando l’intervento sia “indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo” (art. 9, comma 5). La donna ha anche il diritto di lasciare il bambino in affido all’ospedale per una successiva adozione e restare anonima.
Prima del 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza era considerata reato dal codice penale italiano. Essa veniva punita con la reclusione da due a cinque anni, comminati sia all’esecutore dell’aborto che alla donna stessa. Il clima in cui si è vissuto fino agli anni sessanta era quello di una scontata immoralità dell’aborto volontario.
Questa legge, ottenuta non con poca fatica, ha tutelato la salute della donna e del feto. Una legge considerata sicuramente rivoluzionaria a quei tempi. Probabilmente a Pillon non entra in testa. Il corpo è mio e ci faccio quello che voglio. vale per donne gravide, come per tutt* gli altr* corpi). Nessuno decide per qualcun altro.
Ps. caro Pillon, non potremmo mai arrivare a “zero aborti” perché esistono anche quelli spontanei. Visto che ti vedo spesso confuso, i 10 minuti che impieghi per dire una cavolata io li userei per fare yoga e riflessione. Non fanno male. A meno che da politico non vuoi fare il comico…Bah!
Raph
Fonte: GayBurg