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Il bue che dà del cornuto all’asino: Mario Adinolfi contro il divorzio

il bue che dà del cornuto all’asino: Mario Adinolfi contro il divorzio

Qualcuno che critica un difetto ad altri pur avendo lui stesso la stessa pecca è il bue che dà del cornuto all’asino: Mario Adinolfi contro il divorzio ne è un esempio. Sembra uno scherzo, invece è politica. Tra gli argomenti caldi delle ultime settimane spicca la fine del matrimonio tra il calciatore Francesco Totti e la showgirl Ilary Blasi. Proprio da un tweet del “capitano” della Roma nasce questo caso al limite del tragicomico, pur sempre in linea con le molteplici contraddizioni che contraddistinguono il “Popolo della Famiglia“.

Al tweet in questione, Adinolfi risponde “Come potranno sentirsi i figli di Totti leggendo il papà dare della traditrice alla mamma, al nonno del trafugatore di Rolex, per avviare la battaglia legale sui soldi? Cazzullo cementa la mia certezza: il divorzio è l’inferno, va vietato, così prima di sposarsi ci si pensa bene.” Risposta che fa sorridere, dal momento che questa predica proviene da una persona divorziata e risposata (a Las Vegas). Si direbbe non il tipo di persona che ci pensa molto su prima di ritrovarsi sull’altare.

Non è passato inosservato come per l’ennesima volta la propaganda di questi ideali sfrutti una classe debole, in questo caso i figli della coppia. Il politico commenta infatti “Vai, dividetevi in curve contrapposte come al solito. Io sono nel team “poveri figli.” È quindi da considerarsi povera anche la figlia che Adinolfi ha avuto dal primo matrimonio?

L’ipocrisia di quando il bue dà del cornuto all’asino: Mario Adinolfi contro il divorzio

I dati sulla non-tradizionale vita coniugale di Mario Adinolfi sono di dominio pubblico. Non a caso la sua risposta a Totti pullula di persone che gli ricordano che la sua voce sul tema è poco credibile. Ma proprio a questo punto Adinolfi dà il meglio di sé, commentando “Mi divertono, ogni volta che scrivo una frase contro il divorzio, i cani di Pavlov scrivere che io sono divorziato. Deve essere proprio stupido chi non capisce che il più convincente denigratore della droga è l’ex tossico.”

Pur con rivedibili competenze in materia di storia della psicologia e sintassi, il politico paragona con dubbio gusto il matrimonio alla tossicodipendenza. Al di là delle questioni di stile e dell’offesa secondo cui “deve essere stupido chi non capisce” quello che lui dice, Adinolfi si pone come rivelatore della verità sul divorzio. Suggerisce infatti di seguire l’esempio dei genitori anziani di un tempo. “I nostri genitori restavano insieme magari detestandosi ma offrivano ai figli quel di cui i figli hanno bisogno: la stabilità della famiglia.”

A questo punto il leader del “Popolo della Famiglia” diventa il bue che dà del cornuto all’asino: Mario Adinolfi contro il divorzio non considera il dolore causato dalle famiglie tenute insieme da matrimoni infelici. Attenzione: nessuno nega che la “famiglia” sia un elemento chiave della stabilità emotiva e affettiva degli individui. Ma che valore e che interpretazione va realmente data oggi a questo concetto? L’ago della bilancia rimane l’amore, il fondamento di qualsiasi, splendida, forma che la parola “famiglia” può assumere.

 

Fonte: nextquotidiano.it

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