Dopo istrionici e paranoici, passiamo ad altri due profili problematici con cui di sicuro abbiamo avuto a che fare almeno una volta nella vita: gli ossessivi e i narcisisti.
Gli ossessivi cercano costantemente la perfezione, scrutando anche il più piccolo dei dettagli per riuscire a soddisfare il proprio bisogno di avere tutto (e tutti) sotto controllo. Non si tratta di persone che tendono al miglioramento, allo sviluppo o alla crescita personale. Gli ossessivi vivono anche il minimo errore, la più insignificante delle discussioni o il più banale rifiuto come un fallimento assoluto.
La maggior parte delle persone Lgbt+ (ma non solo) è cresciuta con la convinzione di essere sbagliata, difettata, inferiore rispetto agli etero. Per questo, la ricerca di un riscatto ha spinto molti di noi a esigere la perfezione, da noi stessi e dagli altri. Ti suona familiare?
Infine, chiudiamo in bellezza. Coi narcisisti, ovviamente. Quelli che non rincorrono la perfezione. Loro sono la perfezione. Nessuno è più bello di loro, più sveglio, più intelligente, più sexy di loro. I narcisisti sono i migliori di tutti, in tutto. A differenza di noi comuni mortali, non hanno difetti. Si sentono solo incompresi, non sufficientemente ascoltati, visti e presi in considerazione. E soprattutto, mai adeguatamente venerati.
Il narcisista non è capace di amare nessuno se non l’immagine che ha di sé come individuo. La radice di questo atteggiamento mentale è l’ipertrofia del proprio ego e dei meccanismi di difesa acquisiti durante la crescita. Ovviamente non si tratta di amore né di sana autostima, bensì dell’unica strada che conosce per affrontare la vita. In passato, più e più volte il mondo lo ha fatto sentire escluso, inadatto, indegno. Si è quindi costruito una corazza, un aspetto all’apparenza ineccepibile. Dietro però, il più delle volte si nasconde un bambino insicuro e spaventato, costantemente alla ricerca di conferme. Ti ricorda qualcuno uno così?
Questi quattro tratti caratteriali sono, in misura diversa, parte integrante di ciascuno di noi. Alcuni sono più evidenti e marcati, altri più lievi o impercettibili. Ma ci sono. Siamo il frutto di ciò che il nostro cervello — il nostro inconscio — ha immagazzinato durante la crescita e lo sviluppo. Sappiamo che non possiamo cambiare quanto ci è accaduto. Ma possiamo imparare a vedere il mondo (e noi stessi) con occhi diversi, adottare prospettive più intelligenti e comportamenti più maturi. Dobbiamo solo impedire al nostro cervello di usare il passato come guida per la nostra esistenza. Facile a dirsi. Di importanza vitale farlo.
Alessandro Cozzolino, life coach