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#EssereSéStessi: le Carriere Alias negli istituti universitari

L'Accademia di Belle Arti di Napoli apre le porte alle Carriere Alias

Carriera Alias - un profilo burocratico alternativo salvavita

Non è facile dover convivere con la propria identità di genere, il che non è solamente fondamentale per un adolescente in sviluppo, ma necessario per l’ integrazione sociale. Ecco come le Carriere Alias possono essere dei salvavita per chiunque abbia bisogno di utilizzare un proprio nome d’elezione ed i giusti pronomi.

Ma cosa sono le Carriere Alias? Con questo termine viene definito un profilo alternativo che va a rappresentare uno studente prima o durante la sua transizione di genere, collegato alla carriera scolastica/universitaria ufficiale in corso. Ogni istituzione ha il proprio regolamento. Pertanto, ogni Carriera Alias avrà i propri criteri da seguire per un’eventuale richiesta. Ma questo procedimento è volto all’affermazione del proprio sé, sia con il corpo docenti che studenti.

Carriere Alias, la loro efficacia per convivere con la propria identità di genere

A mio avviso, i ragazzi sono i più fragili all’interno della comunità. Non solo si ritrovano davanti a professori impreparati, nella maggior parte dei casi all’argomento, ma anche incompetenti nel riconoscere gli attacchi omobitransfobici. L’Healtdesk riporta i dati di uno studio che ha coinvolto più di 4.500 adulti transgender pre terapie ormonali, segnalando un tasso di mortalità di 628 persone su 100.000 all’anno. Uno sviluppo preoccupante.

Le Carriere Alias non solo permettono agli insegnanti di confrontarsi quotidianamente con persone transgender pre transizione, ma anche a sensibilizzarli con successo. Non solo: lo studente è libero di essere sé stess* senza doversi nascondere per paura. Un esempio che vorrei portare è quello dell’Accademia di Belle Arti di Napoli: le Carriere Alias, seguite da un tutor accademico competente a 360 gradi, la docente Nera Prota, hanno permesso a decine se non centinaia di ragazzi di poter essere validati durante gli studi. Un notevole passo avanti per convivere con la propria identità di genere.

«L’ho provato sulla mia pelle», racconta, «quando sono tornata a Napoli, la mia città, che avevo lasciato qualche anno prima, ho vissuto il dolore di non sentirmi riconosciuta dagli altri. Il nome precedente per chi è come me viene considerato un nome morto, ci ferisce sentirci chiamare con quel nome». – Corriere del Mezzogiorno

Nera Prota è Docente Ordinario di Scenografia per l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Il successo del programma all’interno dell’istituzione napoletana dimostra quanto esso sia rilevante nelle scuole ed università italiane, fondamenta della formazione personale e sociale, ma soprattutto luogo sicuro delle giovani menti del futuro a cui lasceremo in eredità questo mondo.

 

Aeden Russo

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