Site icon GayPress.it

Le donne trans ucraine respinte al confine: i (non) diritti LGBT+ in Ucraina

La situazione dei diritti LGBT+ in Ucraina è sempre stata critica e con la guerra i nodi vengono al pettine. Come ormai è noto a chiunque, nel Paese è stata introdotta la legge marziale, che prevede il divieto a tutti i maschi tra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese. Questo diventa un problema per le donne trans, che spesso si vedono negata la possibilità di scappare dalla guerra perché ancora considerate uomini.

Le donne trans che non riescono a lasciare l’Ucraina

Judis, donna trans ucraina, racconta al The Guardian il suo tentativo di lasciare l’Ucraina. Nonostante abbia la fortuna di avere i documenti correttamente rettificati, racconta di essere stata portata in una stanza dalle guardie e di essere stata esaminata fisicamente. Non importava fosse una donna trans e che avesse anche i documenti femminili, le hanno detto di tornare indietro a combattere perché “era un uomo”.

Situazione simile raccontata da Alice, donna trans di 24 anni, a cui le guardie hanno negato il passaggio perché avevano visto il pomo d’Adamo. La situazione al confine diventa quindi estremamente complicata per le persone trans, che si vedono negata la loro identità e la possibilità stessa di lasciare il Paese. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria violazione dei diritti umani. Persone che sono vittime della guerra diventano vittime una seconda volta.

Le persone trans che rimangono rischiano la salute: mancano gli ormoni

Per le persone trans che non riescono a lasciare il confine la situazione si aggrava di molto. Oltre alla paura, alle bombe, alla distruzione, in Ucraina si aggiunge anche l’enorme difficoltà nel reperire la terapia ormonale. Infatti, molte farmacie hanno chiuso e molti medici non esercitano più. Questo fa diventare sempre più difficile reperire i farmaci.

Tale situazione è un enorme rischio per la salute delle persone transgender, visto lo squilibrio ormonale che viene portato da un’interruzione improvvisa della terapia ormonale sostitutiva. A ciò si aggiungono i rischi sulla salute mentale, portati dal fatto che il corpo comincia a ritornare come era prima.

Se non si assume il testosterone, ad esempio, i fianchi cominciano ad arrotondarsi di nuovo, la voce è meno profonda e la peluria sul viso comincia a scomparire. Se non si assumono gli estrogeni, invece, i lineamenti si fanno meno dolci, il grasso corporeo non si distribuisce più sui fianchi e molto altro. Tutto questo non fa altro che aumentare la disforia di genere, andando a gravare ulteriormente su una situazione già tragica.

I diritti LGBT+ in Ucraina, questi sconosciuti

Sebbene la guerra abbia ulteriormente aggravato la situazione delle persone transgender in Ucraina, la situazione non era rose e fiori nemmeno prima. La situazione dei diritti LGBT+ in Ucraina è parecchio critica. Avevamo già parlato in un altro articolo dell’ILGA (a proposito di San Marino), che ogni anno esamina la situazione nei vari Paesi.

L’International Lesbian, Gay, Bisexual and Trans Association posiziona il Paese al 40esimo posto su 49 in Europa. In Ucraina, infatti, mancano leggi che tutelano l’uguaglianza e la non discriminazione delle persone LGBT+ in ambiti diversi da quello lavorativo. Non c’è poi alcun tipo di riconoscimento per le coppie dello stesso sesso e sono totalmente assenti leggi contro i crimi d’odio legati all’orientamento sessuale o l’identità di genere.

È possibile cambiare sesso, ma il processo è lungo e serve una diagnosi psichiatrica, di conseguenza le persone transgender sono fortemente patologizzate. Per quanto riguarda la società civile e gli spazi pubblici, nonostante la situazione sia migliorata e al Kiev Pride dello scorso anno non ci siamo stati scontri o arresti da parte della polizia, purtroppo ci sono ancora problemi.

Il 28 agosto dello scorso anno al Pride di Odessa ci sono stati scontri tra gruppi di estrema destra e polizia e anche l’anno prima questi gruppi hanno attaccato la parata. Per concludere poi il bilancio sui diritti LGBT+ in Ucraina, mancano totalmente leggi e politiche sul diritto di asilo per le persone LGBTQIA+.

Exit mobile version