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Diritti umani: si tratta solo di questo

Diritti umani: si tratta solo di questo. Dare dignità alle persone per poter vivere come più desiderano. Ma questo è ancora un sogno troppo lontano. Non all’estero, a quanto pare. Vediamo insieme.

Diritti umani: la legge per l’autonomia di genere in Islanda

Proprio agli inizi di questo Luglio la legge per l’autonomia di genere in Islanda ha compiuto 5 anni. E in tutto questo periodo nessuna delle paure dei sostenitori anti-trans si è realizzata. Anzi, le persone trans, non binarie e intersex hanno goduto di più riconoscimenti, protezione e diritti umani. E questa legge, in realtà, è stata uno dei più grandi e importanti cambiamenti che sono stati fatti nel Paese per questa comunità. Il punto saliente di questa legislazione è il riconoscimento legale dell’identità di genere, rimuovendo il bisogno di una diagnosi medica in modo radicale.

Cosa comporta quindi inizialmente?

Nessuna prassi medica, nessuna attesa di anni. Sono anni, anzi, che in Islanda basta compilare un semplice modulo tramite il registro nazionale, così andando a correggere l’informazione lì dove il Paese conserva tutti i dati sensibili. Ma non solo: la maggior età non è un fattore di accesso. Anche se una persona avesse 15 anni può richiedere autonomamente il cambio anagrafico. E tutto questo senza passare attraverso dei genitori che potrebbero essere contrari come obiettori. Semplici diritti umani e giusti. Ma la vera rivoluzione sta nel riconoscimento dell’identità non binaria, cosa che qui in Italia non esiste ancora se non per pochissimi casi speciali in tribunale. Fatto sta che i nostri documenti sono strettamente correlati al binarismo di genere.

Diritti umani inesistenti qui in Italia

In Italia, invece, l’identità di genere è estremamente patologizzata dalla società medica. Le liste d’attesa si allungano sempre di più, i centri si sovraffollano e non riescono a tenere il passo. Esistono una miriade di moduli medici e legali da sottoscrivere e compilare. E non solo: per quanto il percorso sia accessibile e gratuito in diversi consultori, tutte le analisi mediche e le visite hanno ancora costi imponenti. E non solo, le procedure legali sono molto salate, soprattutto per persone che non hanno indipendenza economica. In più i genitori sono inevitabilmente costretti a partecipare a questi lunghi processi, spesso ostacolandoli. Alla faccia dei diritti umani. Adesso si spiega perché siamo tra le più basse posizioni nell’Unione Europea.

Ma vediamo di più sull’Islanda

Punto critico, in senso positivo, della legislazione riguarda proprio la tutela della salute dei cittadini. Sia adulti che ragazzi hanno piena tutela e accesso alle cure mediche per loro necessarie, il tutto basandosi su modelli di consenso studiati ad hoc per la comunità stessa. Si affianca per livello d’impatto un’altra parte vitale di questa legislazione: i diritti delle persone intersex. Finalmente i neonati intersex non possono essere più operati a scelta del genitore o del personale sanitario. Ciò vuol dire dare piena autonomia e libertà di scelta alla persona una volta raggiunta l’età adulta, o comunque la maturità per poter esprimere serenamente sé stess*. Ecco come si garantiscono dei veri diritti umani.

Diritti umani calpestati nel nostro Paese

E come stiamo messi in Italia? Malissimo. Le cure mediche sono sempre più a rischio e inaccessibili. ASL che non ricevono più le prescrizioni, oppure non ne sono più a carico, il tutto senza avvisare le persone che inevitabilmente subiscono questo torto. Per non parlare delle operazioni per le persone transgender interessate, che non solo sono impossibili a livello di pubblica sanità ma sono inaccessibili a livello economico nel privato. Le persone intersex, infine, subiscono una violenza e una mutilazione inaudita in Italia. Nonostante siano lo 0,5% della popolazione, i bambini sono costretti a subire interventi chirurgici inutili e pericolosi, anche nei primi anni di età. Ma sì, non consideriamo queste problematiche critiche degne di basilari diritti umani.

C’è voluto tanto impegno per presentare la legge

Leggi come questa richiedono veramente tanto tempo per essere supervisionate e approvate dallo Stato. Pensate che la prima volta che si è sentito parlare in Islanda dell’autonomia di genere fu portata avanti da due persone. Ugla Stefanía Kristjönudóttir Jónsdóttir, not* anche come Owl Fisher, attivista non binary, accompagnat* da Kitty Anderson, un altr* attivista intersex del posto. Portarono all’attenzione dello Stato tutte queste necessità finché non furono fatte realtà. “Il processo decisionale è stato molto lungo e inclusivo, e abbiamo usato appieno il tempo a nostra disposizione per essere sicur* che questa legislazione fosse molto ben strutturata, e che tutti fossero a favore per far sì che questa legge potesse essere un successo” commenta Ugla. Ecco come si stabiliscono dei diritti umani, mettendo a tavola delle persone interne a queste comunità.

Diritti umani riconosciuti da tutti gli enti maggioritari

Ci siamo consultat* con moltissime organizzazioni femminili, con i rifugi per donne e le prigioni, con le associazioni sportive come anche il registro nazionale, ma anche professionisti sanitari. Abbiamo avuto tavole rotonde le une sulle altre con persone diverse, e ci siamo assicurat* di portare tutti sul tavolo per sentire l’opinione di tutti e comunicarcela. Quello che abbiamo scoperto alla fine è che tutti erano realmente convinti di voler includere e proteggere la comunità transgender, ma soprattutto che questi diritti umani fossero stabiliti per loro assieme alle persone non binarie e intersex“, continua Ugla.

Da noi invece si deve sempre considerare l’opposizione

In Italia invece l’unica opinione che chiediamo costantemente è quella degli obiettori di coscienza. Dopo quasi 50 anni dalla legge per la legalizzazione dell’aborto, il diritto non è ancora garantito e, nelle regioni guidate dal centrodestra, è sempre più ostacolato. Gli obiettori, in Italia, sono quasi 7 su 10. Frutto delle lotte dei movimenti femministi, la 194 è però un compromesso, il risultato di un lungo iter parlamentare. Non ha esplicitamente sancito il diritto all’aborto, né ha garantito l’autodeterminazione della donna. Anzi. Ha fornito uno strumento per limitarne la portata.

Diritti umani e fondamentali riconosciuti all’unanimità

E quando questa legge in Islanda è stata portata in parlamento aveva già ottenuto supporto dalle maggiori organizzazioni umanitarie, femministe, rifugi per donne, professionisti sanitari, il sistema penitenziario, le associazioni sportive, e tutti questi referenti che solitamente vengono considerati in questo processo. Il dato assolutamente rivoluzionario è che la totalità di tutti questi enti fossero d’accordo e a favore di questa legislazione. Cos’ha dimostrato tutto ciò? Che c’è bisogno di dialogare in modo positivo e costruttivo, basato sull’evidenza  e l’esperienza di queste persone, per dare importanza a questi diritti umani.

E vengono meno anche tutte le osservazioni omotransfobiche

Per questo in Islanda tutte queste organizzazioni si sono ritrovate a favore della legislazione a tutela e ampliamento dei diritti umani delle persone transgender. E se un Paese è riuscito a navigare lontano da queste narrazioni omotransfobiche, che dipingono le persone trans come mostri oppure pericoli per la società, significa che è possibile altrove. Le barriere culturali e sociali che questa comunità si ritrova davanti sono sempre in aumento, e leggi come queste potrebbero aiutare così tanto la comunità. Quello che si è riscontrato in questi 5 anni in Islanda è che tutte queste preoccupazioni e paure, questi dubbi che gli attivisti anti-trans possiedono, di tutto questo niente è venuto fuori.

L’ampliamento di questi diritti umani non ha portato alcun disastro

Nessuno ha lesionato gli spazi sicuri per le donne, nessuno si è appropriato di questa inclusione per le persone transgender per scopi personali di abuso e violenza. Anzi, l’unica cosa che è accaduta è che la comunità trans adesso si può riconoscere legalmente in sé stessa finalmente. Ma soprattutto può vivere la propria vita con tranquillità e serenità, oltre che con il giusto rispetto e riconoscimento. “Quindi dobbiamo veramente smetterla di far finta che si tratti di un problema di sicurezza, che si tratti dei diritti delle donne o che ci sia qualcosa che la comunità trans sta infrangendo. Non è la realtà, e lo dimostra l’Islanda che ha voluto credere in questi diritti umani e ha riscontrato che non c’è stato alcun pericolo“, ci dice Ugla.

Ma allora questi riconoscimenti funzionano

Questa legge è in realtà una testimonianza forte e chiara che leggi come questa funzionano, che l’inclusione dei diritti transgender non è un pericolo costante per nessuno. L’unica cosa che rende la società più democratica, libera e indipendente è proprio l’inserimento a legge di queste tutele. Ma in Italia pensiamo ancora ad affossare leggi come il DDL Zan perché chiedono troppo e subito. Chissà perché, non sarà per caso che stiamo seguendo alla cieca il modello americano, che ha visto il passaggio a legge del maggior numero di legislazioni anti-trans degli ultimi decenni? Penso che sia arrivato il momento di spostare la nostra lente d’ingrandimento su modelli più salutari.

E cos’accade in Italia con questi diritti umani?

Negli ultimi dieci anni, in Italia, ci sono state più di 1.700 vittime di omotransfobia. Questi dati provengono dai media, dai giornali e dalle denunce delle associazioni. Ma questi numeri non dicono tutto, perché molti episodi non vengono denunciati. La polizia e la giustizia non registrano i crimini omotransfobici perché non li riconoscono o perché la legge non lo richiede. In pratica, se non c’è una legge specifica, non c’è un reato specifico. Ma basta guardare agli episodi di violenza dell’ultimo anno per vedere chi è nel mirino: non solo i ragazzi gay, le persone transgender visibili o le coppie che si tengono per mano, ma anche gli attivisti LGBTQIA+ e chi prende posizione pubblica sulla questione rischia di diventare un bersaglio.

 

Sii “diverso” in Italia e i tuoi diritti umani basilari non esisteranno. Se non sei un uomo cisgender bianco normodotato e con i soldi allora la tua opinione non conta. Vogliamo veramente vivere in un paese così?

 

Aeden Russo

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