Il DDL Zan rischia di slittare dopo l’estate e questo potrebbe essere un pugno dritto nello stomaco per la comunità LGBT+. Non solo il DDL contro l’omotransfobia potrebbe essere rimandato di diversi mesi perché, secondo Ronzulli e compagnia bella, “Non c’è fretta. Perché correre? Per piantare una bandierina?” Lega ,Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno fatto un nuovo tentativo di ostruzionismo al disegno di legge, presentando un DDL parallelo: il Ronzulli-Salvini. Stiamo scherzando?!
Come se non bastasse Ostellari (Lega, tra l’altro nominato relatore della legge) ha deciso, senza passare ad alcuna votazione, di abbinare i due disegni legge, prolungando così (ovviamente) i tempi per l’approvazione. Ciò può, purtroppo, essere permesso dall’art. 51 del regolamento del Senato che permette di abbinare due testi in caso di analogia di contenuto.
Di cosa parla il DDL Ronzulli-Salvini?
Questa proposta di Decreto modificherebbe l’articolo 61 del codice penale che si occupa di aggravanti in caso di reato. Tra queste è previsto, ad esempio, l’aver agito per motivi futili, l’avere commesso reato contro un pubblico ufficiale o durante manifestazioni sportive.
Il DDL Ronzulli-Salvini si intitola “Modifiche al codice penale in materia di circostanze aggravanti nei casi di violenza commessa in ragione dell’origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità della persona offesa“, quindi vorrebbe introdurre una serie di atti discriminatori e violenti, intervenendo sulla questione da un punto di vista punitivo generico ed eliminando dalla discussione la parola “genere”.
DDL Zan: Dalla padella alla brace…
Quindi: già così il DDL Zan presenta problemi all’art.4 e 7, adesso abbiamo anche questo a cui dover pensare. Risuona l’appello del presidente Sergio Mattarella che, da Brescia, invita i partiti ad un confronto costruttivo senza abbandonare le proprie idee ed opinioni.
Il rinvio presidenziale riapre il procedimento legislativo e se la legge viene nuovamente approvata essa deve essere promulgata. Subito dopo la promulgazione, la legge è pubblicata ed entra in vigore il quindicesimo giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Come potete notare non è normalmente semplice, ancora di più se si tenta, in tutti i modi di ostruire l’Iter con inutili scuse.
Stanno “giocando” con le vite della nostra comunità. Ci stanno prendendo per i fondelli. Ricordiamo che, nel frattempo, le discriminazioni d’odio non si sono messe in pausa. Persone cacciate di casa, lapidate, picchiate, insultate o uccise. Vittime che si sentono ancora di più prese in giro, dal momento che si aspetterebbero un minimo di tutela da uno Stato che promette che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”. Sono parole scritte nell’art. 3 della nostra Costituzione Italiana o me le sono inventate oggi?
Possiamo tentare di sparare sentenze, prenderci pure in giro, ma per trovare il nostro paese in questa mappa che indica i diritti LGBT+ in alcuni stati europei e non, dobbiamo arrivare alla posizione numero 35 (contro la posizione numero 34 del 2019), con un indice pari al 23%, appena un punto in più rispetto al 22% dello scorso anno. Prima di noi anche l’Ungheria di Orban, la Serbia, l’Albania, la Macedonia del Nord, la Grecia e l’Estonia.
Possiamo esserne fieri? Non credo proprio. Carissimi senatori, mettetevi una mano sulla coscienza e ragionate se vale davvero la pena di giocare con la vita e i diritti di persone fragili. Evitate di prenderci in giro perché non siamo stolti. Abbiamo bisogno di una serie di tutele perché per le barzellette esistono già i comici, grazie.
Raph