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Brutte notizie per la Polonia: Commissione Europea pronta a congelare fondi per le zone ‘LGBT+ free zone’

SITUAZIONE DIRITTI LGBT IN EUROPA

La Commissione Europea congela i fondi comunitari per la Polonia a seguito delle ‘LGBT+ free zone‘ istituite nello Stato. Questa sembra essere la brutta notizia che sta per arrivare alla Nazione governata dal Presidente omofobo Duda. La ‘carta della famiglia’ che ha firmato per contrastare i diritti delle persone LGBT+ potrebbe costargli svariati migliaia di Euro.

Questo significa, dunque, che le città che si sono dichiarate ‘LGBT+ free zone’, rischiano di vedere uno stop ai fondi comunitari. Essi sarebbero serviti per superare la crisi causata dalla pandemia da Covid-19. È bene ricordare che lo Stato dell’est Europa è il peggiore in assoluto dove le persone della nostra comunità possono vivere. Se questa decisione della Commissione Europea dovesse essere effettivamente confermata, sarebbe assolutamente in linea con quella del Parlamento UE. Quest’ultimo, infatti, ha recentemente chiesto che i matrimoni e le adozioni gay devono essere riconosciuti in tutta Europa.

Commissione Europea congela fondi alla Polonia finché non verranno tolte le ‘LGBT+ free zone’

La Commissione Europea sembra fare sul serio e pare voglia congelare i fondi europei comunitari destinati alla Polonia. Come apprendiamo da ‘Today‘, infatti, tale richiesta sembra essere stata avanzata Ine Eriksen Soreide, Ministra degli esteri norvegese. Recentemente, aveva dichiarato che avrebbe sospeso alcuni fondi destinati alle città, come Krasnik, che avevano istituito le ‘LGBT+ Free zone’.

Questi ‘aiuti’ che non verranno erogati ad alcune zone della Polonia, almeno fino a quando non verranno tolte le LGBT+ Free zone’, sono dei contributi attualmente versati da Norvegia, Islanda e Lichtenstein. Essi (chiamati EEA), di fatto, servono a ridurre le disparità sociali ed economiche all’interno dello Spazio Economico Europeo. La Nazione governata da Duda è tra i principali beneficiari.

Bruxelles pare abbia preso di mira la Polonia e questa potrebbe essere una buona notizia per la comunità LGBT+ della Polonia e non solo. Se le città che hanno istituito le ‘LGBT+ free zone’, per tenere i luoghi liberi dalla ‘ideologia gender’, non faranno un passo indietro non vedranno più un soldo.

Per questo, dunque, si presume che i paesi che hanno aderito a questa inutile crociata contro le persone arcobaleno faranno dietrofront. Ciò significa che le persone LGBT+ polacche potranno tornare a respirare un po’ di più e a vivere leggermente meglio. Ciò non toglie, ovviamente, che la strada da fare nello Stato per l’uguaglianza e i diritti sia ancora molta.

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