Tra le canzoni LGBT+ o che comunque trattano il tema di inclusione della “diversità” c’è sicuramente l’ultimo singolo di Luca Strappelli. Abruzzese, nato e cresciuto in questa regione tra il mare blu cobalto e le dolci colline del teramano ha voluto realizzare un brano che toccasse dei temi di attualità di cui spesso si parla e che, purtroppo, con troppa facilità si dimenticano e vengono lasciati là in un angolo.
La canzone si intitola “Fuori Posto” ed è già disponibile sulle piattaforme digitali. Da oggi, lunedì 14 giugno 2021, inoltre, è anche disponibile il video, che troverete di seguito, che è stato girato con diverse comparse. Persone che si sono sentite, appunto, fuori posto, e che sono riuscite a trovare quella consapevolezza di essere “apposto”. Di non essere sbagliate e diverse, nonostante le discriminazioni subite e con le quali, magari e purtroppo, ancora oggi devono fare i conti.
Dopo questa breve infarinatura è giunto il momento di conoscere meglio Luca. Leggiamo insieme l’intervista esclusiva che ci ha rilasciato, raccontandoci un po’ di sé e di questa sua ultima creazione.
Luca Strappelli, una vita in musica
Vi scriviamo fin da subito che il cantautore in questione ha risposto a otto domande che gli sono state fatte da parte mia. Partiamo!
Ciao Luca, allora: raccontaci un po’ di te. Da quanto tempo canti e cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada:
“Ciao Simone, canto da quando ero piccolissimo. Ero appassionato del Telefilm “Fame” e quando sentivo la sigla si fermava tutto, mi immergevo nelle storie degli studenti della Scuola D’Arte sognando di poterla frequentare anche io. Poi ho iniziato a cantare nel coro della Parrocchia e mi ha sorpreso notare lo stupore dell’organista nell’ascoltarmi, nessuno si aspettava che amassi così tanto il canto.
Ho lottato con mio padre perché credeva che la mia passione fosse troppo “sopra le righe” ed appena sono stato autonomo economicamente ho iniziato a frequentare una scuola di musica. Da lì è partito il mio percorso. Molti concorsi, alcune batoste, tanti riconoscimenti e soprattutto tanta passione. Non ho mai cambiato idea sul canto e sulla musica”.
- Cosa è per te la musica?
“La musica è una compagna di Vita, un’ancora di salvezza. Ha sempre accompagnato ogni momento della mia esistenza. Se sono triste mi permette di isolarmi, se sono incazzato mi permette di sfogarmi, se sono felice enfatizza la mia gioia. La musica è la mia cura, la trapunta che mi avvolge. Ti rende sempre per quello che le dai”.
- Cosa vorresti dire a quei ragazzi che sognano di cantare e di trasmettere le loro emozioni tramite la musica o l’arte in generale?
“Di non ascoltare mai chi vuole tarpare loro le ali e di avere il coraggio di andare contro corrente, ascoltare gli impulsi, l’istintività, di mandare anche a fanc*lo se è necessario. Consiglio ai ragazzi di combattere per difendere il loro sogno e la loro aspirazione ma senza sgomitare, la musica non gioca sporco e magari non ti farà vendere dischi o non sarai il primo in classifica ma sarai semplicemente TU. Tu che stai bene con la tua musica e sei autentico, questo paga sempre!”
Alla scoperta del nuovo singolo “Fuori Posto” di Luca Strappelli
Immagino che ai lettori che stanno scrollando dallo smartphone o dal pc abbia fatto piacere sapere qualcosa in più di te e scoprire qualche tuo pensiero. Ma ora torniamo a noi e al motivo principale di questa intervista: il tuo nuovo singolo, possiamo dire che potrebbe entrare a far parte delle canzoni LGBT+, che si intitola “Fuori Posto” e racconta della così detta ‘diversità’. Ci spieghi nel dettaglio di cosa parla il brano?
“Il brano parla di Luca con il suo buffo cognome, Strappelli, un cognome storpiato e a volte scomodo, al quale oggi non saprei rinunciare. Ho lottato sin da bambino con la parola “accettare”, una parola che detesto. Mi son sempre sentito “Fuori Posto” perché ero troppo delicato rispetto ai maschi di casa, perché amavo i colori.
Mi sentivo “Fuori Posto” a scuola perché ero cicciotto, timido, secchione e venivo puntualmente preso per culo. Provavo la sensazione di essere “Fuori Posto” anche tra i parenti perché avevo i grilli per la testa perché amavo cantare. Sono cresciuto e ho perso una bella zavorra, ma pure con 40 chili in meno mi sentivo “Fuori Posto” perché non rimorchiavo!
Mi sentivo “Fuori Posto” perché non mi è mai piaciuto uniformarmi a nessuno standard, in qualsiasi ambito. Ho scelto da single, uomo, insieme a mia madre, di prendermi cura di una bimba Italo-Cinese e anche qui critiche su critiche. Alcune situazioni mi hanno davvero segnato, a tratti logorato, ma ho continuato a difendere le mie scelte e a sostenerle con le unghie e con i denti. Oggi sono sereno e non permetto a nessuno di farmi stare male e soprattutto di dirmi che sono “Fuori Posto”!”
- Cosa ti ha spinto a scrivere questa canzone?
“Sono arrivato ad una situazione di pace interiore e mi andava di mettermi a nudo, di raccontarmi. Lo dovevo a me e lo dovevo a chi come me ha subito e subisce discriminazioni fuori luogo e senza senso”.
- Che messaggio vuoi dare a chi lo ascolta con questo pezzo?
“Il mio messaggio è quello di ribellarsi alle situazioni che ci fanno stare male, di non cambiare per gli altri, di difendere l’essere se stessi e se non si è abbastanza forti di chiedere aiuto. Non nascondetevi, non reprimetevi. Non è affatto semplice ma non è impossibile. Siate coerenti con ciò che siete, vi guarderanno con gli occhi un po’ storti, ma sti caz*i! Allo specchio vi vedrete stupendi, pure con le vostre diversità, perché non recitate un ruolo, ma siete semplicemente i protagonisti reali della vostra vita”.
La musica può aiutare a dare messaggi chiari e diretti
- Come pensi che la musica possa aiutare le persone discriminate e come può provare a ‘sconfiggere’ l’omofobia
“La musica non potrà fare miracoli ma ha il potere di lanciare messaggi chiari e diretti che arrivano a destinazione molto più velocemente di certi trattati o certi comizi. Ognuno ha la propria chiave di lettura ma la musica ha un linguaggio più semplice, efficace ed universale. Sto male, accendo la radio, sto bene, alzo il volume e canto, comunque la parola Musica c’è sempre!”
Il messaggio del cantautore a chi discrimina e alle vittime di episodi di discriminazione
Concludiamo questa intervista con le parole che il cantante teramano, Luca Strappelli, ha voluto dire a chi discrimina e a chi, purtroppo, viene discriminato.
- Che cosa vuoi dire alle persone discriminate che subiscono umiliazioni e violenze e cosa vorresti dire, invece, a chi commette questi atti di odio
“Consiglio di denunciare sempre e con forza le situazioni discriminatorie, di non usare mai il silenzio. Da soli possiamo fare ben poco e i gesti coraggiosi aiutano noi stessi e chi prende spunto dai nostri gesti. A chi commette atti ti odio, invece, dico di farsi aiutare perché sicuramente in loro c’è qualche problematica irrisolta, e più di una, perché prima di puntare il dito per giudicare e magari commettere atti riprovevoli bisogna analizzare il nostro mondo interiore. La psicoterapia andrebbe consigliata a tutti e potremmo evitarci diversi soprusi”.
Grazie Luca per il tempo che ci hai dedicato e buona fortuna per questa nuova canzone e anche per il tuo futuro artistico e privato.
Simone D’Avolio