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“Voi gay siete persone meravigliose e sensibili!” Davvero?

Per quanto possa suonare come un complimento, è solo uno degli innumerevoli preconcetti con cui molti etero ancora ci dipingono. La realtà, lo sappiamo, è ben diversa.

Se è vero che non siamo né malati né contro natura, suppongo vi siate resi conto che anche lo stereotipo che ci dipinge come buoni, simpatici e tanto sensibili non corrisponde a verità.

Di sicuro non pochi tra noi sono veramente brave persone con un cuore immenso. Come tra gli etero, del resto. Ma se volete vedere di quanta cattiveria sia capace l’essere umano gay, entrate in chat. Come ben saprete, in particolar modo lì, dietro uno schermo, tanti gay sanno sfoggiare una malvagità d’animo che a confronto Morgia Geloni è Bernadette di Lourdes e Selfini è Gandhi. 

In giro c’è parecchia gente (gay e non) frustrata e incazzata con il mondo, questa è cosa nota. Ma la cattiveria e l’insensibilità che molti gay sanno tirar fuori può essere oltremisura tagliente e velenosa. Chi ha sofferto sa come far soffrire, sa dove colpire, ma soprattutto sa cosa si prova quando si usano certe parole. Dovremmo essere solidali tra di noi ma sappiamo che è pura utopia.

Se non rispondi a un messaggio, allora sei un cafone, te la tiri e sei un cojone. Se rispondi dicendo di non essere interessato, pure. Se hai una foto profilo dove si vede che hai un bel corpo e/o un bel viso, se solo un esibizionista. Se dichiari pubblicamente la tua sieropositività, te la sei cercata. Se sei solo attivo, soffri di omofobia interiorizzata. Se sei solo passivo, sei una troia. Se sei versatile, non è vero: sei solo una repressa. Ovviamente con la a, perché è ancora più offensivo e dispregiativo.

Insomma, ce n’è per tutti. Qualora fosse necessario un consiglio, vi invito a non cadere in queste trappole. Chi attacca lo fa per ricevere attenzioni, per sentirsi visto, ascoltato, riconosciuto. In una parola: vivo. Lasciate perdere e seguite il vecchio detto popolare: il miglior disprezzo è la noncuranza. Fuggite da chi è diventato come chi lo ha fatto soffrire. Ignorate, bloccate e passate al prossimo.

Se invece siete voi quelli con il “pollice acido”, spero vi rendiate conto prima o poi che il vostro modo di porvi non fa che peggiorare le cose. Sappiate che non è colpa di nessuno se l’altro non mostra interesse, se non gli piacete abbastanza. A voi non capita mai di non essere interessati a qualcuno che mostra interesse per voi? O dite sempre di sì a tutti? Rifletteteci bene. E ricordatevi, visto che temo lo abbiate dimenticato, come vi sentivate quando da ragazzi vi insultavano e vi offendevano. Se da quella sofferenza non avete appreso alcuna lezione, allora l’avete solo sprecata.

Alessandro Cozzolino, life coach

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