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Violenza di genere: di quanti altri campanelli d’allarme avete bisogno per agire?

Violenza di genere: di quanti altri campanelli d’allarme avete bisogno per agire? Perché le ragazze vengono picchiate, i ragazzi violentati e nessuno fa niente. Nessuno li protegge. Vediamo che sta succedendo. Ci tengo a precisare che mi riferisco a genere in ampio spettro, perché questi crimini d’odio sono perpetrati a causa delle identità di genere di queste giovani vittime.

Violenza di genere: le conseguenze delle vostre azioni

C’avete tolto qualsiasi diritto, vessati di legislazioni punitive e criminalizzato per qualsiasi scelta. Avete addirittura impedito a dei bambini di poter vivere la propria identità serenamente. Li avete messi in pericolo a scuola, a casa e per la strada. Ma adesso basta, non possiamo starci più e non possiamo più restare a guardare. Perché non si è mai trattato di come ci vestiamo, ci comportiamo e che bagno usiamo. Non vi è mai importato di questo. V’interessa solo commettere un genocidio sociale, violenza di genere, toglierci da quest’esistenza come se fossimo noi quelli sbagliati. Quando non è così. Non si è mai trattato di questo, e lo sapete bene.

Una ragazza picchiata perché ha usato il bagno che volevate voi

Non si tratta più di bagni pubblici. Una ragazza 17enne, Cobalt Sovereign, è stata attaccata appena uscita dal bagno degli uomini. Il bagno che qualsiasi conservativo indica come il bagno adatto per una donna transgender. L’hanno colpita volontariamente e con malizia al viso, rompendole la mandibola. È successo alla scuola superiore Thompson, in Minnie Tonka, e onestamente non ci sono più scuse valide per giustificare questa violenza di genere. Non ci sono mai state. Ma lo stesso è stata chiamata “frocio“, lo stesso le hanno rotto la mandibola.

La violenza di genere che permettete a scuola, in un posto sicuro

In caso qualcuno ancora non ci credesse: è stata letteralmente registrata la sua aggressione. Per la sicurezza degli studenti, infatti, molte scuole estere utilizzano sistemi di sicurezza come delle telecamere. Posta strategicamente nel corridoio, si vede Cobalt uscire dal bagno dei ragazzi. Non solo: subito dopo tre ragazzini l’hanno accerchiata, e uno di loro è inquadrato visibilmente mentre le rompe la mandibola. E tutto solamente perché la ragazza si è voluta difendere una volta insultata nel bagno. Tutto questo è accaduto non perché ha voluto utilizzare il bagno adatto alla sua identità, assolutamente. Non è mai stato quello il problema per commettere la vostra violenza di genere.

Lei si è messa in un angolo a causa vostra

Avete costretto una ragazza ad usare il bagno dei maschi perché non voleva causare sconforto ad altri studenti. Ha messo da parte la sua salute mentale e fisica, e per questo è stata attaccata brutalmente. Non è mai stata una questione di “scelta”, e i conservatori non possono ancora nascondersi dietro questa patetica scusante. Anzi, vogliono che ci seguano, che ci isolino, che ci uccidano. Qualsiasi mezzo va bene pur di toglierci di mezzo, giusto? E cosa fate quando questa violenza di genere si trasforma in omicidio?

Da violenza di genere a omicidio colposo

Ma queste vostre scelte hanno conseguenze più gravi. Un ragazzo di appena vent’anni si è addirittura suicidato in un’ospedale a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano. Non solo è stato vittima di uno stupro all’interno dell’ospedale, ma l’hanno ucciso una seconda volta chiamandolo “ragazza” in qualsiasi testata giornalistica. Non m’interessa che poi lo riconoscete come “persona trans” manco fosse una paraculata. Un ragazzo si è ucciso perché non è stato protetto da nessuno, e nemmeno davanti alla sua morte siete in grado di rispettarlo. Anzi, siete i primi ad aggravare la violenza di genere con le vostre parole disinformate.

Sapete perlomeno vedere chi è una persona prima di parlarne?

Tutti i giornali l’hanno chiamato “donna” e l’hanno identificato con i suoi vecchi pronomi femminili. Anche dopo una fine tragica i giornalisti non si sono presi la briga di capire chi era lui veramente” dichiara una persona a lui cara per il collettivo milanese Kasciavìt. Resta il fatto che le maggiori testate giornalistiche in Italia non sono neanche in grado di verificare semplici informazioni. Anzi, preferiscono usare linguaggi poco inclusivi. E sto già minimizzando la questione mettendola su questo piano. Preferiscono deumanizzare una persona, riconoscendola con il mero sesso biologico o l’appellativo di “trans”, piuttosto che rispettarla nonostante non sia più tra noi. Come se si riducesse tutto a quello, come se lui fosse stato solo quello. Era un essere umano.

Ma nascondete questa violenza di genere dietro il consenso inesistente

Questo stupratore è stato subito fermato dalle forze dell’ordine, per fortuna. Ma, ovviamente, avrebbe consumato un rapporto consensuale con la vittima, no? Se lo dice lui è vero. Come se uno scambio di parole brevissimo su di una barella d’ambulatorio fosse sufficiente. Come se il ragazzo non avesse implorato l’aiuto del personale sanitario. Ma a chi vuoi darla a bere. Parliamo di per giunta di un ragazzo arrivato al pronto soccorso non capace d’intendere e di volere. Che non sapeva nemmeno di essere stato portato lì. Era arrivato al reparto visite per una nottata un po’ più accelerata del solito. Inoltre, come riportano alcuni media, aveva anche subito in passato due operazioni al cervello. Perciò la sua lucidità mentale non era di sicuro tale da poter acconsentire ad un rapporto. Di sicuro non voleva subire violenza.

Quando la giusta sorveglianza potrebbe portare giustizia

Le videocamere della sorveglianza, anche in questo caso, potrebbero portare giustizia a questo povero ragazzo. Infatti sembrerebbe che parte dello stupro sia visibile da questi filmati. La Regione Lombardia ha immediatamente costituito una Commissione di verifica coordinata dal vice direttore della Direzione Generale Welfare e composta da professionisti di ATS città metropolitana di Milano e dell’Agenzia dei Controlli. Le verifiche dovrebbero essere iniziate già dallo scorso 31 Maggio, quando il 28enne stupratore sarebbe stato posto ad arresto domiciliare.

Di violenza di genere coloriamo tutta l’Italia

Ma non sono casi isolati di violenza di genere. Ricordiamoci che qui in Italia Cloe Bianco è stata vessata e distrutta dai reporter. Come il fidanzato di Maria Paola Gaglione, morta solo perché il suo compagno è una persona transgender. Elena Miglietti, giornalista e referente per il Piemonte di Giulia giornaliste, ha dichiarato che l’Italia ha l’acqua fino alla gola “di misoginia e violenza transfobica, aggravato da ricostruzioni morbose con inesattezze offensive“. Dalla “trans picchiata dalla polizia“, oppure “rapinato da una trans e da un uomo“. Perché questa piccola nostra accezione diventa dispregiativa e umiliante in mano vostra. Questa è vera violenza di genere. Perché non si commette solo con un atto criminale ed omicida. Si commette ogni giorno con parole, intenzioni, pensieri errati.

Quanto ancora dobbiamo gridare aiuto?

Siamo stanchi d’essere ridotti ad un mero dettaglio della nostra esistenza. Stufi di essere disconosciuti da enti giornalistici, dai mass media, dal pubblico tutto. Esausti di essere ridicolizzati, picchiati, stuprati, uccisi dalla vostra ignoranza. Quante altre ragazze dovranno subire violenza perché andate semplicemente al bagno. Ma ancora, quanti ragazzi dovranno togliersi la vita perché non sono protetti dalle violenze sessuali. E non dimentichiamoci di quelle donne bruciate vive nella loro casa e poi uccise dall’opinione pubblica ancora una volta. O di quanti ragazzi dovranno vedersi la vita distrutta perché la famiglia non accetta che due persone possano amarsi. Possiamo ancora vivere con le mani insanguinate e la coscienza sporca?

Questo dovrebbe essere il nostro mese

Vorrei ricordarvi che il mese del Pride è questo. Non si tratta di far festa e caciara per quello che siamo. Si tratta di una vera e propria lotta contro il sistema che ci sta uccidendo. Di una resistenza per ottenere i nostri diritti fondamentali, la nostra voce. Perché non ci saranno sempre persone disposte a parlare in nostro favore, a vederci, a difenderci. Il mondo, anzi, è fatto da una minoranza discriminante e piena d’odio che ci disprezza, ci ridicolizza, ci uccide. Ed è una minoranza che sta al potere, detta legge, ci rende dei veri e propri criminali in alcuni stati e Paesi del mondo. Ed è per questo che dobbiamo gridare con voce ancora più alta e straziante. Perché a queste persone non importa nemmeno che ci vanno sotto dei giovanissimi. Non siamo umani per loro.

Ricordatevi dei loro nomi, onorate la loro memoria, e proteggete con tutti voi stessi chi è ancora qui per raccontare la propria storia. E, come sempre, speriamo presto di avere notizie liete. Perché della violenza di genere ne abbiamo fin su ai capelli.

 

Aeden Russo

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