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Rob Jetten passerà alla storia?

Rob Jetten passerà alla storia? Ma soprattutto: perché è così importante parlarne adesso? Vediamo insieme chi è, cos’ha fatto e come la sua vittoria possa effettivamente cambiare il futuro politico olandese.


Rob Jetten: dal Brabante alle soglie del premierato

Chi è esattamente Rob Jetten? Nato il 25 Marzo 1987 a Veghel, nella provincia del Brabante Settentrionale nei Paesi Bassi, è cresciuto nella cittadina di Uden. Ha studiato amministrazione pubblica alla Radboud University di Nimega, conseguendo sia una laurea triennale che un master in public administration. Prima di entrare a pieno regime in politica, ha lavorato per la rete ferroviaria olandese ProRail come tirocinante e poi come consulente/manager regionale. Ma cosa lo rende tale da oggi essere “papabile” come primo ministro? Il suo partito, i Democrats 66 (D66), un partito liberale-progressista, è passato da un risultato modesto a una forte performance elettorale che lo pone in vantaggio nella corsa al governo. Il mondo politico guarda a Rob Jetten come a un simbolo generazionale: giovane, dichiarato gay, e potenzialmente il più giovane capo di governo della storia olandese.

 

La scalata di Rob Jetten: da ministro a leader sperato

In meno di due anni, Rob Jetten ha compiuto una scalata politica sorprendente. Quando è diventato ministro per il Clima e l’Energia nei Paesi Bassi nel Gennaio 2022, aveva già cominciato a farsi conoscere come figura eclettica e pragmatica. Sotto il governo dell’ex primo ministro Mark Rutte, Jetten ha potuto maturare visibilità nazionale. Ma la vera svolta è arrivata con la guida del partito D66: nelle elezioni generali del 2025, il partito ha ottenuto un risultato storico, proiettando Rob Jetten verso l’incarico di primo ministro. Il contesto politico olandese è segnato da grande frammentazione: il partito di destra Geert Wilders ha dominato in passato, ma non è riuscito a mantenere il vantaggio. Rob Jetten è stato abile a posizionarsi come leader del “centrismo costruttivo”, attirando voti anche al di fuori della base tradizionale del suo partito.

 

Rob Jetten: tracce di visibilità LGBTQIA+ nel cammino politico

Un altro aspetto che caratterizza Rob Jetten è la sua identità personale e la sua esposizione pubblica in qualità di politico dichiaratamente gay. In un contesto europeo dove i diritti LGBTQIA+ sono spesso messi alla prova, la possibile nomina di Rob Jetten come primo ministro rappresenterebbe una svolta simbolica e reale. I Paesi Bassi sono noti per la forte tutela dei diritti LGBTQIA+, e il suo partito era al potere quando divennero il primo Paese a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, 25 anni fa. Pur non avendo fatto della propria vita privata il fulcro della campagna, Jetten ha già parlato pubblicamente delle sfide dell’omofobia: circa cinque anni fa pubblicò un video nel quale leggeva una serie di messaggi omofobi ricevuti, sostenendo la necessità di una Giornata internazionale contro l’omofobia. Inoltre, è fidanzato con l’hockeista argentino Nicolás Keenan e la loro relazione ha ricevuto ampia attenzione mediatica, contribuendo a rendere l’immagine di Rob Jetten anche più famigliare e moderna.

 

La campagna di Rob Jetten: ottimismo e schadenfreude della destra

Durante la campagna per le elezioni del 2025, Rob Jetten è diventato onnipresente sullo schermo televisivo olandese: il suo messaggio chiaro, “Het kan wel” (“si può fare”), ha raccolto consensi in un momento di stanchezza verso la divisione politica. Quando Geert Wilders ha annullato un’apparizione per motivi di sicurezza, Jetten ha colto l’occasione per farsi avanti, dimostrando abilità mediatica e pragmatismo. Il paragone con Mark Rutte è d’obbligo: il pubblico ama l’immagine sorridente, rassicurante e capace di mediazione che Jetten ha portato in scena. Non tutto è stato facile: nel 2023, il suo partito aveva ottenuto solo nove seggi, un risultato pessimo rispetto alle attese. E questo rende la sua ascesa ancora più sorprendente.

 

Rob Jetten e le grandi sfide degli anni a venire

Se Rob Jetten diventerà effettivamente primo ministro, le sue responsabilità non saranno leggere. Il Paese affronta una grave carenza di abitazioni — stimata in circa 400.000 unità — e Jetten ha proposto piani ambiziosi come la costruzione di dieci nuove città e lo snellimento delle burocrazie. Anche le politiche sull’immigrazione e l’integrazione sono al centro del suo programma: proposte di dossier d’asilo fuori dall’UE e maggiore spesa per integrazione. Un profilo che tenta di unire progressismo sociale e pragmatismo economico. Tuttavia, la formazione della coalizione per governare sarà una partita difficile: molti partiti si rifiutano di collaborare con Wilders e la scena politica olandese resta frammentata. Rob Jetten avrà bisogno di un “rivestimento teflon” simile a quello che ha protetto Rutte per molti anni — e di risultati concreti per guadagnarsi la fiducia.

 

Rob Jetten: perché il suo possibile arrivo al potere interessa la comunità LGBTQIA+

Il fatto che Rob Jetten possa diventare primo ministro non è solo una notizia politica: è un segnale forte per le persone LGBTQIA+. Il suo percorso personale, unito al messaggio inclusivo e il sostegno pubblico verso i diritti, costituisce un punto di riferimento. Nell’Europa in cui alcune nazioni fanno passi indietro sulla visibilità queer, l’Olanda potrebbe segnare un’altra pietra miliare grazie a Jetten. È significativo che la comunità queer olandese sia stata già implicata nelle sue iniziative: la politica non è solo promessa ma riconoscimento. In un contesto globale dove il diritto all’identità e alla libertà sessuale è spesso messo in discussione, la figura di Rob Jetten assume una rilevanza ancora maggiore.

 

Rob Jetten alla portata del cambiamento

La storia di Rob Jetten è quella di un giovane politico che ha saputo cogliere il momento storico, trasformando una carriera in ascesa in un’opportunità per il cambiamento. Dalla sua città di origine nel Brabante fino alla scena nazionale, passando per ministeri e leadership del partito, Jetten ha mostrato capacità, visibilità e un messaggio che appare diverso dal solito. Se sarà o no il primo ministro dei Paesi Bassi, o il più giovane o il primo dichiaratamente gay, resta da vedere. Ma quello che è certo è che la sua figura ha già segnato un prima e un dopo nella politica olandese. Per la comunità LGBTQIA+ e per chi crede che l’arte del governare possa connettersi con la speranza, Rob Jetten rappresenta un nome da seguire con attenzione.

 

L’Italia potrà mai imparare qualcosa?

Chissà come andranno a finire queste elezioni. Ma soprattutto: ci sarà mai un Paese in grado di replicare questi risultati? In un’Italia equamente frammentata e caotica, dove la politica non dà speranza né sicurezza, dove si pone una notizia simile? È un punto di partenza, oppure una deviazione irraggiungibile? Una cosa però è chiara. Politicamente parlando questo sarebbe un Paese da emulare. Un posto che dà spazio alle giovani generazioni, con figure fresche e interessanti. E che non ha paura di mostrarsi al mondo secondo la propria identità. In Italia, invece, essere apertamente gay o parte della comunità LGBTQIA+ è ancora un rischio. Ogni giorno affrontiamo possibili scenari di violenza e odio. Non c’è ancora spazio per questa ventata d’aria. Eppure ne stiamo soffrendo tutti di questa chiusura mentale conservatrice e drammatica. Quando si sveglieranno i nostri politici?

 

Magari un giorno avremo anche noi i nostri Rob Jetten a lottare per un futuro migliore. Per adesso invece non ci resta che osservare, imparare e continuare a farci sentire.

Aeden Russo

 

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