Malika è una ragazza di appena 22 anni che si è dichiarata lesbica con la propria famiglia, la quale non l’ha presa bene e l‘ha cacciata di casa.
Mentre la Lega e altri partiti politici ostacolano il DDL contro l’omotransfobia con povere strategie, in Italia non hanno fine gli atti omotransfobici. Dalla aggressione avvenuta a Roma a ragazzi cacciati di casa. La community lgbt+ sembra finita in un limbo infernale, da cui non riesce ad uscire. Proprio pochi giorni fa, Malika, una ragazza toscana è stata cacciata di casa solo perché lesbica. Vediamo insieme cosa è successo.
Il tutto ebbe inizia quando Malika, un giorno, decide di scrivere una lettera ai propri genitori per dichiarare di essersi innamorata di una ragazza. Temeva che non la prendessero bene, ma non avrebbe mai immaginato che potessero arrivare alle minacce e ad insulti molto pesanti.
“ (…) Sei uno schifo, lesbica, se ti vedo t’ammazzo. Non mi portare a casa quella put*ana perché le taglio la gola, sei la rovina della nostra famiglia (…) Ti auguro un tumore, sei la rovina della famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica“.
Queste sono le parole che la madre ha pronunciato. Spaventata, ha deciso di andare a prendere a casa le sue cose, scortata dai carabinieri, ma la donna, rivolgendosi ai due agenti, ha persino negato che Malika fosse la propria figlia. Dopo avere denunciato i propri genitori, la22enne oggi vive in luoghi sempre diversi con uno stipendio che le basta a malapena per pagare l’affitto e con la preoccupazione di dover sostenere anche le spese legali.
Nonostante tutto quello che ha vissuto, e con la paura di nuove violenze da parte della sua famiglia, Malika non si è pentita del suo coming out. “Il DDL contro l’omotransfobia non serve, è liberticida” avete ragione. Non abbiamo bisogno di tutela: questa legge può aspettare. Perché, infondo, è normale che una ragazza, di soli 22 anni, venga cacciata di casa solo perché decide di essere sé stessa e di amare chi vuole…Complimenti.
Raph